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A Zagabria 450 mila al concerto del cantante idolo nazionalista

Keystone-SDA

Circa 450 mila ieri sera erano stimati all'ippodromo di Zagabria gli spettatori al concerto di Marko Perković Thompson, cantante folk-rock e idolo della destra nazionalista croata, che alcuni media croati considerano un "record storico mondiale".

(Keystone-ATS) Un evento che ha creato polemiche per la presenza fra la folla di simboli nazisti e degli ustascia.

L’evento è trascorso senza incidenti di rilievo. Il pronto soccorso è intervento in un migliaio di casi, ma per malori minori dovuti al grande caldo o allo stato di ebbrezza, mentre la polizia ha riferito di aver fermato 123 persone, in generale per possesso illecito di articoli pirotecnici o disturbo dell’ordine pubblico. Poco dopo la mezzanotte la grande folla ha lasciato la spianata dell’ippodromo, nella parte sud della capitale croata, senza creare intoppi o altri problemi e da stamattina il traffico nella città è stato normalizzato.

Marko Perković, in arte Thompson, nome di un mitra americano e suo nome di battaglia nei primi anni Novanta quando da giovane volontario si unì all’esercito croato, ha cantato per tre ore le sue canzoni più famose, tutte di carattere patriottico con rievocazioni della Guerra per l’Indipendenza del Paese, dei valori cristiani e della famiglia. Verso la fine ha intonato anche il suo brano più controverso, Bojna Čavoglave, risalente al 1991, che inizia con il grido “Za dom!” (Per la Patria!), al quale il mezzo milione di spettatori ha risposto in coro “Spremni!” (Pronti!), versione croata del Sieg Heil nazista, usata come saluto ufficiale dal regime degli ustascia che dal 1941 al 1945 governarono la Croazia con l’appoggio di Hitler e Mussolini, rendendosi colpevoli di eccidi di massa e dello sterminio di almeno centomila serbi, ebrei e rom. Per questa canzone in passato i suoi concerti furono spesso proibiti all’estero, e in alcune occasioni anche in Croazia, essendo considerata inneggiante al fascismo e all’odio etnico. Nel 2016 la Corte costituzionale croata ha deliberato che il saluto, anche se fu usato negli anni Novanta da alcune formazioni paramilitari croate poi integrate nell’esercito regolare, è proibito in Croazia per il suo indubbio collegamento al regime filonazista degli ustascia.

Che l’evento avesse una forte carica politica era chiaro dal primo momento quando Thompson ha aperto la sua performance con un messaggio “all’Europa che, se vuole diventare di nuovo forte, deve ritornare alle sue radici cristiane”. Il cantante ha poi a più riprese parlato della storia croata, dei valori patriottici e cattolici, mentre a un certo punto, con un sacerdote che benediceva la folla, sul cielo una schiera di droni ha formato l’effigie della Madonna, di un’enorme croce e di due angeli.

All’evento erano presenti molte personalità della vita pubblica croata, una decina di ministri del governo conservatore del premier Andrej Plenković, il presidente del parlamento Gordan Jandroković, e l’ex primo ministro conservatore sloveno Janez Janša. Plenković, che nei giorni scorsi ha detto “di avere grande rispetto per il cantante”, ha evitato il concerto, seppur con la famiglia era presente alla prova generale e sulle reti social ha pubblicato una foto con il cantante.

Tra le decine di migliaia di persone affluite a Zagabria, molti giovani indossavano magliette con simboli e invocazioni risalenti al regime degli ustascia, soprattutto la scritta “Per la Patria pronti!”. La polizia aveva fatto sapere che per ragioni di ordine pubblico non sarebbe intervenuta subito, ma che eventualmente sporgerà denunce per apologia del fascismo o istigazione all’odio in base al materiale raccolto con telecamere predisposte in tutta la città e nella zona del concerto.

Le sinistre sono rimaste in sostanza silenziose, senza proteste o dichiarazioni critiche dei leader di opposizione, incluso Tomislav Tomašević, sindaco di Zagabria, esponente dei Verdi, partito con una forte retorica antifascista. L’unica eccezione è una organizzazione giovanile di antifascisti e liberali che alla vigilia dell’evento ha esposto nella capitale dei pannelli, poi ripresi dalla stampa, con la scritta “L’antifascismo è il più grande concetto al mondo”, gioco di parole con l’espressione “il più grande concerto al mondo”.

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