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Borsa svizzera: chiude in forte ribasso con dazi Trump, SMI -2,45%

Keystone-SDA

La borsa svizzera chiude in forte ribasso una seduta tutta trascorsa a valutare la martellata inferta dai dazi decisi dal presidente americano Donald Trump: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 12'279,48 punti, in flessione del 2,45% rispetto a ieri.

(Keystone-ATS) Si è trattato della seconda seduta peggiore dell’anno. L’SMI vede così erodersi ulteriormente una performance annuale che ancora alcune settimane or sono era entusiasmante. Al momento la progressione del 2025 è comunque ancora di tutto rispetto, pari al 6%.

Tutte le piazze mondiali si sono trovate oggi sotto pressione all’indomani degli annunci del governo americano. Il mega pacchetto di balzelli doganali non colpisce tutti i partner commerciali degli Stati Uniti allo stesso modo: oltre al 10% che si applicherà alle importazioni di ogni paese sono previsti singoli prelievi punitivi, a seconda che i rispettivi stati abbiano barriere commerciali particolarmente elevate per i prodotti americani, dal punto di vista di Washington. Per la Svizzera i dazi sono molto alti, pari al 31%, più che per l’Unione europea, al 20%. La Cina è al 34%.

“Donald Trump sta iniziando una guerra commerciale globale”, ha commentato un operatore. “I provvedimenti previsti superano i peggiori timori”. Potrebbe essere la fine dell’era del libero commercio, con effetti sull’insieme dell’economia mondiale. Molto dipenderà anche dalle reazioni dei vari paesi – la Svizzera ha deciso per il momento di non procedere a contromisure – ma una cosa appare sin da subito chiara: i profitti delle imprese sono in pericolo e i corsi azionari riflettono questo stato di cose.

La ricerca di un porto sicuro ha provocato in un primo tempo una corsa all’oro, che la notte scorsa è salito a un nuovo record, per poi però ripiegare, e ha rafforzato il franco: la moneta elvetica si è rivalutata del 3% rispetto al dollaro e dell’1% nei confronti dell’euro. Male ha reagito anche il bitcoin, sceso del 4% a 81’800 dollari.

A livello di singoli titoli in Svizzera è crollata Logitech (-16,53% a 63,00 franchi): il fabbricante di periferiche di computer produce in Cina, Taiwan, Malaysia e Vietnam, tutti paesi interessati dalla scure di Trump. L’ondata di vendite ha interessato anche Kühne+Nagel (-8,49% a 185,50 franchi), che dovrebbe perdere lucrativi contratti in caso di una diminuzione dei flussi mondiali di merci. In profondo rosso si sono comunque trovati anche altri valori particolarmente sensibili ai cicli economici come ABB (-6,23% a 42,88 franchi), Holcim (-5,13% a 90,68 franchi) e Sika (-4,55% a 203,60 franchi).

La giornata si è rivelata da dimenticare, nel comparto finanziario, pure per UBS (-8,33% a 24,55 franchi) e Partners Group (-6,58% a 1164,00 franchi), mentre si sono difesi un po’ meglio gli assicurativi Swiss Life (-0,76% a 806,20 franchi), Swiss Re (-1,35% a 149,95 franchi) e Zurich (-1,97% a 607,60 franchi).

In controtendenza si è invece trovata Novartis (+0,50% a 97,30 franchi), favorita dal fatto che i prodotti farmaceutici non dovrebbero essere sottoposti ai dazi americani. Roche (-2,89% a 278,50 franchi) non è stata in grado di seguire il concorrente perché zavorrata da uno studio clinico negativo relativo al suo preparato Ocrevus, un farmaco contro la sclerosi multipla.

In un contesto che vedeva gli investitori propensi a tenere la testa bassa in trincea hanno brillato le azioni spiccatamente difensive, come quelle di Nestlé (+0,96% a 90,66 franchi) e soprattutto di Swisscom (+3,70% a 532,50 franchi).

Nel mercato allargato va segnalata perlomeno Swatch (-6,14% a 138,35 franchi), che ha subito in pieno il contraccolpo dei provvedimenti adottati a Washington.

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