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Black Friday: svizzeri poco entusiasti, chi partecipa spenderà meno

Keystone-SDA

Gli svizzeri sembrano mostrare poco entusiasmo per giornate speciali di acquisti come il Black Friday, il Cyber Monday o il Singles Day: molti hanno intenzione di snobbarle e chi vi parteciperà ha in programma di spendere complessivamente meno.

(Keystone-ATS) È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo condotto per conto di Salesforce, multinazionale americana attiva nel settore del marketing e della consulenza.

Circa due terzi dei 1255 interpellati dall’istituto di ricerca YouGov dichiara di non aver comprato nulla nel 2024 in occasione degli eventi in questione e la maggior parte ha in programma di non attivarsi neanche quest’anno.

Tra coloro che dodici mesi or sono hanno effettuato degli acquisti, il 35% vuole spendere una cifra inferiore, il 45% manterrà inalterati i consumi e il solo l’8% allargherà maggiormente i cordoni della borsa. In contro tendenza è però la generazione Z: il gruppo dei 15-29enne presenta una maggiore propensione a spendere.

I motivi principali per cui i consumatori acquistano nelle giornate dedicate agli sconti sono chiari: circa il 40% ritiene che vi siano le offerte migliori e il 33% sfrutta questi momenti in maniera specifica per gli acquisti natalizi; quest’ultima considerazione risulta particolarmente forte in Ticino (41%) e in Romandia (39%). Un altro quarto cita l’aumento dei costi fissi: vi è quindi il tentativo di compensarli.

Dall’altra parte, gli ostacoli allo shopping emergono con altrettanta chiarezza: il 38% non ha al momento bisogno di nuovi prodotti, il 31% si sente frenato da un budget assottigliato dalla crescita degli oneri fissi, un altro 31% vuole consumare di meno in generale e un 25% dichiara di ricevere offerte interessanti durante tutto l’anno.

Nelle giornate dedicate agli sconti, la categoria più apprezzata rimane l’elettronica (60%), seguita dall’abbigliamento (36%) e dagli articoli sportivi (20%). Si osservano comunque delle differenze a livello regionale: in Ticino l’attenzione è posta su vestiti e accessori.

Il 27% delle persone intervistate ha già utilizzato strumenti basati sull’intelligenza artificiale (IA) come ChatGPT, Gemini o Copilot per trovare delle offerte. Ad avvalersene regolarmente sono soprattutto i giovani. Pochi sono però disposti a lasciar effettuare all’IA piccoli acquisti in automatico non appena gli articoli specificati vengono messi in saldo: il 71% delle persone in Romandia, il 62% di quelle nella Svizzera tedesca e il 56% delle persone in Ticino rifiuta questa possibilità.

“Lo studio rivela che molti consumatori svizzeri sono trattenuti nello spendere”, afferma Luca Pastorino, dirigente di Salesforce Svizzera, citato in un comunicato odierno. “I nostri dati interni indicano invece che molti acquisti più grandi o più costosi slittano ai giorni delle promozioni, nella speranza di ottenere le offerte migliori. Con l’aiuto di agenti di IA le aziende possono identificare questi pattern e far sì che le loro offerte seguano strategie di personalizzazione più efficaci, a condizione di disporre di una base di dati di qualità”.

“Il potenziale è chiaro, ma la fiducia e la trasparenza sono decisive”, prosegue il manager. “Le aziende possono utilizzare l’IA per scalare le offerte in maniera mirata, per decongestionare i servizi alla clientela e migliorare l’esperienza del consumatore. I consumatori entrano in contatto con l’IA spesso in maniera indiretta o senza accorgersene, ma mantengono il controllo sulle loro decisioni. In futuro, probabilmente aumenteranno comunque gli scenari in cui gli agenti di IA interagiscono direttamente tra loro, il che apre interessanti possibilità sia lato business sia lato cliente”, conclude l’operatore.

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