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Zurigo lancia il primo studio sui mussulmani

La libertà di culto è rispettata anche a scuola? Sarà lo studio zurighese a determinarlo Keystone

Il canton Zurigo vuole dare più sostanza al dibattito - finora spesso emotivo - sulla pratica dell'islam e lancia uno studio per determinare se le autorità rispettano i bisogni della popolazione mussulmana.

Lo studio è stato deciso dopo le polemiche provocate nel mondo politico dall’iniziativa nella quale si chiede di vietare la costruzione di minareti.

Lo scorso mese d’agosto alcuni esponenti della sezione zurighese dell’Unione democratica di centro (UDC) hanno depositato una mozione per chiedere di porre fine alla costruzione di minareti, da loro considerati “provocatori”.

L’iniziativa è stata seguita all’inizio di quest’anno da un’altra simile a livello nazionale. Un’idea che alcuni ministri hanno apertamente criticato.

Al professor Thomas Widmer dell’istituto di scienze politiche dell’università di Zurigo è stato affidato il mandato di determinare se i servizi cantonali della salute, dell’educazione, della giustizia e sociale rispondono alle esigenze della popolazione mussulmana.

“Vogliamo capire se i servizi offerti dalle autorità cantonali rispettano la libertà di culto della popolazione islamica, ma anche se le attività religiose creano disturbo ad altre persone che si rivolgono a questi pubblici servizi”, spiega Widmer a swissinfo.

La costituzione elvetica garantisce la libertà di culto e il cantone ha l’obbligo di provvedere affinché questo diritto non sia violato.

Thomas Widmer consulterà degli esperti di tutti e quattro i servizi sotto esame allo scopo di raccogliere i dati necessari a permettergli di emettere delle raccomandazioni entro la fine del prossimo anno.

Ideologia

È stata l’accesa discussione sulla costruzione o meno di minareti a dare origine allo studio: “Attualmente è in corso un dibattito ideologico sui minareti e sugli estremisti islamici”, ammette il professore zurighese.

“Lo studio si prefigge di dare un’immagine chiara della situazione in modo da potere essere in grado di reagire nel modo più appropriato. Vi è il desiderio concreto di dare più sostanza alla discussione politica, che finora è più che altro stata dominata da considerazioni di carattere ideologico”.

Hisham Maizar, presidente della Federazione delle organizzazioni mussulmane in Svizzera si rallegra per lo studio. A condizione però che rappresenti un dibattito autentico con la comunità mussulmana di Zurigo.

“È una buona idea, ma solo se la comunità mussulmana sarà pienamente integrata nel progetto”, ha detto a swissinfo.

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Esprimere le proprie idee

“Il metodo con cui è condotto lo studio e il fatto di dire alla gente ‘questo è ciò che pensiamo e dovete accettarlo’ è alquanto opinabile. Occorre dare alla gente la possibilità di spiegare il loro punto di vista sin dall’inizio”, sostiene Maizar. Secondo lui uno studio del genere è importante perché permette finalmente di mettere le carte in tavola e di avere a disposizione determinate informazioni. “Finora nessuno ha avuto il coraggio di parlare di queste cose per timore di offendere i rappresentanti di altre religioni”, aggiunge.

Per Maizar la relazione fra i musulmani e Zurigo rimane generalmente buona malgrado la proposta di vietare la costruzione di minareti. A sostegno della sua tesi cita la creazione del cimitero mussulmano della città sulla Limmat: un esempio di collaborazione fra le due parti.

“Non vedo nessun mussulmano di Zurigo soffrire di discriminazione. Coloro che fanno lo sforzo di integrarsi nella società si sentono accettati”, conclude.

swissinfo, Matthew Allen a Zurigo
Traduzione, Anna Passera

I mussulmani in Svizzera sono circa 340’000.
Il 12% possiede il passaporto rossocrociato.
La maggior parte di loro proviene dalla regione dei Balcani o dalla Turchia.
Molti di loro sono giunti nella Confederazione negli ultimi anni.
Nel 1990 erano il 2,2% della popolazione, nel 2000 il 4,3%.
Più di tre quarti della popolazione elvetica è di religione cristiana (42% cattolici, 35% protestanti e 2,2% altre religioni cristiane).

Le moschee sono generalmente dotate di un minareto, una torre da cui tradizionalmente il “muezzin” chiama i fedeli musulmani alla preghiera.

In Svizzera solo le moschee di Ginevra e Zurigo hanno un minareto, che non viene però usato per chiamare i fedeli alla preghiera.

Lo scorso anno, il permesso di costruire dei minareti accordato a Wangen (Argovia) e Langenthal (Berna) ha suscitato accese polemiche. La scorsa settimana il Tribunale federale ha avallato il progetto argoviese.

Nell’iniziativa lanciata a Zurigo dall’UDC (destra nazionalconservatrice) nel mese d’agosto del 2006 si afferma che i minareti sono il simbolo di una religione “espansionista e aggressiva”.

Nel mese di maggio di quest’anno un’iniziativa simile è stata lanciata a livello nazionale. I suoi promotori hanno tempo fino alla fine di novembre del 2008 per raccogliere le 100’000 firme necessarie per indire una votazione popolare.

Nel mese di giugno le autorità municipali di Berna hanno respinto il progetto di costruzione del più grande centro islamico d’Europa.

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