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Massiccio sì per l’ennesimo giro di vite sull’asilo

La politica di asilo figura da oltre 20 anni tra i piatti forti dell'agenda politica svizzera Keystone

Il popolo svizzero ha approvato a larga maggioranza la revisione della legge sull’asilo, già entrata in vigore nel settembre dell’anno scorso. Lo scrutinio rispecchia i risultati delle votazioni federali sull'asilo degli ultimi decenni.

Quasi 4 svizzeri su 5 hanno accettato la revisione della legge federale sull’asilo, messa in vigore l’anno scorso dal parlamento con una procedura d’urgenza. Le nuove misure sono state approvate da tutti i cantoni, in ogni regione del paese, con quote che vanno dal 61% nel canton Ginevra all’86% nei cantoni Nidwaldo, Svitto e Appenzello interno.

L’inasprimento delle norme sull’asilo era stato deciso in settembre dalla maggioranza di destra e di centro delle Camere federali per far fronte alla nuova impennata delle domande di asilo, praticamente raddoppiate tra il 2010 e il 2012. L’afflusso di richiedenti l’asilo, provenienti soprattutto dai paesi africani, aveva messo in difficoltà le autorità, confrontate tra l’altro alle crescenti resistenze della popolazione contro l’apertura di nuovi centri di accoglienza.

Secondo la maggioranza di destra e di centro del parlamento, le nuove misure sono necessarie per ridurre le domande d’asilo e per lottare più efficacemente contro gli abusi e contro l’alto tasso di criminalità tra i richiedenti. La revisione della legge sull’asilo è stata invece combattuta da un referendum sostenuto da partiti di sinistra, sindacati e organizzazioni umanitarie. Ai loro occhi, il nuovo giro di vite colpisce in molti casi anche i “veri rifugiati”, ai quali va accordato diritto di asilo in base alle convenzioni internazionali.

Queste le modifiche principali:

Le domande di asilo possono essere presentate solo alla frontiera e agli aeroporti svizzeri. È soppressa la possibilità di richiedere asilo presso le ambasciate.

Non sono più considerate rifugiate le persone esposte a serie minacce per aver disertato o rifiutato di prestare servizio militare. La protezione è tuttavia offerta in virtù della Convenzione internazionale sullo statuto dei rifugiati.

Possono essere collocati in centri speciali i richiedenti l’asilo che compromettono la sicurezza e l’ordine pubblico.

La Confederazione può utilizzare le sue infrastrutture e i suoi edifici per alloggiare i richiedenti l’asilo, senza dover chiedere l’autorizzazione di Cantoni e Comuni.

Sull’arco di due anni, il governo può sperimentare nuove procedure di esame delle domande di asilo. In tale ambito può ridurre da 30 a 10 giorni il termine di ricorso contro decisioni negative.

Svizzera troppo attraente

Il verdetto popolare è stato accolto con soddisfazione dai partiti di destra e di centro. Secondo Claude-Alain Voiblet, vicepresidente dell’Unione democratica di centro, il popolo non si è lasciato ingannare e ha capito che vi sono troppi abusi nel settore dell’asilo. “Ci vogliono però ulteriori misure contro il turismo sociale”.

“Questo risultato mostra che, agli occhi di una grande maggioranza del popolo, la Svizzera è un paese troppo attraente per i richiedenti l’asilo e occorre quindi ridurre questa attrattiva”, ha dichiarato Gerhard Pfister, deputato del Partito popolare democratico. 

Per Isabelle Moret, deputata del Partito liberale radicale, l’esito dello scrutinio rappresenta una prova di fiducia da parte del popolo nei confronti della nuova revisione della legge sull’asilo, sottoposta quest’anno all’esame del parlamento e volta ad accelerare le procedure di esame delle domande.

Obbiettivi non raggiunti

Delusione invece da parte dei partiti di sinistra, sorpresi dall’ampiezza del risultato. A detta di Silvia Schenker, deputata del Partito socialista, “i sostenitori della revisione hanno fatto credere al popolo che le misure in votazione serviranno ad accelerare le procedure di esame delle domande di asilo. In realtà non permetteranno in alcun modo di raggiungere questo obbiettivo. Si sono quindi suscitate delle aspettative sbagliate”.

Un’opinione condivisa dalla deputata dei Verdi Adèle Thorens, secondo la quale sono da attendere nei prossimi anni nuovi inasprimenti della legge. Per l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), il largo consenso espresso a favore delle nuove norme legali fa seguito ad una “campagna di diffamazione condotta da diversi anni dall’ala di destra del mondo politico, che ha prodotto una falsa immagine della realtà nel settore dell’asilo”.

Reazioni al voto sono giunte anche dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), secondo il quale durante la campagna politica sono stati messi in rilievo soltanto gli aspetti negativi dell’asilo. Non è stato invece sottolineato il fatto che quasi la metà dei richiedenti l’asilo necessita effettivamente di una protezione, ha deplorato Susin Park, direttrice dell’UNHCR a Ginevra.

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Il risultato di questa domenica non sorprende. Nel 2006, oltre due terzi dei cittadini svizzeri avevano infatti approvato un ennesimo giro di vite nella politica dell’asilo. Negli ultimi 30 anni, solo una volta il popolo svizzero ha respinto un inasprimento della legge sull’asilo: nel 2002, quando un’iniziativa popolare dell’Unione democratica di centro era stata bocciata di strettissima misura (50,1% di no) dall’elettorato.

A quei tempi, i partiti di centro si distanziavano però maggiormente dalle rivendicazioni della forza politica di destra, che dagli anni ’90 aveva fatto dell’asilo uno dei suoi principali cavalli di battaglia a livello elettorale. Negli ultimi anni, invece, il Partito liberale radicale e il Partito popolare democratico sono passati a loro volta all’offensiva in materia di asilo: le misure adottate l’anno scorso dal parlamento sono tra l’altro il frutto di diverse proposte lanciate dai due maggiori schieramenti del centro.

Contro la revisione delle norme sull’asilo si era schierata in parlamento soltanto la sinistra. Il Partito socialista aveva però rinunciato a lanciare un referendum, considerando che non aveva nessuna prospettiva di successo e temendo quindi di offrire una facile piattaforma di propaganda politica alla destra. Il referendum, promosso invece dai giovani del Partito ecologista svizzero, aveva suscitato inizialmente alcune divisioni all’interno delle forze di sinistra.

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Tre punti controversi

Nell’ambito della campagna politica in vista del voto popolare, sono stati soprattutto tre punti della revisione della legge a suscitare maggiori contestazioni. 

Innanzitutto dall’anno scorso non è più possibile presentare delle domande di asilo presso le ambasciate svizzere: sono prese in considerazione solo quelle depositate alla frontiera elvetica. Disertori e obbiettori di coscienza non vengono più riconosciuti automaticamente come rifugiati. I richiedenti l’asilo recalcitranti o violenti possono ora essere piazzati in centri speciali di accoglienza.

Sempre dal settembre scorso, la Confederazione può inoltre trasformare e utilizzare dei propri edifici per alloggiare i richiedenti l’asilo, senza dover più richiedere l’autorizzazione delle autorità cantonali o comunali interessate. Questa misura non ha suscitato particolari opposizioni.

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