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I bernesi non vogliono ridurre gli aiuti ai più poveri

donna seduta su una sedia in mezzo alla strada
A Berna, il forfait previsto dall'aiuto sociale continuerà ad essere di 977 franchi al mese per una persona singola. Keystone

I votanti del canton Berna hanno respinto una revisione legislativa che prevedeva la drastica riduzione delle prestazioni dell'aiuto sociale. Negli altri cantoni spiccano le decisioni sull'apertura domenicale dei negozi, sulla caccia e sul finanziamento dei partiti.

Gli aiuti ai più bisognosi non si toccano. Né verso il basso né verso l’alto. Lo hanno deciso domenica i cittadini del canton Berna, i primi della Svizzera a pronunciarsi su uno degli elementi più delicati dell’assistenza sociale: l’importo del cosiddetto forfait globale destinato a coprire il fabbisogno di mantenimento dei beneficiari.

Con quasi il 53% delle preferenze, gli aventi diritto di voto del secondo cantone più popoloso del paese hanno bocciato la revisione della legge sull’assistenza sociale, che prevedeva una riduzione dell’8% dell’importo forfettario rispetto alle raccomandazioni della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSASCollegamento esterno). Per i giovani adulti fino a 25 anni e i richiedenti l’asilo ammessi provvisoriamente, il taglio sarebbe potuto arrivare fino al 15%.

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Nel canton Berna, il tasso di persone in assistenza (circa 42’700) è del 4,2%, quando la media svizzera è del 3,3%. Attualmente a Berna il forfait previsto dall’aiuto sociale è di 977 franchi al mese per una persona singola (9 franchi in meno dei 986 franchi auspicati dalla COSAS) e di 2’090 franchi per una famiglia di quattro persone (COSAS: 2’110).

I bernesi hanno pure respinto (con il 56% dei suffragi) un “progetto popolare” lanciato dagli ambienti di sinistra che reclamava il versamento di contributi di aiuto sociale secondo gli standard COSAS. Più generoso della legge in vigore, il progetto prevedeva anche maggiore sostegno ai disoccupati di età superiore ai 55 anni.

Oltre che sul piano federale, domenica si sono tenute votazioni in dieci cantoni della Svizzera tedesca, nei Grigioni, come pure a Ginevra, in Vallese e in Ticino.

I ginevrini potranno fare la spesa anche di domenica. Più del 52% dei votanti hanno accolto la revisione della legge cantonale sugli orari di apertura dei negozi, secondo cui gli esercizi potranno essere aperti per tre domeniche all’anno (e per un periodo di prova di due anni).

La misura sostenuta dalla destra intende aiutare i commercianti ginevrini – confrontati con la concorrenza dei vicini negozi in Francia – a meglio lottare contro il turismo degli acquisti.

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È stata una delle grandi battaglie sindacali nel cantone italofono a sud delle Alpi: il mantenimento dell’Officina delle Ferrovie federali svizzere, responsabile della manutenzione di locomotive e carri merci, nel capoluogo Bellinzona, dove lo stabilimento ha sede da oltre 130 anni.

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Malgrado il forte sostegno popolare al momento del suo lancio nel 2008, l’iniziativa Giù le mani dall’OfficinaCollegamento esterno – che chiedeva di mantenere le attività in città con la creazione di un polo tecnologico-industriale – è stata bocciata alle urne da oltre il 65% dei votanti. I cittadini si sono allineati al governo e al parlamento del canton Ticino, favorevoli alla realizzazione di un nuovo stabilimento a Castione, a pochi chilometri dall’ubicazione attuale.

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Lo zoo di Basilea non costruirà il grande acquario pensato per presentare la vita negli oceani e sensibilizzare i visitatori alle questioni ambientali. Il referendum degli ecologisti contro l’OzeaniumCollegamento esterno, che sarebbe costato circa 100 milioni di franchi, è stato accolto alle urne da oltre il 54% dei cittadini.

persone di fronte a un enorme acquario
Il progetto Ozeanium intendeva portare la vita marina a Basilea. Zoo Basel
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La caccia speciale nei GrigioniCollegamento esterno, praticata tra novembre e dicembre, sarà mantenuta. L’iniziativa che voleva abolirla, sostenuta da cacciatori e animalisti, è stata respinta da oltre il 54% dei votanti, i quali hanno quindi seguito le raccomandazioni del parlamento e del governo cantonale.

Introdotta a metà anni Novanta, la caccia speciale serve a ridurre il numero di cervi e caprioli al fine di evitare la moria invernale nonché i danni al bosco e alle coltivazioni agricole, aveva rammentato alcuni mesi fa il governo retico.

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Il cantone della Svizzera centrale segue l’esempio del Ticino, di Ginevra e di Neuchâtel in materia di trasparenza del finanziamento dei partiti. L’attuazione dell’iniziativa dei Giovani socialisti, accettata nel 2018, è stata accolta domenica dal 54% dei votanti. La legge obbliga partiti, organizzazioni e movimenti politici a pubblicare i dettagli del finanziamento delle loro campagne elettorali.

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Il governo del canton Lucerna rimane a maggioranza borghese. Nel ballottaggio di domenica, l’ecologista Korintha Bärtsch non è riuscita a confermare il risultato del primo turno. Ad essere rieletti nell’esecutivo sono gli uscenti Paul Winiker, democentrista, e l’indipendente Marcel Schwerzmann.


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