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Blackout a Heathrow a marzo causato da guasto a un trasformatore

Keystone-SDA

L'incendio che aveva scatenato lo scorso marzo un blackout capace di bloccare per ben 18 ore l'aeroporto londinese di Heathrow, è stato causato da un guasto a un trasformatore nella sottostazione elettrica di North Hyde, nell'ovest di Londra.

(Keystone-ATS) È quanto emerge dal rapporto del National Energy System Operator (Neso), secondo cui l’umidità è penetrata nei componenti elettrici: un problema che però era stato segnalato per la prima volta nel 2018.

Si sottolinea inoltre che non erano “state attuate azioni appropriate alla gravità” del malfunzionamento quando era stato riscontrato. Il ministro dell’Energia Ed Miliband ha definito i risultati del rapporto “molto preoccupanti”. Secondo il ministro, “i rischi noti non sono stati affrontati dalla National Grid Electricity Transmission”, proprietaria della rete di trasmissione elettrica in Gran Bretagna, ed è stata avviata in proposito da parte dell’autorità di regolamentazione del settore, Ofgem, “un’indagine ufficiale per valutare eventuali violazioni”.

Nel corso dell’indagine per ricostruire l’accaduto sono stati utilizzati i risultati dell’analisi compiuta dai vigili del fuoco e dai periti della rete elettrica, da cui è emerso “un guasto catastrofico” dei componenti ad alta tensione a partire dal trasformatore. C’è stato un cortocircuito e la produzione di scintille combinandosi con aria e calore ha incendiato l’olio combustibile presente in grande quantità nell’impianto. Un problema prevedibile che ricade quindi su chi doveva occuparsi della manutenzione della sottostazione.

Questo si aggiunge a quanto emerso in maggio rispetto alla catena di comando di Heathrow. Si era scoperto che l’amministratore delegato della società di gestione dell’aeroporto, Thomas Woldbye, non poté essere contattato nel momento di massima emergenza in cui fu deciso di chiudere la struttura a tutti i voli per controverse ragioni cautelari di sicurezza: poiché dormiva e, malgrado alcuni tentativi, non si riuscì a svegliarlo. Nei risultati preliminari dell’indagine amministrativa, affidata a una commissione indipendente guidata da un’ex ministra dei Trasporti, Ruth Kelly, era stato evidenziato il mancato coinvolgimento del ceo in una decisione tanto cruciale.

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