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Colmare il divario tra i generi: una visione svizzera al WEF

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Le donne rappresentano appena il 22% dei partecipanti al WEF. © KEYSTONE / LAURENT GILLIERON

A margine del Forum economico mondiale (WEF)Collegamento esterno, Simona Scarpaleggia, CEO di IKEA Svizzera, propone il suo punto di vista su ciò che rimane da fare affinché alla riunione internazionale di Davos le donne siano rappresentate in misura del 50% di tutti i partecipanti.

Simona Scarpaleggia ha partecipato ad un evento collaterale del WEF sulla parità tra i generi in Svizzera, assieme a Sylvie Durrer dell’Ufficio federale per l’uguaglianza tra uomo e donna e Suba Umathevan di Plan international Switzerland, organizzato da The Female Quotient – un’azienda di proprietà femminile focalizzata sulla parità sul posto di lavoro.

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IKEA è una delle poche aziende che, a livello mondiale come in Svizzera, ha raggiunto un equilibrio di 50-50 tra i generi nell’attribuzione dei posti manageriali. L’italiana Scarpaleggia ha proposto di porre fine al tabù del lavoro part-time, in quanto rappresenta una delle principali barriere che impediscono alle giovani donne di avanzare in campo professionale. “In Svizzera, è visto come una vera e propria interruzione della carriera, ma noi [all’IKEA] la consideriamo un’opportunità… perché dovremmo perdere dei talenti?

Con Scarpaleggia, IKEA Svizzera ha introdotto due cambiamenti nella gestione del personale. Si tratta di due mesi di congedo di paternità e della possibilità di lavorare a tempo parziale a tutti i livelli dell’azienda. Ha spiegato che queste modifiche non hanno avuto alcun impatto negativo sugli affari e, di fatto, l’azienda si colloca costantemente tra le aziende con le migliori condizioni di lavoro in Svizzera.

Un buon anno per la Svizzera

Da parte sua, Sylvie Durrer ha dichiarato che è stato un anno positivo per la parità tra i generi in Svizzera. Questo, tra l’altro, in seguito all’adozione di nuove norme legali sulla parità retributiva. Secondo l’esperta dell’Ufficio federale per l’uguaglianza di genere, “è molto importante che il settore pubblico indichi la strada da seguire e sia esemplare”.

A livello cantonale esiste ora una regolamentazione in base alla quale i governi si impegnano a versare retribuzioni eque e che deve essere pure rispettata da tutte le aziende che ricevono un appalto pubblico.

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Suba Umathevan, accolta in Svizzera all’età di due anni come rifugiata proveniente dallo Sri Lanka, ritiene che la chiave per promuovere la parità tra i sessi sia quella dare voce alle giovani donne, affinché possano lottare per i propri diritti. “Ci sono così tanti stereotipi quando si tratta di donne leader. Dobbiamo rompere queste barriere e questo inizia con le giovani donne”.

Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, Durrer afferma che il paese sta compiendo progressi significativi e che “il suo più grande desiderio sarebbe che la Svizzera vincesse la gara”.

Il WEF ha lanciato un nuovo partenariato per l’uguaglianza globale LGBTICollegamento esterno. L’iniziativa mira a far sì che le aziende promuovano una maggiore inclusione sul posto di lavoro per le persone di ogni genere. Le aziende multinazionali Accenture, Deutsche Bank, EY, Mastercard, Microsoft, Omnicom e Salesforce figurano tra i promotori di questa iniziativa. Tra i membri fondatori non vi è nessuna impresa svizzera.

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