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I ticinesi dicono no a Expo Milano 2015

Nonostante alcune incertezze, la Confederazione intende da parte sua partecipare a Expo 2015 con un credito di 23 milioni di franchi. Keystone

La maggioranza dei ticinesi ha respinto il credito di 3,5 milioni di franchi, voluto dal parlamento per finanziare la partecipazione del Cantone all’esposizione universale di Milano. Fallito in votazione cantonale il progetto di fusione tra Basilea Città e Basilea Campagna. 

Nel canton Ticino oltre il 54% dei votanti ha bocciato la proposta di stanziare un credito di 3,5 milioni di franchi per Expo 2015, in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. Con questo importo, il parlamento cantonale intendeva finanziare l’allestimento di uno spazio all’interno del padiglione svizzero – gestito assieme ai Cantoni del San Gottardo: Grigioni, Uri e Vallese – e diversi eventi di promozione territoriale in margine all’esposizione.   

Il credito era stato combattuto da un referendum lanciato dalla Lega dei ticinesi, secondo la quale i progetti previsti non avrebbero avuto ricadute importanti per il Canton Ticino e ne avrebbe beneficiato quasi soltanto l’Italia. In seguito al referendum, le autorità ticinesi avevano deciso nel frattempo di ridimensionare i progetti e di cercare finanziamenti privati. 

Meno di un milione di franchi dovrebbero quindi essere utilizzati per la partecipazione all’esposizione universale: una somma che sarà messa a disposizione dall’economia privata e dal fondo Swisslos. Secondo la Lega dei ticinesi, è tuttavia inaccettabile anche il previsto contributo proveniente da Swisslos, che dovrebbe impiegare in modo più utile i suoi soldi. La Lotteria intercantonale riversa ogni anno parte dei suoi proventi a progetti di pubblica utilità in campo culturale, sportivo, ambientale e sociale.   

Niente fusione 

Il progetto di fusione tra Basilea Città e Basilea Campagna è fallito. A farlo naufragare è stata la popolazione “campagnola”, che ha respinto la riunificazione con il 68,3% dei voti. Per poter lanciare il progetto di fusione era necessario un voto favorevole da parte di entrambi i Cantoni. 

Il risultato scaturito dalle urne non costituisce una sorpresa. Mentre il governo di Basilea Città si era pronunciato per il “sì”, il progetto di matrimonio non aveva ottenuto i favori dell’esecutivo di Basilea campagna e dei gruppi parlamentari dell’Unione democratica di centro e del Partito liberale radicale. L’ultimo tentativo di riunificare i due cantoni, separati dal 1833, era fallito nel 1969, sempre a causa del rifiuto di Basilea Campagna. 

Diritti politici per gli stranieri 

Dopo due tentativi respinti, i cittadini del Canton Giura hanno approvato questa fine settimana, con un 54% di voti favorevoli, la proposta di estendere ulteriormente i diritti politici degli stranieri. In futuro, coloro che vivono in Svizzera già da 10 anni, potranno essere eletti nei governi giurassiani.

Già nel 1979, in occasione della nascita del 26esimo cantone svizzero, il Giura aveva garantito agli stranieri il diritto di partecipare a votazioni ed elezioni comunali e cantonali. Finora solo tre altri cantoni francofoni – Neuchâtel, Friburgo e Vaud – offrono il diritto di voto e di eleggibilità alle persone espatriate residenti sul loro territorio. 

L’introduzione di un diritto di voto e di eleggibilità per gli stranieri è stata invece nettamente respinta dal popolo nel canton Sciaffusa. L’85% dei votanti ha infatti bocciato una un’iniziativa della Lista alternativa, volta a accordare i diritti politici agli stranieri che risiedono da almeno cinque anni nel cantone e dispongono di un permesso di soggiorno. 

Maggiore contributo dai ricchi 

A partire dall’anno prossimo, i ricchi residenti del canton Svitto dovranno contribuire un po’ di più al risanamento della casse cantonali. I cittadini hanno approvato, con una maggioranza del 59,2%, una revisione della legge fiscale che prevede tra l’altro un aumento delle imposte per i redditi annuali netti che superano 230’400 franchi, rispettivamente 438’000 franchi per le coppie sposate. 

Le misure votate, che colpiranno circa il 2,5% dei contribuenti, dovrebbero fruttare introiti supplementari valutati a 66 milioni di franchi. Svitto aveva ridotto le imposte per l’ultima volta nel 2009. Da allora si erano accumulati disavanzi, costringendo le autorità a cercare nuove fonti finanziarie. 

Niente trasparenza dei politici 

Il popolo del canton Argovia non vuole una magggiore trasparenza nei finanziamenti ai partiti. I votanti hanno bocciato con una maggioranza del 55,7% un’iniziativa di Gioventù socialista, che chiedeva di rendere di dominio pubblico le donazioni superiori ai 5000 franchi, come pure i budget delle campagne per le elezioni e le votazioni. 

In base al testo, anche i candidati a cariche politiche a livello comunale e cantonale avrebbero dovuto rendere pubblica la dichiarazione dei redditi e i legami d’interesse con organizzazioni e aziende. L’iniziativa era avversata dal governo e dalla maggioranza del parlamento. Attualmente, soltanto il canton Ticino e Ginevra prevedono norme sulla trasparenza delle donazioni ai partiti. Un’iniziativa analoga a quella respinta in Argovia era stata bocciata l’anno scorso a Basilea Campagna. 

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