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Borsa svizzera si conferma in forte ribasso, maggior calo da 2020

Keystone-SDA

Si conferma in forte ribasso la borsa svizzera, che sta vivendo una delle peggiori giornate degli ultimi anni.

(Keystone-ATS) Alle 12.00 l’indice dei valori guida SMI segnava 11’030,26 punti, in flessione del 5,31% rispetto a venerdì, quando il mercato aveva già subito un tonfo del 5,14%.

Per ritrovare cali di questa portata bisogna risalire al 2020, quando l’arrivo della pandemia di coronavirus diffuse il panico a livello planetario. Il 12 marzo di quell’anno l’SMI perse (alla chiusura) il 9,64%, mettendo a segno la seconda seduta più negativa della sua storia, avviata nel giugno 1988 (la prima, -10,54% il 16 ottobre 1989, era legata a Wall Street, che aveva reagito a difficoltà di finanziamento in un contesto di euforia delle fusioni).

Come le altre piazze finanziarie anche il mercato elvetico sta accusando il colpo della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, con la decisione di Pechino di imporre dazi aggiuntivi del 34%, in risposta ad analoghe barriere doganali americane. Il timore è che l’economia globale entri in una spirale di recessione; nel contempo inoltre i dazi potrebbero rinfocolare ulteriormente l’inflazione, rendendo ancora più difficile la lotta al rallentamento congiunturale.

In Svizzera soffrono pesantemente quasi tutte le grandi società rappresentate nell’SMI, a partire da Partners Group (-8,8%), Richemont (-7,2%), Sika (-6,6%) e UBS (-6,1%). Arretrano molto anche i valori considerati difensivi come Roche (-5,3%), Novartis (-4,2%) o Nestlé (-4,2%). L’azione SMI che accusa le perdite minori è quella di Swisscom (-2,6%).

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