Birra: la sete è ancora in calo, ma avanza l’analcolica
Complice fra l'altro la meteo non sempre favorevole è diminuita la sete di birra in Svizzera.
(Keystone-ATS) Nell’annata 2023/2024 (avviata nell’ottobre dell’anno scorso e conclusasi nel recente mese di settembre), le vendite si sono attestate a 4,5 milioni di ettolitri (450 milioni di litri), l’1,6% in meno dei dodici mesi precedenti.
“Le distorsioni causate dalle drastiche misure di protezione contro il coronavirus non sono ancora state superate”, afferma l’Associazione svizzera delle birrerie (ASB) in un comunicato odierno. “La crescita dei prezzi dell’energia, l’aumento del costo della vita per i consumatori, il maltempo e l’incertezza riguardo alla situazione globale sul fronte della sicurezza hanno avuto un impatto negativo sul consumo di birra”.
La produzione indigena (-1,7% a 3,6 milioni di ettolitri) si è contratta in modo più marcato delle importazioni (-1,3% a 1,0 milioni). L’import rappresenta il 21% del mercato: la più alta percentuale, il 26%, era stata registrata nel 2012/2013.
Continuano intanto ad aumentare le vendite della birra senz’alcol: il comparto segna +12%, con una quota di mercato che è salita al 7%, a fronte del 6% dell’anno prima. “La scelta si sta ampliando e la domanda è in crescita”, commentano gli specialisti dell’ASB.
Fondata nell’aprile del 1877, l’ASB ha sede a Zurigo e conta oggi 40 aziende – dal 2022 anche una nella Svizzera italiana: l’Officina della Birra SA di Bioggio – che producono 600 tipi di birra. Stando all’ASB, il ramo realizza un fatturato annuo di oltre 1 miliardo di franchi e comprende 50’000 posti di lavoro diretti o indiretti.