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La Lombardia si prepara all’isolamento

Una persona fa jogging in una galleria Vittorio Emanuele completamente vuota e chiusa.
Keystone / Daniel Dal Zennaro

La Lombardia, zona rossa da venerdì, si sta preparando all'isolamento parziale. Ma non tutti sono d'accordo con la decisione presa da Roma. Reportage da Milano.

In Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria la situazione pandemica è stata definita altamente critica dal Governo italiano. Questo significa che, per circa 16 milioni di persone, da venerdì entreranno in vigore delle misure restrittive del tutto simili a quelle del lockdown della scorsa primavera.

Ad annunciarlo nella serata di mercoledì è stato il primo ministro Giuseppe Conte, in una conferenza stampa da Palazzo Chigi in cui ha illustrato i contenuti dell’atteso Dpcm, che resterà in vigore fino al 3 dicembre.

In particolare, in queste quattro regioni, definite “zone rosse”, non sarà possibile entrare né uscire, se non per motivi di comprovata necessità, tra cui salute e lavoro. Gli spostamenti saranno vietati in generale anche tra e all’interno degli stessi comuni, a qualunque ora. È prevista anche la chiusura dei negozi che non vendono generi alimentari o beni di prima necessità.

Ecco le reazioni sulla chiusura della Lombardia nel reportage del nostro inviato:

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Fuga dalle zone rosse

È iniziata già durante la mercoledì notte e sta proseguendo anche giovedì la fuga degli italiani dalle zone rosse, ad esempio verso le seconde case nella Riviera ligure di Ponente (in zona gialla), in particolare da parte di piemontesi e lombardi.

Le due località in assoluto più rappresentative della provincia di Imperia sono Bordighera e Diano Marina. Nella cittadina delle Palme, ad esempio, sono stati segnalati arrivi, verso le 5 del mattino, in strade e condomini solitamente tranquilli, perché appunto occupati per lo più da seconde case. Evidentemente sono partiti dopo aver avuto la conferma, che nelle proprie regioni sarebbe stato decretato l’isolamento. 

Molti gli arrivi segnalati anche a Diano, dove i centralini della polizia locale sono stati presi d’assalto da parte dei proprietari di seconde case, anche con la richiesta di informazioni circa l’assistenza sanitaria dei genitori anziani. 

Il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito non sembra però preoccupato da un eventuale sovraccarico di lavoro per la sanità locale: “I proprietari di seconde case sono sempre i benvenuti e chi si è mosso oggi lo ha fatto regolarmente – commenta -. Se il Governo avesse previsto questo fenomeno, ampiamente prevedibile, avrebbe potuto disciplinarlo. Dunque, non alziamo barricate”. 

Spostamenti dal Ticino all’Italia limitati

Per quanto riguarda il transito in frontiera, si prospetta una situazione simile a quella della primavera. Ovvero, sarà possibile attraversare il confine per motivi di lavoro (quindi con i frontalieri esclusi dalle restrizioni), ma non sarà possibile recarsi in una zona rossa o uscire da essa per motivi non ritenuti strettamente necessari, come fare la spesa. 

In generale, se siete cittadini elvetici e vi trovate in Italia, potete sempre far rientro al vostro domicilio, per cui potete muovervi anche se vi trovate in una “zona rossa”. Per contro non potete andare in una regione italiana rossa o arancione per far visita ad amici e familiari. Viceversa anche cittadini italiani residenti in Lombardia o Piemonte non posso far vista ad amici o parenti che vivono in Svizzera.

Chi si reca in Italia per motivi di lavoro o per qualsiasi altro motivo ritenuto valido, al ritorno in Svizzera non è prevista una quarantena. E questo è valido anche per chi rientra in Italia dalla Svizzera.

Dettagli e chiarimenti dal nostro corrispondente da Roma:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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