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Zurigo di un’altra epoca

Zurigo 1750-1800, fra ragione e passione: è il titolo della mostra ospitata in permanenza al museum Bärengasse.

In esposizione ci sono pezzi di mobilio ed accessori antichi di incredibile bellezza, perfettamente compatibili con il palazzo storico che ospita il museo.

Stufe di maioliche e dipinti, arpe e pianole, divani e librerie: gli elementi sono disposti come se fosse una vera casa zurighese della fine del 1700, con un effetto straniante e molto suggestivo.

Ma al centro del concetto dell’esposizione c’è soprattutto la mentalità dell’epoca, per una città allora celebre per un certo turismo intellettuale. I valori che i curatori della mostra hanno creduto di rintracciare attraverso questo percorso sono quelli che ancora oggi impregnano una parte dell’identità della piccola metropoli della Svizzera interna: il rigore della ragione ed il valore della responsabilità e della crescita individuale.

La piccola Zurigo della fine del diciottesimo secolo era una repubblica, molto amata dagli artisti europei per la sua atmosfera tranquilla, eppure vivace sotto il profilo culturale.

Wolfgang Goethe, Alessandro Volta, Giacomo Casanova la sceglievano per i loro soggiorni e si facevano volentieri ospitare nei salotti della buona borghesia locale, dove fra una tazza di the e un pasticcino, discutevano di filosofia e politica.

In mostra ci sono anche i giocattoli d’epoca: figurine e teatri di marionette, carillon e bambole. Per chi legge il tedesco, sono gustosi i manoscritti d’epoca esposti, che parlano di amore, filosofia e libertà.

E sono una vera “chicca” le collezioni di Johann Caspar Lavater: i suoi celebri lavori sulla fisiognomica, ovvero la scienza di scoprire l’anima dell’essere umano a partire dalle sembianze del volto. Una filosofia umanistica, che ebbe un esito tragico, quando fu assunta come riferimento dalle dottrine naziste e totalitarie per catalogare e discriminare le persone.

Swissinfo, Serena Tinari, Zurigo

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