È morta Gertrud Leutenegger, voce della letteratura svizzera

La scrittrice Gertrud Leutenegger, una delle figure più originali e appartate della letteratura svizzera contemporanea, è morta venerdì all'età di 76 anni a Svitto. La scomparsa è stata annunciata dalla casa editrice Suhrkamp.
(Keystone-ATS) Autrice di una produzione che spazia tra prosa e poesia, Leutenegger ha ricevuto nel corso della sua carriera numerosi riconoscimenti. Appena un anno fa, nel 2024, la Città di Zurigo, dove ha vissuto a lungo, le aveva conferito il Premio d’arte; nel 2023 era stata insignita del Premio letterario di Soletta. Nel 2010 era stata accolta come membro della prestigiosa Accademia tedesca per la lingua e la letteratura di Darmstadt.
Nel 2014 era entrata nella shortlist del Premio svizzero di letteratura, vinto poi da Lukas Bärfuss, e nello stesso anno il suo romanzo “Panischer Frühling” (Primavera di panico) le era valso un posto tra i finalisti del Premio del libro tedesco. In quel romanzo, Leutenegger raccontava l’incontro tra un giovane pescatore sfigurato della Cornovaglia e una donna svizzera più matura, sullo sfondo di un’Europa colpita dalla nube vulcanica islandese. In italiano è stato pubblicato il romanzo “Fuggiaschi tardivi” (Armando Dadò Editore, 2023), un viaggio interiore tra lutto, memoria e inquietudine, in un tempo sospeso che fonde passato e presente.
Nata il 7 dicembre 1948 e cresciuta a Svitto, Gertrud Leutenegger ha vissuto per lunghi periodi a Firenze, in Inghilterra e Berlino. Dopo una formazione pedagogica, ha studiato regia teatrale all’Accademia d’arte drammatica di Zurigo, per poi lavorare nel 1978 come assistente alla regia di Jürgen Flimm all’Hamburger Schauspielhaus.
Voce solitaria e raffinata, Leutenegger ha esordito nel 1975 con il romanzo “Vorabend” (La vigilia) e ha saputo costruire nel tempo un’opera riconoscibile per lo stile sobrio, onirico e visionario. Nel 2014 Gertrud Leutenegger aveva ricevuto anche il Premio Roswitha, dedicato esclusivamente a scrittrici, con una motivazione che la definiva una “stilista eccezionale”, capace di dare vita a una poetica nutrita di “toni sommessi”. Dal 1984 ha vissuto per quasi vent’anni in Ticino, prima a Cabbio nella Valle di Muggio, poi a Rovio, e infine si era stabilita a Zurigo.