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Adozioni: Cantoni delineano agenda per post progetto pilota

Keystone-SDA

Le persone adottate dall'estero devono poter proseguire senza ostacoli la ricerca delle proprie origini, in particolare quelle dallo Sri Lanka. Ne sono convinti i 25 Cantoni che hanno aderito alla piattaforma comune che consente scambi di informazione in materia.

(Keystone-ATS) Le mancanze delle autorità del passato si ripercuotono ancora sulla vita delle persone adottate che si trovano ad affrontare una serie di ostacoli nella ricerca delle proprie origini, sottolinea la piattaforma “Internationale Adoptionen” in una nota.

I cantoni lo scorso anno si erano riuniti per cercare soluzioni per fornire alle persone adottate a livello internazionale un sostegno migliore: avevano discusso di come organizzare e consentire a queste persone la ricerca delle loro origini.

Era stato in seguito deciso di creare una struttura ad hoc per la cooperazione amministrativa e politica tra i Cantoni. Questa piattaforma serve da forum di scambio e consultazione e consente di intraprendere azioni coordinate. I Cantoni hanno elaborato dichiarazioni congiunte che non sono giuridicamente vincolanti, ma costituiscono linee guida per le attività in questo ambito.

Diritto di conoscere le proprie origini

Nel corso della prima riunione della piattaforma, tenutasi di recente, si è in particolare discusso del progetto pilota lanciato dalla Confederazione per gestire la questioni delle adozioni dallo Sri Lanka. Molte adozioni avvenute nell’isola e in altri Stati tra il 1970 e il 1990 sono state segnate da numerose irregolarità. Si parla di circa 11’000 bambini affidati a coppie europee, di cui quasi 900 in Svizzera, per lo più in modo illegale.

L’associazione Back to the Roots aveva ricevuto nel 2018 dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) il mandato di sostenere e accompagnare in particolare le persone adottate dallo Sri Lanka. Questo progetto pilota scadrà alla fine del 2025, ma il processo di ricerca delle origini in alcuni casi non sarà ancora concluso entro tale data, si legge nel comunicato.

Per questo motivo la piattaforma ha deciso che queste persone dovranno continuare ricevere un sostegno “il più possibile omogeneo, indipendentemente dal loro luogo di domicilio”. I Cantoni sono esortati a intervenire direttamente, in base al principio comune secondo cui ogni persona ha diritto di conoscere le proprie radici.

In quest’ottica è stata trovata un’intesa con i responsabili di Back to the Roots per poter offrire a queste persone una soluzione per il loro futuro accompagnamento. Una nuova organizzazione garantirà il know-how acquisito, mentre Back to the Roots si concentrerà in futuro sull’opera di sensibilizzazione e non offrirà più consulenze dirette.

La creazione della piattaforma intercantonale era stata accolta con favore dal ministro della giustizia Beat Jans: questo processo di coordinamento è a disposizione anche della Confederazione come punto di contatto diretto, aveva sottolineato, assicurando ai Cantoni che Berna avrebbe fatto tutto il possibile per sostenerli nel loro lavoro.

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