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Chi dovrebbe decidere sul posto di lavoro: la direzione o il personale?

Migliori condizioni di lavoro per il personale curante in Svizzera

infermiera con mascherina
Il fotografo svizzero Valeriano Di Domenico ha ritratto il personale curante durante la pandemia di coronavirus. Valeriano Di Domenico

L'iniziativa popolare che chiede di migliorare le condizioni di lavoro e i salari di infermiere e infermieri in Svizzera è stata accettata domenica alle urne con il 61% dei voti. Un risultato "storico" favorito anche dalla pandemia di coronavirus.

Il personale infermieristico è in prima linea nella lotta contro la Covid-19. Applaudito dai balconi durante il confinamento nella primavera 2020, chiedeva da tempo azioni concrete per far fronte alla penuria di curanti in Svizzera.

Un appello recepito dal popolo svizzero, che domenica ha accettato alle urne l’iniziativa popolare ‘Per cure infermieristiche forti‘ con il 61% dei voti. Ad eccezione di Appenzello Interno, il sostegno è stato unanime in tutti i Cantoni. Il testo ha così superato lo scoglio della doppia maggioranza (di popolo e Cantoni), condizione indispensabile affinché un’iniziativa popolare sia accettata.

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È la prima volta dal 1981 che un’iniziativa appoggiata dai sindacati viene accettata dall’elettorato. Si tratta inoltre di una delle iniziative con maggiori consensi da quando è stato introdotto questo strumento democratico nel 1891. La partecipazione è stata particolarmente elevata (al 65% circa).

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Il ruolo del coronavirus

“È una giornata storica!”, ha reagito Sophie Ley, presidentessa dell’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri (ASI). La popolazione condivide i valori difesi dall’iniziativa, anche se la politica non ha voluto ascoltarli, ha affermato alla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS. Il suo auspicio è che le discussioni sull’attuazione del testo avanzino rapidamente.

due persone si abbracciano
Sophie Ley, presidentessa dell’ASI, si felicita con Pierre Theraulaz, ex presidente dell’associazione. Keystone / Peter Klaunzer

“Molto soddisfatto” del risultato è anche Baptiste Hurni, presidente della sezione romanda della Federazione svizzera dei pazienti. “Lo sono ancor di più considerando la difficoltà di fare accettare un’iniziativa alle urne in Svizzera”, ha commentato all’agenzia stampa Keystone-ATS. In Svizzera, in media solo un’iniziativa su dieci supera lo scoglio delle urne.

Per la deputata socialista Brigitte Crottaz, la pandemia di coronavirus ha giocato un ruolo alle urne. La penuria di personale esisteva da lungo tempo, ma la Covid-19 ha rivelato l’importanza sistemica del personale curante, ha affermato alla RTS.

Di seguito la reazione della deputata socialista Marina Carobbio alla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI:

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Il ministro della sanità Alain Berset ha dichiarato che l’approvazione dell’iniziativa “dimostra come il popolo tenga a manifestare il suo appoggio agli infermieri per l’immenso lavoro svolto durante la pandemia. Anche per il Consiglio federale ci vuole personale curante qualificato a sufficienza e occorre mettere l’accento sulla formazione”.

Garantire la qualità delle cure in Svizzera

L’iniziativa lanciata dall’ASI nel 2017 prevede un miglioramento delle condizioni di lavoro del personale curante e un rafforzamento della formazione in Svizzera. L’obiettivo è di rendere la professione più attrattiva e di far fronte alla penuria di curanti diplomati.

Secondo il comitato che l’ha sostenuta, l’iniziativa permetterà di garantire la qualità delle cure in Svizzera e la sicurezza del paziente.

L’iniziativa era stata appoggiata dai partiti di sinistra, il Partito socialista e i Verdi, mentre i partiti di destra e di centro avevano preferito il progetto alternativo elaborato dal Parlamento. Nemmeno il settore sanitario era unito, con quattro associazioni di aiuto alle persone anziane favorevoli alla controproposta indiretta.

Altri sviluppi

Lunghe discussioni sull’attuazione dell’iniziativa

A nulla sono valsi gli appelli del Consiglio federale e del Parlamento che invitavano la popolazione a bocciare questa modifica costituzionale a favore del controprogetto. La controproposta non si spingeva così lontano come l’iniziativa, ma contemplava un’offensiva per formare più persone specializzate.

