“Black Dog”, un ritratto toccante dell’amicizia fra cane e uomo

Recentemente presentato in prima svizzera al Festival international du film de Fribourg (FIFF), "Black Dog" di Guan Hu è il ritratto toccante dell'amicizia fra un uomo appena uscito di prigione e un cane randagio. Da oggi nelle sale della Svizzera italiana.
(Keystone-ATS) Non è di certo un tema nuovo quello dell’amicizia fra uomo e cane. Ma il regista cinese Guan Hu ne propone un ritratto fresco e originale, sullo sfondo delle olimpiadi di Pechino del 2008.
La pellicola, premiata a Cannes nella sezione “Un Certain Regard”, era nel concorso internazionale al FIFF dove si è aggiudicata il Grand Prix nonché il Critics’ Choice Award. Narra la storia di Lang (Eddie Peng), un uomo appena uscito di prigione che torna nel suo villaggio natale di Chixia, alle porte del deserto del Gobi.
La cittadina è ormai popolata da cani randagi, che le autorità hanno deciso di catturare in vista di un rinnovo urbano. All’impresa, controvoglia, partecipa anche Lang incitato dal boss locale Yao, interpretato dal regista Jia Zhangke, premio d’onore lo scorso anno a Visions du Réel.
Amicizia canina
È in queste circostanze che Lang si imbatte nel temuto cane nero Xin, che però in realtà è molto simile a lui, dolce e altrettanto selvaggio. Fra i due nascerà un’intensa e sincera amicizia.
Gran parte della relazione fra il taciturno Lang e il levriero Xin è costituita da gesti e sguardi. “Sono due animi solitari, emarginati e che scelgono di appoggiarsi l’uno sull’altro”, viene citato il regista nel dossier stampa della pellicola. La loro complicità porterà Xin a salvare Lang in diverse occasioni e viceversa.
Cambiamenti sociali
Le immagini che si susseguono, dai paesaggi collinosi e grigi del deserto del Gobi, a quelli del villaggio di Chixia, che è in gran parte decaduto e abbandonato, si contrappongono a quelle dei cartelli e estratti video che riferiscono delle imminenti olimpiadi. La città aveva in passato fatto fortuna con l’estrazione di carbone, ma i tempi prosperi sono ormai finiti.
“Black Dog” è “una potente esplorazione della redenzione e della trasformazione sociale, sostenuta da interpretazioni convincenti e da immagini mozzafiato”, ha elogiato la giuria internazionale del FIFF.
Nello zoo cittadino, anch’esso caduto in disgrazia, gli animali sopravvivono soltanto grazie al padre di Lang che continua a sfamarli nonostante la sua salute precaria. Il film “è nato dalla mia osservazione personale attraverso il quale scruto i cambiamenti avvenuti in Cina da una ventina d’anni”, afferma Guan Hu, citato nel dossier stampa.
Si tratta di uno dei temi prediletti del regista, classe 1968, considerato uno dei “pionieri della sesta generazione del cinema cinese (la classe di autori attiva a partire dagli anni ’90, ndr)”, indica la nota.
Successo dei film canini
Negli ultimi anni si sono moltiplicati i film dedicati al miglior amico dell’uomo. Ne è un esempio “Le procès du chien” della franco-svizzera Laetitia Dosch, presentato in prima mondiale lo scorso anno al Festival di Cannes, dove il cane Kodi, che interpreta Cosmos, si è aggiudicato la Palm Dog.
Al levriero nero Xin invece è andato il meritato Gran Premio della Giuria Palm Dog. L’anno prima la palma canina era andata al border collie Messi che ha vestito i panni di Snoop in “Anatomia di una caduta” di Justine Triet, Palma d’Oro nel 2023.
Al FIFF, “Black Dog” non era l’unico film con un cane protagonista, nel concorso internazionale c’era anche la coproduzione egiziana-saudita “Seeking Haven for Mr. Rambo” di Khaled Mansour.