Assicurazioni complementari: donne pagano più degli uomini
(Keystone-ATS) In materia di assicurazione sanitaria complementare le donne pagano di più, con premi che possono arrivare a tre volte quelli di un uomo.
“Queste differenze sono numerose tra gli assicuratori”, conferma all’agenzia Awp Felix Schneuwly, specialista assicurativo della piattaforma di confronti Comparis.
Le casse malati giustificano le discrepanze con una diversità di rischio: esse sono legate a prestazioni più o meno elevate, sottolinea un portavoce di Helsana. In altre parole, le donne consumano in media più cure degli uomini, almeno in una determinata fascia d’età. “Tra i 20 e i 35 anni, i costi maggiori sono dovuti principalmente alla maternità”, spiega un addetto stampa di Groupe Mutuel.
Per questo motivo il divario tende a ridursi dopo i 50 anni, soglia che corrisponde all’età media della menopausa, fino a invertirsi definitivamente in età più avanzata, sottolinea un broker assicurativo anonimo, con tanto di cifre a sostegno: una donna di 55 anni pagherà solo il 10% in più di un uomo per il suo premio di ospedalizzazione con Helsana, mentre dopo gli 86 anni la tariffa sarà di 100 franchi più cara per gli uomini. Statisticamente, “tra le persone anziane, sono generalmente gli uomini a dover essere ricoverati più spesso”, fa presente Groupe Mutuel.
Nell’assicurazione complementare ambulatoriale – che copre la medicina alternativa come i massaggi e altre tecniche manuali, nonché la terapia di rilassamento, l’ipnosi e la fitoterapia – le donne ricorrono più spesso ai servizi. “È molto chiaro che tra i nostri clienti, a parte qualche seduta di osteopatia, gli uomini sono meno consumatori”, sottolinea il broker, la cui società gestisce i portafogli di diverse decine di migliaia di persone.
In questo contesto l’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) insiste sul fatto che la differenziazione per sesso ed età non costituisce una discriminazione, aggiungendo che i premi per le varie categorie non devono sovvenzionarsi a vicenda.
Lungi dall’essere arbitrari, i calcoli si basano su dati statistici pertinenti e comprovati, che vengono sottoposti all’autorità di vigilanza per essere convalidati, sottolinea l’Associazione svizzera d’assicurazioni (ASA), che rappresenta gli interessi delle società private. “La tariffa può essere applicata solo dopo che è stata esaminata e approvata”, le fa eco la Finma. Qualsiasi abuso, ossia una disparità di trattamento non giustificabile su basi legali e attuariali, comporta l’intervento di Berna.
Da parte sua Schneuwly sottolinea però che nei paesi vicini il tipo di differenziazione in esame, che si applica peraltro anche ad altri prodotti come l’assicurazione auto (in tal caso a svantaggio degli uomini), non è consentita. Dalla fine del 2012 l’Ue ha imposto tariffe assicurative identiche per uomini e donne, con la motivazione che la parità di trattamento è “un diritto fondamentale nell’Unione europea”.
Intanto però in Svizzera le differenze di premio rimangono e sono anche notevoli, ma a meno che non si richiedano diversi preventivi individuali è difficile effettuare un confronto. Secondo la Finma ogni assicuratore gode del principio della libertà economica nel definire i propri prodotti e le proprie tariffe: di conseguenza, la copertura varia da una compagnia all’altra, con alcuni piani integrativi che includono, ad esempio, le cure dentistiche o la correzione della vista. Per non parlare dei limiti di rimborso, delle franchigie e dei periodi di attesa.
“Visto che le offerte non sono direttamente comparabili come nell’assicurazione di base la scelta dipenderà maggiormente dalle esigenze e dalle modalità di utilizzo”, argomenta Schneuwly. Questo rende difficile progettare un comparatore online. C’è poi il questionario sulla salute richiesto dalla cassa che, a seconda della storia clinica dell’assicurato, può comportare esclusioni o variazioni delle tariffe. I consumatori dovrebbero perciò richiedere più offerte a diverse compagnie se vogliono risparmiare, sostiene l’esperto.
Anche un cambiamento di sesso può comportare una variazione dei premi della complementare. Una persona nata biologicamente maschio che effettua un cambio all’anagrafe potrebbe quindi vedersi aumentare il premio, anche se non ha alcuna possibilità di rimanere incinta o partorire. Al contrario, una persona nata femmina e che diventa maschio all’anagrafe beneficerebbe di una riduzione, anche se potrebbe partorire. Il cambio di sesso comporta una modifica del gruppo di persone assicurate e “finora non c’era distinzione tra il sesso scelto e quello biologico, quindi il premio potrebbe aumentare o diminuire” in caso di transizione, spiega l’assicuratore Zurich.