La popolazione svizzera “ha seguito il cuore”, ha detto Isabelle Moret, presidentessa dell’Associazione degli ospedali svizzeri H+, contraria all’iniziativa. Con il risultato di oggi, il popolo ha mostrato il suo sostegno al personale negli ospedali, anche se questo implica un aumento dei costi della salute e quindi dei premi dell’assicurazione sanitaria di base, ha affermato.

L’attuazione dell’iniziativa potrebbe richiedere molto tempo, ha commentato Céline Amaudruz, vicepresidentessa dell’Unione democratica di centro (destra conservatrice). “Sulla formazione sembra che siamo tutti d’accordo. Per tutto il resto, le discussioni saranno lunghe”, ha detto alla RTS.

Il controprogetto sarebbe stato il modo più efficace per migliorare la situazione, scrive in un comunicato odierno la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS). Occorre però adottare provvedimenti per migliorare le condizioni di lavoro di infermiere e infermieri nell’ambito dello sviluppo professionale e della promozione dei talenti, afferma la CDS, secondo cui i Cantoni offriranno il loro aiuto per la ricerca di soluzioni durante le discussioni.

La sfida consisterà nel definire disposizioni quadro a livello nazionale che finora rientravano nelle competenze dei Cantoni, delle imprese e dei partner sociali, puntualizza la CDS.

La deputata socialista Brigitte Crottaz chiede da parte sua l’attuazione immediata dell’iniziativa. “Tutto è pronto” per migliorare la formazione del personale infermieristico, ha detto alla RTS. Per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di lavoro e le questioni retributive, l’iniziativa lascia un po’ più di tempo, poiché prevede un periodo di quattro anni, ha aggiunto Crottaz.

Quali ripercussioni sui premi assicurativi?

Accogliendo l’iniziativa, gli elettori hanno dato un segnale al personale curante, fortemente sollecitato in questo periodo di pandemia, ha indicato SantéSuisse all’agenzia Keystone-ATS. Il popolo e i Cantoni hanno sostenuto la richiesta di miglioramento delle condizioni lavorative e ora i datori di lavoro sono ora invitati ad agire, ha detto l’associazione di categoria degli assicuratori malattie.

SantéSuisse mette però il comitato promotore dell’iniziativa di fronte alle sue responsabilità. Questo aveva infatti negato ogni aumento dei costi durante la campagna. Per SantéSuisse, è decisivo che l’onere dei premi, che dipende direttamente dai costi della sanità, non aumenti.

Dal canto suo, Curafutura, l’altra associazione settoriale, ha sottolineato di voler impegnarsi in modo costruttivo nelle discussioni sull’applicazione del testo. Difenderà in particolare un’attuazione semplice e chiara affinché il personale curante possa fatturare le prestazioni all’assicurazione, senza passare da un medico.

Stress, frustrazione e abusi

Già prima della pandemia, le condizioni di lavoro di infermiere e infermieri negli ospedali svizzeri erano difficili, tra stress, mancanza di riconoscimento e salari ritenuti troppo bassi. Una situazione precaria evidenziata dall’inchiesta che avevamo realizzato negli ospedali svizzeri nei primi mesi del 2020.

Oltre un anno e mezzo dopo, la situazione non è migliorata, anzi. “La pandemia ha avuto un effetto devastante”, secondo Pierre-André Wagner, responsabile del servizio giuridico dell’ASI.

Altri sviluppi

Carenza di personale, “una realtà da molto tempo”

Mentre il bisogno di cure infermieristiche aumenta inevitabilmente con l’invecchiamento della popolazione, la Svizzera non forma abbastanza personale qualificato. Inoltre, c’è un alto tasso di abbandono della professione. Se non si farà nulla, alla Svizzera mancheranno 65’000 infermieri e infermiere entro il 2030, secondo le stime dell’Osservatorio svizzero della salute.

Stando all’ASI, la carenza di personale infermieristico non è una minaccia, bensì una realtà ormai da molto tempo: nel terzo trimestre di quest’anno, c’erano 11’717 posti vacanti nel settore delle cure, la maggior parte dei quali riguardavano il personale infermieristico.

Attualmente, la Svizzera sta reclutando massicciamente dai Paesi vicini per soddisfare i suoi bisogni. Un terzo del personale infermieristico degli ospedali viene dall’estero. Tuttavia, questa dipendenza può causare problemi, come ha dimostrato la pandemia. Quando gli Stati hanno chiuso le loro frontiere per limitare il contagio, la Svizzera ha dovuto negoziare con i suoi vicini per permettere al personale sanitario di continuare a circolare.

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