Banche retail svizzere vedono all’orizzonte un’erosione dei margini
(Keystone-ATS) Le banche attive in Svizzera nel comparto retail – quello dei servizi per la vasta clientela – prevedono una contrazione dei margini.
Il 69% dei 33 istituti interpellati nell’ambito di un sondaggio si aspetta per i prossimi anni una graduale erosione su tale fronte, emerge da uno studio pubblicato oggi dalla società di consulenza EY.
Questa evoluzione sarà determinata dal previsto ritorno delle banche centrali a una politica monetaria più accomodante, a cui si aggiungono l’aumento della concorrenza da parte di altri operatori di mercato, nuovi o affermati, nonché l’incremento dei costi informatici e normativi.
I margini sono però ancora in una “confortabile zona”, scrivono gli esperti di EY. Gli istituti ritengono inoltre bassa la probabilità di “cambiamenti dirompenti”, a medio termine. “La Svizzera è ancora un’oasi di benessere per il settore, con spazio per (quasi) tutti”, afferma Markus Schmid, coautore dello studio e professore dell’Università di San Gallo, citato in un comunicato.
La maggior parte delle banche concorda con la tesi secondo cui le nuove tecnologie potrebbero intensificare la concorrenza. Tuttavia, le aziende fintech o le big tech sono viste come catalizzatori dell’innovazione e non come concorrenti diretti. Il mercato svizzero non viene peraltro ritenuto abbastanza interessante per le multinazionali del settore tecnologico, a causa delle sue dimensioni ridotte. Inoltre gli ostacoli normativi rendono più difficile l’ingresso.
Il tradizionale modello di business del retail banking rimane una garanzia di successo per quasi due terzi degli istituti intervistati: le banche rimangono il punto di contatto per il finanziamento, il risparmio e l’investimento. Una netta maggioranza concorda però con la necessità di nuovi approcci di consulenza: le banche devono avvicinarsi ai clienti in modo più proattivo e accompagnarli lungo l’intero ciclo di vita, affermano.
Le succursali manterranno probabilmente la loro importanza nei prossimi anni, nonostante i canali online: le filiali sono infatti importanti per avere un’elevata quota di mercato in una regione. Allo stesso tempo, però, le aspettative dei clienti sono alte, ciò che potrebbe portare a un aumento dei costi.
Le banche mostrano anche scarso entusiasmo per le iniziative di sostenibilità. La maggioranza degli istituti (57%) non vede una forte esigenza in materia da parte dei clienti e non riesce a individuare un valore aggiunto economico. D’altra parte, secondo il rapporto, i rischi di reputazione stanno aumentando a causa dei maggiori requisiti normativi e delle aspettative sociali.
Stando allo studio gli istituti si sentono sempre più costretti a svolgere il ruolo di “poliziotto della sostenibilità” e sono infastiditi dal fatto di dover perseguire una politica climatica con il denaro dei clienti. Per due terzi delle banche intervistate la sfida maggiore è rappresentata dalla preparazione dei rapporti di sostenibilità.