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Bonus dei top manager: oggi sono anche verdi

Keystone-SDA

La sostenibilità premia, anche in busta paga, perlomeno nei piani alti delle grandi imprese.

(Keystone-ATS) Diciassette delle 20 società incluse nell’SMI, il principale indice di borsa elvetico, hanno ormai integrato criteri ESG (environmental, social and governance, cioè principi ambientali, sociali e di buon governo d’impresa) nei sistemi di bonus annuali destinati ai propri dirigenti. È quanto emerge da un’analisi di Ethos, che segnala però persistenti carenze in termini di trasparenza.

Stando ai dati della fondazione ginevrina che consiglia gli azionisti la metà delle aziende ha obiettivi descritti in modo preciso e misurabile. Le ditte che si spingono più lontano sono il gruppo tecnologico ABB, il gigante del cemento Holcim e il gruppo chimico-edile Sika: esse collegano sia le gratifiche annuali a breve termine che la retribuzione variabile sul lungo periodo a obiettivi ESG misurabili.

Il caso di Sika è emblematico: il 20% del bonus a lungo termine per il top management è condizionato al raggiungimento di target ambientali specifici entro il 2026, tra cui la riduzione del 10% delle emissioni operative assolute nonché la diminuzione del 5% di rifiuti e consumo idrico per tonnellata venduta. Un sistema che sta già dando risultati tangibili, con progressi registrati in tutti gli ambiti negli ultimi due anni.

All’estremo opposto si collocano realtà come Nestlé, Roche e UBS, che pure includono riferimenti alla sostenibilità nei piani incentivanti, ma senza specificare valori precisi nei propri rapporti. Nestlé, ad esempio, indica categorie generali come la riduzione delle emissioni di CO2, la diminuzione della plastica e quella del consumo idrico, oppure percentuali di donne nei ruoli dirigenziali, ma senza definire obiettivi quantitativamente misurabili.

“Ethos ritiene che il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nella remunerazione variabile della dirigenza sia importante”, commenta Vinzenz Mathys, portavoce di Ethos. “In questo modo gli interessi del management vengono allineati a quelli degli altri stakeholder” – cioè tutti i soggetti che hanno un interesse diretto o indiretto in un’azienda, dagli azionisti ai clienti, passando dai dipendenti e dai fornitori – “e degli investitori orientati al lungo termine”.

Secondo la fondazione è fondamentale che gli obiettivi scelti siano sia rilevanti che ambiziosi e che la loro misurazione avvenga in modo trasparente. “Osserviamo che tali criteri vengono applicati sempre più spesso dalle società quotate in Svizzera: questo è positivo”, prosegue l’addetto stampa. “In molti casi, però, manca ancora una trasparenza sufficiente”, conclude.

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