Banche estere: “non stiamo morendo, la nostra importanza aumenta”
(Keystone-ATS) Le banche estere in Svizzera – con forte presenza anche in particolare a Lugano – hanno dietro di loro un periodo difficile, ma l’attuale tendenza è positiva e la loro importanza all’interno della piazza finanziaria elvetica sta aumentando.
Lo afferma Raoul Oliver Würgler, segretario generale della AFBS, associazione che le rappresenta.
Come peraltro l’intero settore, le banche estere hanno vissuto decenni difficili, riconosce lo specialista in un’intervista pubblicata oggi dal portale Finews. “Intorno all’inizio del nuovo millennio, molte banche avevano una filiale in Svizzera, a volte di dimensioni molto ridotte: il servizio ai clienti privati facoltosi svolgeva un ruolo importante. Poi è arrivata la svolta con la trasparenza fiscale internazionale, accompagnata da una maggiore complessità normativa. Questo ha rappresentato un importante fattore di costo per tutti gli istituti in Svizzera e ha avuto un impatto negativo sul modello di business: anche le banche estere non ne sono uscite indenni. Nel complesso, tuttavia, stiamo assistendo a una tendenza positiva”.
Quindi – chiede il giornalista – l’immagine corrente che vuole la moria delle banche interessare principalmente quelle straniere è sbagliata? “Sì”, risponde l’intervistato. “Anzi, la nostra quota sul totale delle società è addirittura aumentata, passando da circa un quarto a un terzo”.
Da dove nasce allora l’impressione generale? “Quando una banca scompare, per quanto piccola, fa notizia. Se invece una grande azienda trasferisce un’unità con diverse centinaia di dipendenti dalla Svizzera a un altro paese, l’attenzione è minore perché la banca è ancora lì”.
Le opportunità per fare buoni affari rimangono e si estendono. “Soprattutto le grandi banche estere hanno capito che la Svizzera è una piazza molto interessante per il corporate banking”, cioè le attività con le imprese. “L’economia elvetica è molto internazionale, ci sono molte strutture globali complesse”.
“Prendiamo la Bank of China”, prosegue l’esperto. “Ha aperto una filiale in Svizzera tre anni or sono e si concentra su finanziamenti commerciali e corporate banking. Ha molto da offrire all’industria svizzera. Non solo in Cina, ma anche in aree del mondo fortemente influenzate dalla Cina, come alcuni mercati dell’Africa o dell’America Latina. Le aziende hanno la loro sede centrale nella Confederazione, quindi devono essere seguite qui. Molte di queste imprese trovano in una banca estera un partner prezioso, soprattutto grazie alla sua rete globale”.
Lo spostamento verso la clientela aziendale è stato ulteriormente accentuato dalla perdita di Credit Suisse come tradizionale banca d’affari svizzera. “Questo evento ha sicuramente reso i nostri membri ancora più consapevoli di avere molto di più da offrire all’economia elvetica rispetto alla gestione patrimoniale”, osserva Würgler.
Dieci giorni or sono l’AFSB si è rivolta al grande pubblico con un comunicato stampa in cui prospettava un aumento degli sforzi da parte delle banche straniere per attirare la clientela aziendale, in concorrenza a UBS. “Vogliamo semplicemente sottolineare le opzioni interessanti che le banche estere offrono ai clienti aziendali e il modo in cui possiamo sostenere l’economia svizzera come partner”.
La situazione legata a Credit Suisse e UBS ha anche certamente contribuito al fatto che l’associazione comunica in modo più ampio. “Ma c’è stato un cambiamento generale verso una maggiore trasparenza nel settore bancario. Questo include anche la comunicazione pubblica da parte degli operatori”.
Però se la clientela aziendale guadagna di importanza, il private banking diventa obsoleto? “Niente affatto. Soprattutto in tempi di incertezza geopolitica (leggasi: guerra in Ucraina), paesi stabili come la Svizzera sono molto richiesti per la gestione e la diversificazione del patrimonio internazionale”.
Che cosa dire della politica delle sanzioni praticata dalla Confederazione? La regolamentazione è un compito sovrano. Con le sanzioni internazionali non si può mantenere la discrezione che forse si vorrebbe. Era chiaro che la Svizzera doveva armonizzarsi con il mondo occidentale, al quale appartiene economicamente, culturalmente e storicamente. Non poteva viaggiare su un treno speciale”, conclude l’esperto.
L’Associazione delle banche estere in Svizzera (Association of Foreign Banks in Switzerland, AFBS) è stata fondata nel 1972. Ha 92 membri, di cui 10 in con sede in Ticino (dati del luglio 2024). Insieme all’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) è la principale organizzazione del ramo nel paese.