Basilea Città sceglie stabilità, sia in governo che in parlamento
(Keystone-ATS) Le elezioni cantonali a Basilea Città hanno suscitato un entusiasmo contenuto (l’affluenza non ha superato il 45%) e l’esito è stato all’insegna della stabilità, sia in governo che parlamento.
Il nuovo consiglio di stato potrebbe essere la fotocopia di quello vecchio (sono stati eletti sei uscenti su sette, l’ultimo va al secondo turno), mentre in Gran consiglio la sinistra si è confermata leggermente più forte del fronte borghese, ma non maggioritaria.
Andando nei dettagli, per quanto riguarda l’esecutivo sono stati eletti al primo turno – in ordine di preferenze – Tanja Soland (PS), Kaspar Sutter (PS), Conradin Cramer (LDP, partito liberale-democratico, formazione diversa dal PLR), Lukas Engelberger (Centro), Mustafa Atici (PS) e Stephanie Eymann (LDP).
Esther Keller (PVL) è giunta settima, ma non ha ottenuto la maggioranza assoluta e dovrà affrontare un secondo turno, il 24 novembre. Dietro di lei si sono classificati – con distacchi via via sempre più consistenti – esponenti dei Verdi, del PLR, di UDC, di Basta (Basels starke Alternative, partito ecologico di sinistra) e di un’altra formazione politica. Il consiglio di stato risulta essere al momento così formato: 3 PS, 2 LPD, 1 Centro, 1 seggio non ancora assegnato.
Per quanto riguarda il parlamento, il partito socialista rimane di gran lunga la principale formazione politica, conquistando 31 seggi su 100, uno in più di quattro anni or sono. Seguono LDP (12), Verdi (12), UDC (12), PLR (7), Centro (7), Verdi Liberali (7), Basta (6), Evangelici (4) e altri (2). I cambiamenti sono stati minimi, facendo astrazione del fatto che per la prima volta Verdi e Basta si presentavano con liste separate: il mutamento più significativo appare la perdita di 2 mandati da parte del LDP. Visto che né la sinistra né i partiti borghesi arrivano a 51 seggi i Verdi liberali potrebbero continuare a rimanere decisivi quando si tratterà di formare maggioranze.
Una parola può essere spesa anche riguardo alle modalità di comunicazione dei risultati: la cancelleria ha fornito dati provvisori alle 12.00, sulla base delle schede inviate per corrispondenza, poi più nulla (né per il consiglio di stato, né per il Gran consiglio) sino alle 21.00: cosa peraltro prevista e annunciata sin da subito, un modus operandi lungi dall’aver fatto l’unanimità fra politici e giornalisti. Tra i due orari si è infatti instaurato un lasso di tempo che la Basler Zeitung non ha esitato a definire “periodo di attesa comatosa”.