“Davos è troppo dipendente dal WEF”, dice direttore ente turistico
(Keystone-ATS) Davos è diventata troppo dipendente dal Forum economico mondiale (WEF): lo sostiene Albert Kruker, che da inizio luglio ha assunto la guida dell’ente turistico della località grigionese.
“Il WEF è un’importante fonte di reddito per Davos, ma questo evento dominante rappresenta anche un pericolo”, afferma il 49enne in un’intervista pubblicata oggi dalla Südostschweiz. “Da un lato porta molta attenzione e valore aggiunto, ma dall’altro genera anche a una certa letargia”.
“È molto pericoloso affidarsi semplicemente al forum”, argomenta lo specialista. “È un rischio di concentrazione. Non si può riposare sugli allori a lungo termine: il settore turistico, il comune e i partner dei servizi devono lavorare per garantire che tutti quanti siano meno dipendenti dal WEF”.
“Abbiamo molti letti d’albergo rispetto ad altre destinazioni di montagna”, spiega l’ex Ceo di Lenk-Simmental Tourismus (Oberland bernese)”. “Questo punto chiave dovrebbe essere affrontato, cercando di aumentare il tasso di occupazione medio: nel comprensorio di Davos Klosters abbiamo un tasso di utilizzazione delle camere di hotel del 40-45% all’anno, inferiore alla media”.
“Bisogna certamente rendere attraente l’offerta estiva in modo che sia interessante soggiornare qui anche per i visitatori esteri”, prosegue l’esperto. “L’offerta deve essere completa e deve sempre essere adattata all’ospite. I diversi mercati di provenienza hanno interessi diversi. La prima questione da chiarire è in quali mercati si vuole e si può essere presenti”.
La parola chiave è la qualità. “Turismo di qualità significa ospitalità, cortesia, costruzione di un rapporto personale con l’ospite: questi sono i fattori soft. Poi c’è l’esperienza locale con la pulizia, la qualità della cucina e i riconoscimenti di ristoranti e hotel; la regione ha sicuramente un po’ da recuperare in fatto di riconoscimenti”, conclude il padre di famiglia.