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“Russia non vuole invadere Svizzera, ma altolà a mediazione Berna”

Keystone-SDA

La Russia non vuole fare la guerra alla Svizzera, ma per tornare a buone relazioni ci vorrà molto tempo, magari decenni, e nel frattempo una mediazione elvetica nel conflitto ucraino è da escludere.

(Keystone-ATS) Lo afferma Pjotr Tolstoj, vicepresidente del parlamento russo e pronipote del celebre scrittore Lev Tolstoj (1828-1910).

“Posso rassicurarvi, la Russia non ha alcuna intenzione di invadere la Svizzera”, afferma il 56enne in un’intervista pubblicata oggi dalla Weltwoche. “In passato la Svizzera mandava i propri figli in Russia, dove lavoravano principalmente negli hotel. In Russia chiamiamo ancora i portieri d’albergo ‘schitsars’. I nostri rapporti con la Svizzera erano buoni e lo sarebbero ancora se non fosse per le difficoltà causate dal conflitto ucraino e dalla guerra mediatica condotta contro di noi”.

“Non è facile combattere gli stereotipi anti-russi”, prosegue il politico che negli anni 90 ha vissuto per due anni a Ginevra. “Ma quando sono a Ginevra, capita che i passanti mi si avvicinino per ringraziarmi di dire la verità. Le relazioni interpersonali sono più importanti delle opinioni dell’élite”.

Mosca però – osserva il giornalista del settimanale – considera la Confederazione un paese ostile, come è possibile cambiare questo stato di cose? “Non spetta a me dire alla Svizzera cosa deve fare”, risponde l’esponente del partito Russia Unita. “È una decisione che spetta al popolo elvetico. Posso solo spiegare perché: perché la Svizzera ha aderito alle sanzioni unilaterali e illegali dell’Ue. Per un certo periodo la Confederazione ha creduto di poter offrire i propri buoni uffici e i propri tentativi di mediazione nonostante le sanzioni. Ma questo non è possibile, è una contraddizione. Il ripristino di buone relazioni richiederà anni, forse decenni”.

Intanto in Svizzera e in Europa si discute parecchio dei dazi americani. “Il prezzo è alto, ma l’Europa dovrà pagarlo”, argomenta l’intervistato. “Se si fosse alleata con la Russia, che dispone di importanti materie prime, potrebbe essere una potenza mondiale indipendente. Invece è diventata un satellite degli Stati Uniti. Il presidente americano Donald Trump non ha motivo di cambiare il suo atteggiamento nei confronti della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: sa chi comanda”.

Secondo Tolstoj la situazione dell’Unione europea ricorda quella dell’Unione Sovietica prima della sua dissoluzione. “I suoi stati membri pensano innanzitutto a se stessi e insistono sui propri interessi: è il caso di Ungheria, Slovacchia, Spagna, Italia, persino della Germania. La burocrazia di Bruxelles ha sempre più difficoltà a coordinare i loro interessi e ciò non diventerebbe più facile in caso di crisi politica o economica”.

“Anche i media europei mi fanno pensare all’Unione Sovietica”, prosegue il discendente dell’autore di “Guerra e pace” e di “Anna Karenina”. “I giornalisti russi non possono praticamente più lavorare negli stati europei, mentre quelli occidentali possono operare molto bene a Mosca, come si può vedere e sentire ogni giorno”.

“Ho sempre più l’impressione che l’unità europea regga solo grazie alla Russia”, osserva il padre di famiglia. “La paura della Russia garantisce la coesione. Se dalla mattina alla sera si racconta che i russi mangiano i bambini ucraini, invadono la Polonia e inviano i loro carri armati in Europa, arriva il momento in cui la gente crede a tutto questo. Questi sono i frutti della propaganda, della russofobia nei media occidentali”, conclude.

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