AG: autore massacro Rupperswil può sperare in terapia

L'autore del "massacro di Rupperswil", risalente al dicembre 2015, può sperare in una terapia su base volontaria in carcere. Il Tribunale amministrativo del canton Argovia ha infatti parzialmente accolto un ricorso in tal senso inoltrato dallo svizzero di 42 anni.
(Keystone-ATS) Concretamente, la corte ha stabilito che il Dipartimento cantonale dell’interno dovrà portare a termine il processo di valutazione e accertamento avviato a suo tempo dal servizio psichiatrico-psicologico nei confronti dell’uomo condannato nel 2018 all’ergastolo, e quindi prendere una nuova decisione.
Il Tribunale ha in particolare annullato una precedente decisione del Dipartimento cantonale, contrario alla possibilità di sottoporre il detenuto a una terapia. Per la corte, non è possibile affermare con certezza che per il ricorrente “non ci si possa aspettare alcun significativo successo di reinserimento sociale”.
Il massacro di Natale
Il 21 dicembre del 2015 l’uomo ha ucciso, tagliando loro la gola, una madre di famiglia 48enne, i suoi due figli di 13 e 19 anni e un’amica 21enne del primogenito, che si trovavano tutti a casa della donna per l’imminente Natale.
Prima di sterminare la famiglia, ha inoltre mandato la madre a prelevare 11’000 franchi in due banche e ha abusato sessualmente del figlio minore. Dopo il massacro, ha tentato di cancellare le tracce dando fuoco all’abitazione. È stato arrestato a quasi sei mesi dai fatti, mentre stava preparando analoghi attacchi ai danni di altre famiglie nei cantoni di Soletta e Berna.
L’uomo, con tendenze pedofile conclamate, è stato giudicato colpevole di assassinio plurimo, ripetuta estorsione, sequestro di persona, atti sessuali con un fanciullo, ripetuta coazione sessuale, incendio intenzionale, possesso di materiale pornografico proibito, nonché di atti preparatori punibili in vista di altri crimini. In prima istanza il tribunale distrettuale di Lenzburg aveva ordinato nei suoi confronti una terapia di tipo ambulatoriale, misura poi revocata dal tribunale cantonale.
Oltre all’ergastolo, il “mostro di Rupperswil” è stato condannato all’internamento ordinario, che non è stato contestato dal diretto interessato. Ciò presuppone, secondo una decisione del Tribunale federale, che non potrebbe accedere a misure terapeutiche di lunga durata, perché le condizioni per il trattamento non sono soddisfatte.