‘Inquinanti eterni’ nell’acqua, in Belgio resta alta l’allerta

Non si placa l'allarme pubblico in Belgio per la contaminazione dell'acqua potabile da Pfas, i cosiddetti 'inquinanti eterni', rilevata in diversi comuni della Vallonia.
(Keystone-ATS) Le autorità hanno avviato test del sangue su 1300 residenti, dopo che tra il 2023 e il 2024 sono stati registrati livelli anomali di queste sostanze chimiche altamente persistenti e potenzialmente nocive. I risultati, secondo quanto riferiscono i media belgi, sono attesi in autunno.
L’origine della contaminazione, individuata nell’area di Mons, resta al momento incerta. Le società di distribuzione idrica hanno installato filtri a carbone attivo per contenere l’inquinamento, ma rimangono seri interrogativi sull’esposizione prolungata della popolazione locale.
La vicenda ha assunto rilievo nazionale dopo che un’inchiesta giornalistica ha rivelato come le autorità belghe avessero ignorato, fin dal 2018, un’allerta dell’esercito americano riguardante la presenza di Pfas nell’acqua potabile di Chièvres, comune che ospita una base dell’Air Force statunitense. Mentre i militari da anni ricorrevano all’acqua in bottiglia, i residenti non erano stati informati dei potenziali rischi.
A seguito dello scandalo, il governo vallone ha anticipato al 2025 l’obbligo di rispettare i limiti europei sui Pfas fissati, per venti sostanze, a 100 ng/l. La Commissione Ue ha rinviato al 2026 la proposta di messa al bando nei prodotti di largo consumo, con eccezioni per gli usi considerati indispensabili, soprattutto in campo medico.