Bosnia: il 23 novembre elezioni presidenziali nell’entità serba

In Bosnia-Erzegovina (BiH) la commissione elettorale centrale ha indetto oggi per il 23 novembre le elezioni anticipate per la presidenza della Republika Srpska (RS), l'entità a maggioranza serba della BiH.
(Keystone-ATS) Decisione questa legata alla revoca da parte della stessa commissione elettorale centrale del mandato dell’attuale presidente della RS Milorad Dodik dopo la conferma della sua condanna a un anno di reclusione e sei anni di interdizione da ogni attività politica per disobbedienza reiterata alle delibere dell’Alto rappresentante internazionale in BiH.
Il leader nazionalista della RS ha evitato il carcere facendo ricorso alla possibilità, prevista dalla legge bosniaca per le condanne fino a un anno, di commutare la pena detentiva in una pecuniaria, e aveva pagato per questo il corrispettivo di oltre 17’000 franchi. Aveva al tempo stesso ribadito di non avere alcuna intenzione di lasciare la sua carica di presidente della RS e di volersi appellare alla popolazione serbo-bosniaca con un referendum, dal quale ha detto di aspettarsi un massiccio “no” al quesito.
Alcuni giorni fa il parlamento della RS aveva deciso che il referendum voluto da Dodik contro le decisioni ritenute a lui ostili adottate di recente dal tribunale di Sarajevo e dalla commissione elettorale centrale si terrà il 25 ottobre. Al tempo stesso aveva escluso ogni possibilità di indire elezioni anticipate per la presidenza della RS.
Si profila pertanto un ulteriore, duro scontro politico-istituzionale fra l’entità a maggioranza serba e gli organi del governo centrale di BiH a Sarajevo. E ci si interroga su chi organizzerà e finanzierà tali elezioni anticipate, che la dirigenza serbo-bosniaca si rifiuta di tenere.
Dodik, che guida da anni la RS, non riconosce la legittimità dell’Alto rappresentante internazionale Christian Schmidt, da lui indicato come il principale fautore e ispiratore dei provvedimenti giudiziari a lui ostili, frutto a suo dire di una campagna di persecuzione politica ai suoi danni.
E per tutto ciò Dodik è da tempo nel mirino della comunità internazionale che lo accusa di aperte aspirazioni secessioniste e di minaccia all’integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno adottato a più riprese nei suoi confronti sanzioni per tale sua politica e per episodi di corruzione che lo vedrebbero coinvolto.