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Le Olimpiadi in Svizzera rimangono un sogno

Gli elettori grigionesi hanno voltato le spalle alla candidatura per i Giochi olimpici del 2022 Keystone

Gli elettori del Canton Grigioni hanno respinto la candidatura di San Moritz e Davos per l’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali del 2022. I timori legati ad un eccessivo carico finanziario e ambientale hanno prevalso sugli ipotetici vantaggi economici per la regione.

Non è riuscita a superare nemmeno il primo scoglio importante, ossia il voto popolare nel Canton Grigioni, la candidatura promossa dall’associazione “Grigioni 2022” che mirava a riportare per la terza volta in Svizzera le Olimpiadi invernali, dopo le due edizioni tenute nel 1928 e 1948 a San Moritz.

Gli aventi diritto di voto nel Canton Grigioni hanno infatti bocciato con un 52,6% di no il progetto lanciato nel 2011 da Swiss Olympic – che raggruppa 83 federazioni sportive svizzere – assieme alla Confederazione, al Canton Grigioni e ai Comuni di Davos e San Moritz. In favore delle Olimpiadi si sono invece espressi gli elettori delle due località turistiche interessate, ma il loro voto non avrà effetto visto il verdetto emerso a livello cantonale.

“Sono molto soddisfatta di questo risultato”, ha dichiarato alla televisione svizzero tedesca SRF la deputata socialista grigionese Silva Semadeni, che ha guidato la campagna degli oppositori. “Il popolo grigionese ha votato in modo pragmatico e ha capito che questo progetto era troppo grande per il nostro Cantone”.

Delusione invece nel campo dei sostenitori. “Gli oppositori hanno suscitato un mucchio di timori durante la campagna, parlando di montagne di debiti e di tonnellate di CO2. Dopo questo voto diventerà più difficile bussare alle porte a Berna per chiedere aiuti alla Confederazione in favore dello sviluppo turistico del nostro Cantone”, ha invece affermato il senatore popolare democratico grigionese Stefan Engler.

Gli elettori del Canton Grigioni hanno respinto con il 52,6% dei voti la proposta di modificare la legge sulla gestione finanziaria cantonale, allo scopo di creare riserve per 300 milioni di franchi, destinate ai Giochi olimpici invernali del 2022.

Gli aventi diritto di voto a San Moritz e Davos hanno invece approvato la partecipazione finanziaria dei loro Comuni ai costi delle Olimpiadi, per rispettivamente 5 milioni e 2 milioni di franchi.

Il loro voto rimane però senza effetto vista la decisione emersa a livello cantonale.

Rischi finanziari eccessivi

Dopo aver già stanziato un primo credito di 30 milioni di franchi per sostenere la candidatura, il governo svizzero era infatti disposto a concedere fino ad 1 miliardo di franchi per coprire buona parte del disavanzo atteso alla fine dei Giochi. Il Consiglio federale aveva ventilato spese complessive pari a 2,8 miliardi di franchi, mentre le entrate avrebbero raggiunto 1,5 miliardi. Ne sarebbe quindi risultato un disavanzo di 1,3 miliardi.

Da parte loro, le autorità del Canton Grigioni proponevano di partecipare all’organizzazione delle Olimpiadi con un contributo di 300 milioni di franchi. Probabilmente troppo agli occhi degli elettori grigionesi: la questione finanziaria è stata infatti al centro della campagna politica che ha preceduto la votazione.

Secondo gli oppositori al progetto, vi erano inoltre da temere enormi eccessi finanziari. Questo tenendo conto non solo delle esperienze fatte negli ultimi tempi a livello olimpico, ma anche in seguito ad una crescente tendenza alla “megalomania”: per i Giochi del 2014 a Sotchi, in Russia, sono attualmente previste spese addirittura superiori a 40 miliardi di franchi, tra l’infrastruttura e lo svolgimento del megaevento sportivo. Nella località russa sono attesi circa 5’500 atleti e oltre 12’000 rappresentanti dei media.

Impatto ambientale negativo

Di fronte a simili cifre, molti dubitavano delle possibilità di ridimensionare le Olimpiadi nel 2022. I Giochi sono apparsi quindi troppo grandi per una regione di vallate alpine, difficilmente accessibili, come quelle del Canton Grigioni. L’impatto ambientale negativo della manifestazione sportiva figura tra gli argomenti che sono stati sollevati maggiormente durante la campagna politica.

