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Archive in febbraio a Zurigo per due concerti con scalette diverse

Keystone-SDA

A febbraio il collettivo britannico Archive si esibirà alla Halle 622 di Zurigo per due date con ciascuna sera scalette completamente diverse. Keystone-ATS ha discusso dei cosiddetti "double header show" e dei 30 anni della band con uno dei membri Dave Pen.

(Keystone-ATS) Il 19 febbraio il collettivo, la cui musica spazia dall’elettronica al rock progressivo e trip hop, suonerà gli album “You All Look The Same To Me” (2002) e “Noise” (2004), mentre l’indomani sarà il turno di “Controlling Crowds Part I-III & Part IV” (2009).

“In Inghilterra molte band fanno questo tipo di tour con album classici”, spiega Dave Pen, uno dei cantanti, chitarristi e percussionisti degli Archive, in un’intervista a Keystone-ATS.

Quattro album in due sere

Il double header show tour che gli Archive inizieranno domani a Londra coincide con la ristampa dei vecchi album della band su vinile, precisa Pen.

“Faremo due sere con quattro album, è molto lavoro ma è tipico di noi fare qualcosa di abbastanza grande”, dice. “È una sorta di percorso naturale far sì che questi album vengano ristampati su vinile”. Dietro la scelta dei quattro dischi non c’è un particolare motivo, semplicemente il fatto di non averli suonati da tempo e che siano “veramente belli”.

Il pubblico però non deve certamente attendersi ad un copia-incolla dell’album riprodotto come se venisse ascoltato da CD o vinile: “è troppo facile”. “Non vogliamo suonare le canzoni di questi album in ordine ma mischiarle perché con gli Archive tendiamo a mischiare le cose per creare più atmosfera”, spiega.

“Abbiamo qualche buona idea su come suonare i pezzi e non vediamo l’ora di ripetere il tutto. Ci saranno probabilmente delle belle sorprese negli show che per ora non posso rivelare”, dice Pen.

Questo tour va inteso come una celebrazione di questi dischi con i nostri fan, aggiunge, “sono album davvero intensi e penso che molte delle canzoni siano ancora parecchio attuali, hanno ancora un senso”. “Penso che sarà una grande gioia suonarle, non vedo l’ora”, afferma.

Doppia data a Zurigo

“Ci piace esibirci in Svizzera, le reazioni sono sempre molto buone. Abbiamo sempre suonato in Svizzera nel corso dei nostri tour. Sarà bello, spero non ci sarà troppa neve”, scherza.

Un tour come quello che passerà da Zurigo con ad ogni tappa due sere con scalette completamente diverse richiede una certa preparazione.

“Ci saranno due scalette con venti canzoni ciascuna, il che fa 40 brani su due sere”, spiega Pen. “Non si tratta di canzoni pop veloci ma alcuni di questi brani durano 20 minuti o 11 minuti”, precisa, “prepararsi per questo tipo di setlist sarà davvero intenso ma ci piacciono le sfide”.

30 anni di Archive

Gli Archive si sono formati a Londra nel 1994 e nel 2024 hanno compiuto 30 anni. Abbiamo chiesto a Pen, che si è unito nel 2004 alla band fondata da Darius Keeler e Danny Griffiths, cosa rappresentasse questo anniversario. “Lo so è assurdo! Sono vent’anni che faccio parte del collettivo. Non abbiamo nemmeno parlato di questo anniversario, credo perché siamo in tour e stiamo facendo le ristampe dei vinili”, esclama.

“Abbiamo festeggiato il 25esimo anniversario ma è vero che per il trentesimo non abbiamo pensato a niente”, spiega, “ma in un certo senso le ristampe degli album fungono da celebrazione”.

Da band a collettivo

“Prima che io e Pollard (Berrier, ndr.) entrassimo negli Archive nel 2004 erano piuttosto una band, poi quando abbiamo fatto ‘Lights’ siamo diventati il collettivo che Danny voleva. Da allora ci siamo intrecciati nel nostro modo di pensare e sapevamo stavamo evolvendo”. Nel collettivo non c’è più soltanto un cantante, tutto è molto più libero, spiega Pen.

“L’evoluzione vera e propria è arrivata con ‘Controlling Crowds’, ma gli Archive stanno ancora evolvendo”, precisa. Il collettivo britannico è noto per essere una delle migliori band dal vivo, al proposito Pen dice: “siamo diventati sempre più forti e fiduciosi”.

“I nostri concerti sono sempre stati molto intensi e penso sia ancora così”, dice. “Quando suoniamo dobbiamo avere un certo spazio mentale per esprimere certe canzoni perché alcune di queste non sono facili da eseguire, sono molto emotive. L’espressione è sempre stata un punto cruciale della band”, aggiunge.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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