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Nuovi jet militari, “uno spreco di soldi”

manifesto contro acquisto jet
La campagna in vista delle votazioni di settembre si preannuncia molto accesa riguardo al tema dei jet da combattimento. Keystone / Anthony Anex

L'acquisto di nuovi jet da combattimento è "uno spreco di soldi inaccettabile": lo sostiene un comitato interpartitico che venerdì a Berna ha lanciato la campagna contro il decreto federale concernente l'acquisto di nuovi aerei da combattimento.

Il voto è in programma il prossimo 27 settembre: solo sei anni dopo il “no” alle urne in merito ai Gripen, la popolazione sarà nuovamente chiamata ad esprimersi. Il comitato “No ai miliardi per gli aerei da combattimento” – formato da Partito Socialista e Verdi che hanno lanciato il referendum – ha invitato la popolazione ad opporsi al testo, poiché secondo la consigliera nazionale Marionna Schlatter (Verdi), si tratta di una “falsa promessa di maggiore sicurezza”.

Altri sviluppi

“Vogliamo un esercito che sia al passo con i tempi e che non si prepari alle guerre di ieri. Un conflitto armato nei nostri cieli è irrealistico”, ha aggiunto l’ecologista zurighese, sottolineando che i jet non proteggono contro le vere minacce come il cambiamento climatico, attacchi estremisti e ciber-terroristici oppure pandemie come il coronavirus. Tali velivoli, ha ribadito, sono inutili e tolgono risorse che potrebbero servire per “risolvere le vere sfide per la nostra sicurezza”.

Se si aggiungono le spese di acquisto, di esercizio e di manutenzione, i “jet di lusso” costeranno ai contribuenti 24 miliardi di franchi. “È politicamente irresponsabile”, ha indicato la consigliera nazionale Priska Seiler Graf (Partito socialista), particolarmente sensibile ai costi, soprattutto ora che ci saranno gli effetti economici del coronavirus.

Il consigliere nazionale Pierre-Alain Fridez (Partito socialista), dal canto suo, ha insistito sulla necessità di orientarsi verso aerei da combattimento più “leggeri ed economici”, nonché più ecologici, per adempiere ai compiti della polizia aerea.

A essere nel mirino è anche la modalità della votazione: “L’acquisto previsto è un assegno in bianco al Dipartimento della Difesa, perché al momento del voto non si saprà né il tipo di aereo, né quanti di essi la Confederazione intenda acquistare”, ha criticato il consigliere nazionale Fabien Fivaz (Verdi).

Principio dell’acquisto

Il prossimo 27 settembre, gli svizzeri non saranno chiamati ad esprimersi sul modello o sul numero di aerei, ma unicamente sul principio dell’acquisto. Il Consiglio federale si pronuncerà sul tipo di caccia soltanto dopo la votazione federale.

L’obiettivo è di sostituire gli attuali aerei da combattimento con nuovi velivoli per un costo massimo di 6 miliardi di franchi. Tuttavia, la cultura, la formazione o il settore sociale non dovranno subire tagli in seguito a questi acquisti.

Il servizio del Telegiornale:

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 14.08.2020)
 

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