BCE mantiene i tassi fermi e migliora stime PIL 2025

La Banca centrale europea (BCE) mantiene i tassi invariati per la terza riunione consecutiva del suo Consiglio direttivo. Il tasso sui depositi resta al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%
(Keystone-ATS) L’ultimo taglio risale a giugno. La BCE nel percorso futuro dei tassi seguirà “un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, si legge nel comunicato pubblicato dopo la decisione di politica monetaria. La BCE – si ribadisce nel documento – deciderà “senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
In conferenza stampa la presidente dell’istituto Christine Lagarde ha spiegato che “la decisione di lasciare i tassi invariati oggi è stata unanime. Abbiamo discusso le previsioni e i rischi ma quello che ho appena formulato è stato oggetto di un accordo unanime”. Ha quindi fatto riferimento alla formula secondo cui l’istituto “è ben posizionato” per rispondere ai dati economici che valuterà riunione dopo riunione.
La BCE “ha tutti gli strumenti necessari, se la trasmissione della politica monetaria dovesse diventare inefficiente”, ha spiegato la Lagarde in risposta a una domanda sulla volatilità vista sugli spread. A una domanda specifica sullo spread della Francia, ha poi detto di essere “fiduciosa che le autorità lavoreranno per ridurre l’incertezza il più possibile” anche grazie al quadro di regole di bilancio europee.
A suo dire “la BCE monitora attentamente” il mercato obbligazionario, che tuttavia “sta funzionando in maniera ordinata e con buona liquidità” e “con movimenti limitati fra gli spread dei vari paesi rispetto alla Germania”.
L’uso dei “TPI”, lo scudo anti-spread della BCE, “non è stato discusso in alcun modo nel corso del Consiglio direttivo” di oggi, ha dichiarato la Lagarde, aggiungendo che l’attivazione del TPI è decisa “in base a criteri, valutazioni di mercato, e infine una decisione del Consiglio direttivo. Ma i criteri per attivarlo non sono assolutamente scritti sulla pietra”.
Sempre oggi la BCE ha inoltre migliorato all’1,2% la sua stima di crescita per l’area euro nel 2025, contro lo 0,9% indicato a giugno prima dell’accordo con gli USA sui dazi. La stima per il 2026 è invece stata limata da +1,1 a +1% e quella per il 2027 confermata a +1,3%, comunica l’Eurotower. Le “staff projections” della BCE alzano poi la stima d’inflazione al 2,1% per il 2025 (dal 2%), poi all’1,7% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.
“I rischi per la crescita sono diventati bilanciati”, ha detto la Lagarde in un’inversione di marcia rispetto alla formula dei “rischi orientati al ribasso” adottata finora. Essa ha spiegato che la crescita acquisita dall’economia dell’area euro a metà 2025 è dello 0,7% e “le indagini suggeriscono che sia i servizi che la manifattura continuano a segnalare una spinta positiva”, e che l’effetto dell’accordo sui dazi “si vedrà nel tempo”.
“Non posso caratterizzare la posizione della BCE sui tassi in termini di una pausa o di una direzione di marcia. Tutto ciò è spazzato via dai principi che ci siamo dati, cioè di dipendere dai dati, di decidere riunione dopo riunione in maniera non predeterminata”, ha ancora detto la presidente dell’Eurotower rispondendo alla domanda se la decisione di mantenere i tassi d’interesse invariati per la terza riunione consecutiva riflettesse una pausa all’interno di una direzione di marcia al ribasso.
La Lagarde ha poi definito “giusto riferirsi a una resilienza dell’economia dell’area euro. Lo 0,7% di crescita acquisita nel primo semestre è indicativo di questa resilienza” e “la revisione della crescita per l’intero 2025 da 0,9% a 1,2%, se uno ci pensa, è un miglioramento del 30%”.
Secondo la presidente della BCE “ci saranno difficoltà” ma anche un sostegno alla crescita dal miglioramento del reddito disponibile grazie alla discesa dell’inflazione e ai dati positivi sugli occupati, che aiuteranno i consumi, e “ai significativi investimenti in infrastrutture e difesa oltre che ai Piani nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che continueranno a godere di finanziamenti fino al 2026”.
La Lagarde ha quindi sottolineato che “è cruciale rafforzare con urgenza l’economia dell’area euro in questa situazione geopolitica. Ad un anno dal Rapporto Draghi, è essenziale dare seguito alle sue raccomandazioni con azioni concrete”. La presidente della BCE ha definito “essenziale” anche il completamento dell’Unione bancaria e l’implementazione dell’Unione dei risparmi e investimenti, oltre alle disposizioni legislative “per la potenziale introduzione dell’euro digitale”.