Baby boomer rimangono nelle loro case, non ci sarà ondata vendite

I baby boomer tendono a rimanere nelle proprie case in proprietà dopo il pensionamento e la disponibilità a trasferirsi rimane molto bassa anche in età avanzata: per questo non ci si deve aspettare un'ondata di vendite, afferma uno studio di Raiffeisen.
(Keystone-ATS) Secondo gli esperti della banca non è da attendersi uno “tsunami d’argento”, ovvero un grande volume di cessioni di proprietà abitative dovuta al fatto che un numero crescente di baby boomer disposti a vendere si trova di fronte a un minor numero di acquirenti delle generazioni più giovani. Questo perché la stragrande maggioranza dei proprietari di casa è molto soddisfatta della propria situazione abitativa e rimane nelle proprie quattro mura per molto tempo anche dopo il pensionamento.
“Il calo della quota di proprietà abitative tra le fasce di età più anziane suggerisce erroneamente un’elevata propensione a vendere in età avanzata”, osserva il capo economista di Raiffeisen Fredy Hasenmaile, citato in un comunicato. In realtà la quota è in calo solamente perché, facendo un confronto trasversale, per motivi strutturali le generazioni nate prima del 1945 hanno sempre avuto un tasso di proprietà inferiore rispetto a quello dei baby boomer”.
Quanto i pensionati siano soddisfatti di vivere tra le proprie quattro mura è dimostrato anche dalla loro bassissima mobilità residenziale. Il tasso di trasloco dei proprietari di case in età di pensionamento si aggira intorno all’1,5%, sia per le proprietà per piani sia per le case unifamiliari. A titolo di confronto: l’analogo indicatore per i pensionati che vivono in affitto è pari al 4,1%, quasi tre volte tanto. Anche con l’aumentare dell’età non si rileva un particolare incremento della propensione a spostarsi, che per i proprietari di case unifamiliari con più di 75 anni è solamente dell’1,6%.
Inoltre con l’avvicinarsi dell’età pensionabile diminuisce la disponibilità a vendere la proprietà abitativa in età avanzata o a trasmetterla all’interno della famiglia durante la vita, emerge da un sondaggio condotto da Raiffeisen. Anche il trasloco in un appartamento in affitto è una soluzione che in realtà solo raramente si concretizza.
Il mercato immobiliare non è tuttavia del tutto immune dal processo di invecchiamento demografico in corso: esso ha infatti un impatto sulla domanda di immobili e si riflette in un indebolimento della dinamica dei prezzi. Ad esempio i comuni demograficamente giovani con una quota di persone oltre i 65 anni pari al 15% hanno registrato negli ultimi tre anni una crescita annua dei prezzi superiore di circa 0,75 punti percentuali rispetto alle località con una presenza doppia di pensionati. Fattori come la forte carenza di offerta, i bassi tassi di interesse e l’elevata immigrazione hanno però avuto finora un impatto molto maggiore sull’andamento dei prezzi ed è improbabile che questa situazione cambi radicalmente in futuro: da un lato, il divario salariale con gli altri paesi fa sì che la Svizzera possa continuare ad attendersi una forte immigrazione, dall’altro il numero crescente di famiglie anziane comporta che lo spazio abitativo sia utilizzato in modo inefficiente e così la carenza sul mercato immobiliare svizzero persisterà a lungo termine.
“Chi spera che il costo delle abitazioni di proprietà scendano presto a causa della demografia resterà probabilmente deluso: in Svizzera non ci si può aspettare un calo dei prezzi delle proprietà abitative o addirittura un crollo”, sostiene Hasenmaile. “Il cambiamento demografico può essere piuttosto visto come un’opportunità per alleviare la carenza di alloggi”.
Nel frattempo sul mercato degli spazi abitativi in affitto la situazione rimane complessivamente molto tesa. Il vivace dibattito pubblico sulla mancanza di offerta di alloggi non ha ancora portato a un’accelerazione significativa della costruzione di alloggi, motivo per cui la domanda continua a superare notevolmente l’offerta, ravvisano gli esperti di Raiffeisen. Ciò è esemplificato dal fatto che il numero sensibilmente maggiore di appartamenti offerti in affitto dalla fine del 2024 viene immediatamente assorbito dal mercato. “In futuro ci si deve aspettare un notevole aumento dei canoni di locazione richiesti e una diminuzione dei tassi dei locali sfitti nel mercato svizzero degli appartamenti in affitto”, conclude Hasenmaile.