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Aziende svizzere restano competitive malgrado aumento pressione

Keystone-SDA

Due terzi delle aziende svizzere considerano la propria competitività "buona" o "molto buona". Tuttavia, la pressione della concorrenza è aumentata significativamente negli ultimi cinque anni. È quanto porta a galla uno studio pubblicato oggi da UBS.

(Keystone-ATS) Per l’indagine, il leader bancario elvetico ha interrogato 805 imprese. Il 42% di esse valuta la sua posizione rispetto ai concorrenti come “buona”, mentre il 25% si spinge fino a “molto buona”. Solo il 6% giudica la sua situazione sul mercato “pessima”.

Tra le valutazioni negative, vi è una percentuale particolarmente elevata di aziende industriali ed esportatrici. Ciò è dovuto al fatto che, al momento del sondaggio, ossia lo scorso mese di aprile, la politica in materia di dazi del presidente statunitense Donald Trump, la minaccia di conflitti commerciali e la forza del franco pesavano parecchio su questi ambiti.

L’aumento della pressione osservato di recente non proviene solo dall’estero, bensì pure dal mercato interno. Tra le aziende intervistate, il 44% segnala un’intensificazione della concorrenza in Svizzera e il 43% una maggiore spinta da parte dei Paesi emergenti.

Senza misure sostanziali, il 32% delle società prevede un peggioramento della propria posizione competitiva nei prossimi tre anni. In caso di inazione, le più esposte saranno le grandi aziende.

Nello specifico, le imprese elvetiche sperano di migliorare sensibilmente la loro situazione investendo nella ricerca e nello sviluppo. Ciò è visto come un antidoto contro la concorrenza proveniente da Paesi in via di sviluppo e dove la manodopera costa meno.

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