A detta degli oppositori, i Giochi olimpici rappresentavano inoltre lo strumento sbagliato per promuovere lo sviluppo economico del Canton Grigioni. Per diversi anni, le Olimpiadi avrebbero, tra l’altro, focalizzato troppo l’attenzione sulla stagione invernale, mentre le località turistiche grigionesi stentano a fare il pieno di turisti soprattutto in primavera e autunno – e perfino in estate.

I 300 milioni proposti dal governo, per promuovere lo sviluppo turistico ed economico della regione attraverso i Giochi olimpici, andrebbero piuttosto utilizzati in altro modo.

La Svizzera ha ospitato le Olimpiadi invernali nel 1928 e nel 1948 a St. Moritz. I primi Giochi olimpici svizzeri erano costati meno di 100’000 franchi, mentre per i secondi il budget aveva superato di poco 1 milione di franchi.

Da allora diversi altri progetti di candidatura sono stati lanciati. La maggior parte si sono arenati in seguito alla mancanza di sostegni e alle opposizioni sorte in Svizzera: Losanna (progetto di candidatura per i Giochi del 1952), San Moritz (1960), Sion (1968 e 1976), Berna (2010), Zurigo (2014).

Le candidature presentate da Sion, in Vallese, per i Giochi olimpici del 2002 e 2006 avevano invece ottenuto consensi a livello nazionale ed erano state inoltrate al Comitato internazionale olimpico. In entrambi i casi senza successo.

La nuova candidatura dei Grigioni era sostenuta da Swiss Olympic, che raggruppa 83 federazioni sportive svizzere, dalla Confederazione, dal Canton Grigioni e dai Comuni di Davos e San Moritz, che avevano creato nel 2011 l’associazione “Grigioni 2022”.

Le spese complessive previste ammontavano a 2,8 miliardi di franchi, mentre le entrate erano stimate a 1,5 miliardi. Il governo svizzero intendeva stanziare 1 miliardo di franchi per coprire in parte il disavanzo, mentre il Canton Grigioni avrebbe assunto 300 milioni a proprio carico.

Nuovi mercati turistici

A nulla sono valsi quindi gli argomenti dei promotori di “Grigioni 2022”, per i quali l’evento sportivo rappresentava un’occasione unica per pubblicizzare l’offerta turistica della regione e rilanciare un’economia che soffre da diversi anni di un franco svizzero troppo forte e quindi di problemi di competitività rispetto alle località alpine dei paesi vicini.

Secondo lo stesso governo grigionese, i Giochi avrebbero permesso di attirare l’attenzione di un pubblico più vasto a livello mondiale e di accedere quindi a nuovi mercati turistici. Il progetto avrebbe pure permesso di rinnovare l’infrastruttura esistente, sia per quanto riguarda i mezzi di trasporto pubblici che gli impianti sportivi e l’offerta alberghiera.

Le Olimpiadi. a detta dei promotori di “Grigioni 2022”, avrebbero generato un fatturato economico globale per il cantone pari a circa 3 miliardi di franchi, portando inoltre alla creazione di 10 a 15 mila posti di lavoro nei prossimi anni. Le entrate fiscali sarebbero inoltre salite di 70 a 100 milioni di franchi all’anno.

Mancanza di solidarietà

Per la Svizzera, le Olimpiadi resteranno quindi ancora per molto tempo soltanto una speranza o un sogno. Dai Giochi organizzati a San Moritz nel 1948, diversi tentativi di rilanciare una candidatura e di ottenere il prestigioso evento sportivo sono naufragati dinnanzi a resistenze interne o ad una bocciatura da parte del Comitato internazionale olimpico (CIO).

“Possiamo dimenticare per almeno altri 20 anni qualsiasi nuovo progetto di candidatura ai Giochi olimpici”, deplora Jörg Schild, presidente di Swiss Olympic. “Per me questo voto esprime anche una mancanza di solidarietà e una certa paura che regna in Svizzera. Ognuno rimane nel suo giardino e teme di lanciare progetti innovativi. Abbiamo perso una grande occasione”.

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