Prospettive svizzere in 10 lingue

Il popolo plebiscita la medicina di famiglia

L'articolo costituzionale approvato dal popolo dovrebbe garantire un'assistenza medica capillare e di elevata qualità in Svizzera Keystone

Quasi nove votanti su dieci hanno approvato il nuovo articolo costituzionale sulle cure mediche di base, che mira a promuovere la medicina di famiglia. Nonostante questo voto, rimane ancora in cantiere una vera riforma del sistema sanitario, confrontato da una ventina d’anni con un irrefrenabile esplosione dei costi.

Pochi oggetti sottoposti a votazione federale erano così poco controversi come il nuovo articolo costituzionale 117a sulle cure mediche di base, voluto dal governo e da una chiara maggioranza del parlamento. Soprattutto quando il tema riguarda il sistema sanitario, dove gli interessi contrastanti delle parti in gioco stanno bloccando da anni ogni riforma radicale che potrebbe arginare l’irrefrenabile esplosione dei costi.

Il testo del nuovo articolo costituzionale non poteva però suscitare grandi opposizioni. Da un lato stabilisce che la Confederazione e i Cantoni devono impegnarsi per dare a tutti un accesso a cure mediche di base e di qualità. Dall’altro che deve essere promossa la medicina di famiglia come componente fondamentale di tali cure.

A tale scopo la Confederazione dovrà emanare prescrizioni per favorire la formazione e il perfezionamento professionale di coloro che praticano la medicina di base, nonché garantire loro un’adeguata remunerazione. Misure destinate principalmente a lottare contro la carenza di medici di famiglia, soprattutto nelle regioni più isolate del paese, dovuta tra l’altro alle disparità salariali di cui soffrono questi professionisti rispetto ai medici specializzati.

Art. 117a (nuovo) Cure mediche di base

Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono affinché tutti abbiano accesso a cure mediche di base sufficienti e di qualità. Entrambi riconoscono e promuovono la medicina di famiglia come componente fondamentale di tali cure.

La Confederazione emana prescrizioni concernenti:

a. la formazione e il perfezionamento per le professioni delle cure mediche di base, nonché i requisiti per l’esercizio delle stesse;

b. l’adeguata remunerazione delle prestazioni della medicina di famiglia.

“Voto incredibile”

L’Associazione dei medici di famiglia ha affermato di non aver atteso un simile plebiscito: l’88% dei votanti hanno detto di sì al nuovo articolo costituzionale. “Si tratta di un voto incredibile”, ha dichiarato il vicepresidente François Héritier, secondo il quale a far presa sul popolo è stato soprattutto il fatto di aver incentrato la campagna sul rischio di una penuria di medici di famiglia.

Risultato invece non sorprendente per Toni Bortoluzzi, membro del comitato contrario. A suo avviso non si poteva attendere altro, dal momento che non è stata condotta nessuna campagna seria contro il progetto in votazione. Con questo voto si restringe la politica liberale in materia di cure di base e si aumenta invece la dipendenza della medicina nei confronti dello Stato, ritiene il deputato dell’Unione democratica di centro.

Medici di famiglia senza successori

L’articolo costituzionale approvato questa domenica era stato presentato dal parlamento quale controprogetto all’iniziativa popolare “Sì alla medicina di famiglia” lanciata dai professionisti del settore nel 2009. Scopo dell’iniziativa, firmata da oltre 200 mila cittadini, era di promuovere il ruolo dei medici di famiglia nell’ambito del sistema sanitario e di migliorare la loro situazione professionale e finanziaria.

PLACEHOLDER

Secondo i promotori, la Svizzera avrà bisogno nei prossimi anni di un numero ben maggiore di medici di famiglia dal momento che la popolazione invecchia e vi sono sempre più malattie croniche e multiple. Da diversi anni si registra invece una costante diminuzione dei loro effettivi. Attualmente solo il 10% degli studenti di medicina scelgono questo ramo, mentre la stragrande maggioranza sono attirati piuttosto dalle specializzazioni, molto meglio remunerate. Così, al momento del pensionamento, molti medici di famiglia non trovano più un successore.

Pur riconoscendo la legittimità delle richieste contenute nell’iniziativa, governo e parlamento avevano ritenuto che il testo era troppo limitativo, in quanto si focalizzava solo unicamente sui medici di famiglia. Le Camere hanno così adottato un controprogetto – sotto forma di un nuovo articolo costituzionale 117a – che mira a rafforzare tutte le cure mediche di base e a migliorare le possibilità di accesso per la popolazione.

