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“Livello del Lago Maggiore troppo basso, agricoltori in pericolo”

Il livello del Lago Maggiore è troppo basso e il parco e le aziende agricole lungo il fiume Ticino rischiano di pagarne pesantemente le conseguenze. È questo l’appello lanciato alla Svizzera dalla presidente onoraria del Fondo Ambientale Italiano Giulia Maria Crespi. Le misure previste dalla Regione Lombardia, secondo lei, non sono sufficienti. 

Il braccio di ferro con Regione Lombardia sembra condurre a un punto morto e Giulia Maria Crespi si rivolge, ora, alla Svizzera con un appello che nasconde anche una pesante accusa: “Il livello dell’acqua del Lago Maggiore – afferma la presidente onoraria del Fondo Ambientale Italiano (FAI) – è tenuto troppo basso per permettere a chi si è insediato sulle sue rive di sfruttare le spiagge più o meno abusive nate nel corso degli anni. Senza neve né piogge – prosegue – a breve saremo di fronte a un nuovo allarme siccità con gravi problemi per le settemila aziende agricole che sorgono sulle sponde del Ticino e per la biodiversità del suo parco”.

Secondo la coriacea fondatrice del FAI, quindi, le istituzioni dovrebbero prevedere riserve d’acqua utili a conservare un livello del bacino lacustre tale da permettere di irrorare il letto del fiume Ticino durante tutto l’anno, anche nei mesi più secchi.

La signora Crespi, protagonista di alcuni articoli sui quotidiani nazionali per le sue accuse alla Regione Lombardia, trova nell’assessore all’Ambiente, Claudia Terzi, un interlocutore intransigente tanto quanto lei: “Alla signora Crespi e ai nostri cittadini diciamo che Regione Lombardia ha già messo sul piatto investimenti per 7 milioni di euro, con progetti volti ad aumentare il livello minimo del Ticino e a migliorare non solo la quantità, ma anche la qualità dell’acqua. Il tutto – conclude la Terzi – nonostante i tagli del governo cui siamo continuamente soggetti”.

Per la Crespi, però, non è abbastanza: “Gli interventi di cui si parla non sono sufficienti, occorre un monitoraggio durante tutte le stagioni. A Bereguardo, poi, i lavori cominceranno, se va bene, solo in autunno. Inoltre, oltre ai livelli dell’acqua, siamo davanti a gravi problemi di inquinamento e alla presenza di centinaia di cinghiali che mandano in fumo i raccolti”.

Da qui, la richiesta d’aiuto ai vicini ticinesi: “Chiedo alla Svizzera, da sempre più avanti dell’Italia sotto molti aspetti, di guardare agli imprenditori agricoli che dipendono direttamente dalla capacità d’acqua del Lago Maggiore. Non si guardi solo agli interessi dei residenti”. 

 

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