Seul, da Pyongyang altri 250 palloncini pieni di spazzatura
(Keystone-ATS) La Corea del Nord ha lanciato nella notte più di 250 altri palloncini aerostatici con un carico di rifiuti verso il Sud e ha creato allarme all’aeroporto internazionale di Incheon e alla capitale Seul.
Il Comando congiunto dei capi di stato maggiore sudcoreano ha dato conto della sesta operazione del suo genere di Pyongyang da fine maggio, segnalando ancora la permeabilità del confine intercoreano.
Circa 100 palloncini, che trasportavano soprattutto pezzi di carta straccia, sono atterrati nella capitale sudcoreana e nella parte settentrionale della provincia di Gyeonggi. Alle 9 del mattino (2 in Svizzera), tuttavia, risultavano essere tutti a terra, ma i veri problemi sono nati con l’allarme iniziato all’1.46, in piena notte, quando un pallone è finito vicino al Terminal 2 dell’aeroporto di Incheon: le tre piste dello scalo sono state chiuse a scolo precauzione e i voli sospesi fino alle 4.44.
Vista l’ora e i pochi decolli e atterraggi, i disagi sono stati limitati: solo nove aerei cargo e passeggeri sono stati dirottati su altri scali. Un funzionario del Comando ha riferito che un singolo pacco di rifiuti conteneva più di 7.000 pezzi di carta di bassa qualità. Si stima che la Corea del Nord abbia lanciato più di 2.000 palloncini pieni di spazzatura dal 28 maggio, come ritorsione ai volantini anti-Pyongyang inviati dai disertori e dagli attivisti nordcoreani nel Sud.
In risposta alla campagna del Nord, il 9 giugno, per la prima volta in sei anni, la Corea del Sud ha trasmesso a tutto volume la campagna anti-Pyongyang con l’uso di potenti altoparlanti al confine. Ma le trasmissioni non sono continuate nel tentativo di evitare un’escalation. I militari sudcoreani hanno chiarito oggi di essere pronti a condurre la contro-propaganda in qualsiasi momento e avvertito che la reazione dipenderà dalle azioni della Corea del Nord.
L’intelligence sudcoreana, intanto, ha studiato i rifiuti delle ultime settimane che, secondo le attese, hanno fornito uno spaccato delle precarie condizioni igienico-sanitarie e alimentari del Paese eremita. Nei sacchi i nordcoreani hanno infilato in prevalenza materiale da discarica, letame ed escrementi di natura umana, risultati infestati da parassiti e vermi dell’apparato digerente. In più, pezzi di vestiti lisi e di biancheria intima rattoppati numerose volte.