Nazionalizzazione della sanità

Obbiettivo del controprogetto – che ha spinto i promotori dell’iniziativa a ritirare il loro testo – è di disporre di un numero di professionisti della salute adeguatamente formati per garantire un’assistenza sanitaria a tutta la popolazione, in ogni regione del paese, in tempi brevi e nel rispetto di elevati standard di qualità. Oltre ai medici di famiglia, il sistema delle cure di base dovrebbe inglobare anche specialisti, farmacisti, ergoterapisti, fisioterapisti e nutrizionisti.

Dopo due successi, nel 1977 e 2005, Franz Weber non è riuscito questa volta a convincere gli elettori vodesi. La sua terza iniziativa volta a proteggere ulteriormente la regione vinicola del Lavaux è stata bocciata dal 71,2% dei votanti. Approvato invece con il 68,5% dei voti il controprogetto delle autorità cantonali, che intende preservare in modo più misurato la regione iscritta al Patrimonio mondiale dell’umanità.

La vecchia centrale nucleare di Mühleberg, nel canton Berna, non sarà immediatamente chiusa. I bernesi hanno infatti respinto con il 63,3% dei voti l’iniziativa “Staccare la spina a Mühleberg”, lanciata da un gruppo di cittadini allarmati dalla catastrofe di Fukushima in Giappone. L’azienda elettrica bernese BKW, che gestisce il reattore, ha annunciato l’anno scorso di voler spegnere l’impianto atomico nel 2019.

Il canton Neuchâtel intende puntare in futuro anche sull’energia eolica. Il 60,8% degli elettori ha bocciato un’iniziativa popolare che chiedeva di sottoporre ogni progetto di costruzione di aste eoliche. Accettato invece  dal 65,5% dei votanti un controprogetto delle autorità cantonali, che stabilisce 5 luoghi in cui potranno essere erette complessivamente 59 aste eoliche

Il 52,9% dei ticinesi ha approvato un progetto di amnistia fiscale sostenuto da governo e parlamento. I cittadini potranno regolarizzare averi non dichiarati fino alla fine del 2015, senza pagare multe e approfittando di sconti fiscali del 70%. L’amnistia dovrebbe far affluire fino a 20 milioni di franchi in un fondo destinato a promuovere l’economia cantonale. Pure adottato dal 55% dei votanti un freno all’indebitamento.

Nel corso del dibattito parlamentare solo l’Unione democratica di centro si era opposta al controprogetto. Il partito di destra aveva però rinunciato a condurre una campagna attiva contro il nuovo articolo costituzionale, preferendo concentrare la sue forze su due altri oggetti in votazione il 18 maggio, l’acquisto dei velivoli da combattimento Gripen e l’iniziativa sui salari minimi.

A inizio maggio, pochi giorni prima del voto, si è presentato all’opinione pubblica un comitato di contrari, formato principalmente da medici e politici di destra, secondo il quale il nuovo articolo costituzionale rappresenta “un passo determinante verso la nazionalizzazione della sanità” ed “un aumento dei costi sanitari”. Ai loro occhi, il fatto che venga iscritto nella Costituzione federale il diritto a redditi più alti per una sola categoria professionale è inconcepibile e contrario ai principi di uno Stato liberale.

Cantiere ancora aperto

Argomenti che non sono bastati per evitare uno schiacciante “sì” popolare in favore del progetto voluto dal governo e dalla maggioranza del parlamento. Un voto che, in ogni caso, non risolve i problemi cronici di cui soffre da anni il sistema sanitario svizzero, confrontato con un aumento costante dei costi e dei premi assicurativi per le casse malati.

Secondo i dati pubblicati questa settimana dall’Ufficio federale di statistica, i costi sanitari sono aumentati di un altro 5,3% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Ogni persona residente in Svizzera ha causato in media costi sanitari di 709 franchi al mese nel 2012, per un totale di 68 miliardi di franchi. Le spese per il sistema sanitario raggiungono così ben l’11,5% del Prodotto interno lordo.

Già da diversi anni, governo e parlamento dibattono su una lunga serie di misure volte a frenare l’esplosione dei costi. I partiti non sono però riusciti finora a trovare un denominatore comune e ogni intervento incisivo è stato combattuto dall’una o dall’altra delle parti interessate – medici, farmacisti, ospedali e via dicendo – che dispongono di potenti lobby in parlamento.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR