Al via rimozione dei detriti del porto distrutto a Beirut
(Keystone-ATS) Mentre il Libano si avvicina al quarto anniversario della devastante esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020, il governo ad interim annuncia l’inizio dei lavori per la rimozione dei detriti delle strutture distrutte.
Ma rimane di fatto ferma l’inchiesta giudiziaria per far luce sulle responsabilità della deflagrazione, che ha provocato la morte di almeno 235 persone e il ferimento di altre 6500, di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio, custodite per sette anni in un hangar del porto. La rimozione delle circa 9000-25’000 tonnellate di rottami metallici inizierà nei prossimi giorni, ha dichiarato il ministro ad interim dei Lavori Pubblici, Ali Hamieh.
Il ministro ha affermato che questa operazione libererà circa 150’000 metri quadrati di spazio prezioso per investimenti locali e internazionali e contribuirà, dunque, a raccogliere in futuro non meglio precisate risorse finanziarie nelle casse dello Stato. Il Libano è in bancarotta dall’estate del 2019, quando si è palesata la peggiore crisi economica della sua storia.
La raccolta dei detriti sarà affidata alla compagnia libanese Concord, che ha vinto una gara d’appalto ministeriale lanciata lo scorso settembre. Il ministro Hamieh aveva nel marzo scorso presentato un piano di riabilitazione del porto, sviluppato dalle società francesi Egis e Artelia e dall’azienda statale francese Electricité de France (Edf). Esso prevede la riorganizzazione del traffico all’interno e intorno al porto, la ristrutturazione del Molo 9 e l’installazione di pannelli solari in un’area di circa 50mila metri quadrati.