Alleanza sovranisti Orban, Babiš, Kickl, ‘aperti a altri’
(Keystone-ATS) Herbert Kickl leader del Partito delle Libertà austriaco (Fpö), l’ex primo ministro ceco Andrej Babiš della formazione liberal-populista Ano e il primo ministro ungherese Viktor Orban annunciano una alleanza politica.
Quest’ultima è pronta “a coinvolgere altri partiti europei per poi uniti ridare all’Europa un futuro”.
Lo ha detto Kickl nella conferenza stampa che i tre stanno tenendo a Vienna. È “una nuova alleanza politica formata da forze patriottiche che svolgono tutte un ruolo di primo piano nei loro paesi”, ha affermato sottolineando che la costituzione del gruppo precede l’imminente seduta di costituzione del Parlamento europeo.
Per costituire un nuovo gruppo politico europeo al Parlamento sono necessari almeno 23 eurodeputati appartenenti ad almeno sette Paesi. L’Fpö di Kickl ha 6 seggi, l’Ana di Babiš ne ha 7 mentre Fidesz ne ha 10. Il termine per costituire i gruppi è il 4 luglio, in vista della prima plenaria dell’Eurocamera dal 16 luglio.
“Presentiamo oggi questo gruppo composto da 3 partiti e i loro rappresentanti che stabilizzeranno questo nuovo movimento patriottico” in Europa e avvieranno “questa necessaria svolta politica”, ha detto Kickl. “Tutte le forze politiche che lo desiderano e vogliono unirsi ai nostri sforzi di riforma” saranno “accolte con un caloroso benvenuto”: “Sta già diventando evidente sullo sfondo che ce ne saranno più di quanto alcuni di voi probabilmente sospettino in questo momento”.
“Questa nuova alleanza patriottica rappresenta una via della ragione”, ha aggiunto. Significa che “le competenze nazionali sono nuovamente ancorate alla patria”, contro “il postulato della sussidiarietà, l’escalation dell’immigrazione clandestina e chiedono anche una soluzione pacifica alla guerra tra Russia e Ucraina”, ha affermato il politico austriaco. L’alleanza è “un nucleo forte” e “sono convinto che molti altri si uniranno a noi nei prossimi giorni”. “Non siamo interessati a distruggere l’Europa” ma “vediamo il nostro compito nel ravvivare il carattere pluralistico del nostro continente”. “Non resteremo inattivi a guardare mentre si sviluppa un superstato europeo in cui i parlamenti degli Stati membri, che vengono legittimati dai loro cittadini, vengono poi tagliati o degradati a una sorta di reparto folcloristico in cui la sovranità e l’autodeterminazione dei singoli Stati non sono altro che gusci vuoti”.