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Zurigo: lo spettacolo della rivoluzione, il ’68 al Museo nazionale

Il Museo nazionale di Zurigo dedica la sua nuova grande mostra al Sessantotto. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Il Museo nazionale di Zurigo dedica la sua nuova grande mostra al Sessantotto. “Imagine 68” riunisce oggetti, filmati, foto, musica e opere d’arte che offrono “uno spaccato della vita voluttuosa nella cultura del Sessantotto”.

Quella di 50 anni fa fu “una rivolta giovane, internazionale, spontanea, teorica, liberatoria, pugnace, ma anche problematica”, scrivono gli organizzatori in una nota. L’esposizione si apre al pubblico venerdì e potrà essere visitata fino al 20 gennaio 2019.

La mostra è stata allestita da Stefan Zweifel e Juri Steiner, curatori ospiti del Museo nazionale, nonché “discendenti della generazione sessantottina”, che con l’allestimento hanno voluto ricreare l’atmosfera di allora.

Il saggio “La società dello spettacolo”, una critica culturale radicale di Guy Debord, costituisce il quadro teorico che ha preparato a livello intellettuale, artistico e ideologico il maggio del Sessantotto a Parigi.

Con la loro militanza provocatoria Debord e il gruppo dell'”Internazionale situazionista” volevano “disgregare le strutture sociali consolidate e portare la poesia nella vita di tutti i giorni”. Le cose andarono però diversamente. “Disillusi dalla brutalità e dalla mercificazione della resistenza”, i situazionisti si sciolsero nel 1972.

In Svizzera, le rivolte giovanili del Sessantotto furono precedute dai concerti dei Rolling Stones, nel 1967, e di Jimi Hendrix alla fine di maggio del 1968 all’Hallenstadion di Zurigo. Gli eventi sfociarono in una serie di proteste e la richiesta di un centro giovanile portò a Zurigo ai cosiddetti “Globuskrawalle”, i disordini davanti alla ex sede del grande magazzino.

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