Affermazioni Glarner non sottostanno alla protezione dell’immunità
Le affermazioni del consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG) sull'Islam sui social media non sono protette dall'immunità. Secondo la competente commissione del Nazionale (CDI-N), il democentrista non può essere privilegiato rispetto ai privati cittadini.
(Keystone-ATS) La CDI-N non è quindi entrata nel merito della richiesta di soppressione dell’immunità presentata il 15 ottobre 2024 dal Ministero pubblico del Cantone di Berna, indicano stasera i servizi del Parlamento. La decisione è stata presa di misura, con 5 voti favorevoli e 4 contrari.
Glarner aveva pubblicato sui social network il seguente post: “non dovremmo forse lentamente fermare una religione i cui membri enfatizzano le loro richieste di velo, diritti speciali, califfati, minareti, richiami alla preghiera, tribunali della Sharia, ecc. con attentati esplosivi e attacchi a cittadini innocenti?”. Aveva accompagnato il messaggio con l’hashtag “#stopall’islam”.
Secondo la commissione, le osservazioni del consigliere nazionale sono state formulate in modo troppo generico e indifferenziate per consentire di stabilire un legame con determinati affari parlamentari o di poterne desumere misure legislative concrete. “Un trattamento privilegiato rispetto ai privati che si esprimono in modo simile sui social media non sarebbe quindi giustificato”.
Per questi motivi la Commissione non rileva una connessione diretta con il mandato parlamentare e, con 5 voti contro 4, non è entrata nel merito della richiesta. Prossimamente spetterà alla Commissione giuridica del Consiglio degli Stati trattare il caso ed esprimersi in merito.
Decisione sospesa
La Commissione ha invece sospeso la decisione sulla richiesta di revoca dell’immunità di altri due consiglieri nazionali dell’UDC, il capogruppo Thomas Aeschi (ZG) e Michael Graber (VS). Aeschi e il suo collega di partito erano stati energicamente respinti da agenti di polizia federale armati durante una visita a Palazzo federale del presidente del Parlamento ucraino. I due parlamentari si erano rifiutati di rispettare un cordone di sicurezza.
Con 6 voti favorevoli, 2 contrari e un’astensione, la commissione ha preferito attendere il parere della Delegazione amministrativa del Parlamento sulla questione.