“Inflazione a zero non spingerà BNS a tagliare i tassi”
L'inflazione azzerata di novembre non spingerà la Banca nazionale svizzera (BNS) a tagliare i tassi la settimana prossima: è l'opinione unanime degli esperti, dopo gli ultimi dati diffusi stamani dall'Ufficio federale di statistica (UST).
(Keystone-ATS) Il rialzo degli affitti bilancia la pressione al ribasso dei prezzi dei beni importati, scongiurando scenari deflazionistici immediati, ritengono gli analisti.
La tendenza disinflazionistica proveniente dall’estero si sta ormai facendo sentire anche sui beni durevoli come le automobili, osserva l’economista Claude Maurer di BAK Economics. E questo calo dei prezzi dovrebbe continuare, anche a causa del sottoutilizzo delle capacità produttive dovuto alla politica tariffaria degli Stati Uniti.
L’inflazione dei beni nazionali rimane invece nettamente più elevata: i prezzi in questo comparto in novembre sono aumentati dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. “Le tendenze deflazionistiche provenienti dall’estero e la debole pressione inflazionistica interna sono attualmente in perfetto equilibrio”, riassume Kevin Gismondi, economista della ZKB, la banca cantonale di Zurigo.
Arthur Jurus di Oddo BHF individua il punto focale negli affitti delle abitazioni, che sono aumentati in modo significativo: +1,6% rispetto a novembre 2024. Le pigioni sono quindi diventate il principale motore del leggero aumento residuo del rincaro interno.
Senza l’alloggio l’inflazione sarebbe stata pari a -0,4%, risultando quindi chiaramente negativa. “Il contributo positivo all’inflazione dato dagli affitti limita il rischio di una deflazione pronunciata a livello nazionale”, commenta Gismondi. Comunque anche il rincaro delle pigioni ha subito un rallentamento, visto che in precedenza era all’1,9%: questo a causa della riduzione del tasso ipotecario di riferimento operata in primavera.
L’inflazione allo 0,0% è inferiore alle previsioni della Banca nazionale. La sua previsione condizionata prevedeva un moderato aumento del tasso nell’ultimo trimestre del 2025, ricorda Thomas Gitzel di VP Bank. A suo avviso ciò potrebbe metterebbe i guardiani monetari elvetici “sempre più in allerta”: ma la probabilità di un taglio dei tassi d’interesse nella valutazione della situazione della prossima settimana è considerata bassa. Tanto più che la BNS ha ripetutamente sottolineato come brevi episodi di andamento negativo dei prezzi non sono da considerate problematici.
Anche Alessandro Bee di UBS osserva che alla fine dell’anno il rincaro dovrebbe essere leggermente inferiore alle previsioni della BNS. Ciò dovrebbe però essere compensato da un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Maurer di BAK Economics ricorda anche che “la BNS ha fissato ostacoli elevati per i tassi di interesse negativi”. E Santosh Brivio di Banca Migros menziona i “notevoli danni collaterali” che una nuova “avventura dei tassi di interesse negativi” comporterebbe e che l’istituto vorrebbe evitare.
C’è quindi unanimità di vedute sul tema: secondo tutti gli economisti interpellati dall’agenzia Awp l’11 dicembre la BNS lascerà invariato il suo tasso guida, che si trova allo 0,0% dal 19 giugno.