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La legge contro il terrorismo, un abuso o una necessità?

disegno di persone con dei computer portatili
La nuova legge anti-terrorismo dà alle forze dell'ordine nuovi strumenti per intraprendere azioni preventive contro potenziali terroristi. Corinna Staffe

Il 13 giugno, il popolo svizzero voterà su una nuova legge antiterrorismo che sta accendendo le polemiche oltre i confini elvetici. Per alcuni, minaccia i cittadini onesti. Per altri, fornisce una migliore protezione della popolazione.

Nel 2015, dopo gli attacchi al giornale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi, la Svizzera ha adottato una strategia per la lotta al terrorismoCollegamento esterno. La legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (MPT)Collegamento esterno è uno dei suoi pilastri.

L’ondata di attentati su larga scala che ha scosso l’Europa negli ultimi anni non ha finora colpito la Confederazione. L’anno scorso, tuttavia, la Svizzera ha vissuto i suoi primi due attacchi jihadisti: un omicidio nella città di Morges nel Canton Vaud e un accoltellamento in Ticino.

auto della polizia in una piazza pedonale
Lo scorso 24 novembre, una donna ha aggredito due persone in un centro commerciale nel centro di Lugano per ragioni legate al terrorismo islamista. Ha afferrato prima una donna al collo a mani nude e poi ne ha ferita un’altra al collo con un coltello. Keystone / Pablo Gianinazzi

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ritiene che la minaccia terroristica in Svizzera rimanga alta. In questo contesto, il popolo svizzero dovrà decidere se vuole dare alla polizia più poteri per prevenire ulteriori attacchi.

Cosa c’è in gioco?

Oggi la polizia può agire contro un individuo solo se ha già commesso un crimine. Con la legge federale sulle MPT, il governo e il Parlamento hanno creato una base legale che dà alle forze dell’ordine nuovi strumenti per intraprendere azioni preventive contro potenziali terroristi.

In concreto, la legge permette all’Ufficio federale di polizia (fedpol) di prendere una serie di misure contro un individuo che è sospettato di rappresentare una minaccia, anche se “non ci sono prove sufficienti per avviare un procedimento penale”.

La persona può essere obbligata a subire interrogatori o a presentarsi regolarmente a un’autorità, le può essere vietato di lasciare il territorio svizzero, di contattare certe persone o di entrare in una determinata zona. Come ultima risorsa e con l’autorizzazione di un giudice, si può anche ricorrere agli arresti domiciliari.

Nel maggio 2019, fedpol aveva assicurato che queste riforme avrebbero riguardato solo “alcune decine di persone”. Possono essere imposte a partire dai 12 anni, tranne gli arresti domiciliari che saranno applicabili a partire dai 15 anni, e avranno anche una durata limitata.

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Quali sono i principali argomenti a favore della nuova legge?

Secondo i sostenitori della nuova legge, le misure e gli strumenti attualmente utilizzati in Svizzera per agire contro le persone che rappresentano una minaccia sono insufficienti. La nuova legge colma le lacune della strategia nazionale contro il terrorismo, permettendo alla polizia di prendere provvedimenti non appena vi sono indizi concreti e attuali a dimostrazione che qualcuno commetterà un atto terroristico. Questo garantirà una migliore protezione della popolazione.  

Le misure saranno prese anche in base alla situazione, dicono i sostenitori. Per esempio, il supporto psicologico o un programma di occupazione saranno favoriti in prima istanza. Misure più severe saranno poi applicate se questo non funziona.

I favorevoli al “sì” sostengono anche che la nuova base giuridica è compatibile con i diritti fondamentali, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e i relativi trattati delle Nazioni Unite. Gli arresti domiciliari devono essere approvati da un tribunale e tutte le misure possono essere impugnate presso il Tribunale amministrativo federale.

Quali sono i principali argomenti contro la nuova legge?

Gli oppositori, tuttavia, considerano la riforma giudiziaria abusiva. I sostenitori del “no” ritengono che la nuova legge definisca il terrorismo in modo troppo vago, spalancando così le porte all’arbitrarietà e minacciando i cittadini innocenti.

Anche la separazione dei poteri non è rispettata secondo chi si schiera contro la legge. Tranne nel caso degli arresti domiciliari, spetterà alla polizia federale ordinare ed eseguire le misure. Gli oppositori deplorano l’assenza di un organo di controllo giudiziario.

Le misure stesse, inoltre, violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che proibisce la privazione arbitraria della libertà sulla sola base di un sospetto, affermano gli oppositori. E, applicandosi ai minori, contravvengono anche alla Convenzione sui diritti dell’infanzia.  

Perché il popolo ha voce in capitolo?

La legge federale sulle MPT è stata adottata dal Parlamento nel settembre 2020. Il comitato interpartitico “No alle detenzioni arbitrarie”Collegamento esterno, che comprende i giovani Verdi, la Gioventù Socialista, i giovani Verdi liberali e il Partito Pirata, ha lanciato con successo un referendum contro la legislazione. Ha raccolto più di 140’000 firme in meno di 100 giorni (50’000 erano sufficienti).

Il diritto di veto su una decisione parlamentare fa parte del sistema svizzero di democrazia diretta.

Chi sono gli oppositori e i sostenitori?

La nuova legge antiterrorismo è molto polarizzante. Nella votazione finale in Parlamento, il testo è stato sostenuto da quasi tutti i partiti di destra e di centro, a eccezione dei Verdi liberali, che si sono opposti, così come la sinistra.

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La legge ha provocato reazioni anche oltre i confini elvetici. In una lettera al governo, l’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha criticato il progetto di legge, che darebbe adito alla privazione arbitraria della libertà. La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha mosso la stessa criticaCollegamento esterno.

Anche la piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umaniCollegamento esterno (una rete di oltre 80 organizzazioni) si oppone alla revisione legislativa.

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