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Votazione federale 27.9.2020: congedo di paternità di due settimane

3 padri svizzeri, 3 Paesi con congedi paternità generosi e una sola opinione

Oggi la Svizzera è molto indietro in materia di congedo paternità rispetto ad altre nazioni. Norvegia, Svezia e Corea del Sud sono in cima alla lista. Abbiamo interpellato tre padri svizzeri che vivono in questi tre Paesi.

“Mio figlio di 15 mesi sta facendo il suo pisolino pomeridiano”, dice Flurin Kasper. Nato a Berna, dal 2013 vive in Norvegia, più precisamente a Kristiansand, una città nel sud del Paese. Qui lavora nel campo dell’educazione degli adulti per un’organizzazione cristiana. Il ventottenne ha risposto al nostro appello per cercare padri che vivono in un Paese particolarmente generoso con i neogenitori.

Flurin Kasper
Flurin Kasper si occupa al momento del figlio a tempo pieno. screenshot

La Norvegia è uno di questi. “Sono contento che fossimo qui in Norvegia quando è nato nostro figlio”, dice il giovane padre. Ha potuto beneficiare di un congedo paternità di due settimane, che doveva essere utilizzato durante i primi 60 giorni dopo il parto.

Il congedo tuttavia non finisce dopo due settimane per i neopapà i in Norvegia. Il Paese scandinavo offre ai suoi genitori un totale di quasi un anno di congedo parentale. Dopo le due settimane insieme, ci sono infatti 15 settimane per la madre e poi 15 settimane per il padre. Altre 16 settimane possono essere suddivise a piacere. Tuttavia, il padre deve avvalersi del suo diritto, altrimenti decade.

“Qui ci si può organizzare come coppia e di solito non ci si preoccupa del datore di lavoro”.

Flurin Kasper

Nel caso della famiglia Kasper, la coppia ha deciso di suddividersi il congedo parentale. Lei ha preso cinque mesi dopo il parto, lui quattro mesi. “Qui ci si può organizzare come coppia e di solito non ci si preoccupa del datore di lavoro”, dice l’operatore in automazione. In Norvegia è opinione diffusa che anche il congedo paternità sia indispensabile. “Tutti lo rispettano ed è molto apprezzato nella società”.

Per Kasper era chiaro che si sarebbe avvalso del congedo paternità. “Il primo periodo è molto intenso: volevo stare con mia moglie e conoscere il bambino. Volevo dare anche a lui l’opportunità di conoscermi”. Chi è contrario al congedo paternità non sa cosa si perde. “È un tempo incredibilmente prezioso”.

In Norvegia, un padre con un figlio piccolo non è un’eccezione, dice Flurin Kasper. Molti uomini si recano al parco giochi in gruppo con i loro bambini. Un’immagine che in Svizzera si vede raramente, dato che nei parchetti si vedono soprattutto mamme.

480 giorni in Svezia

Roger Weilenmann
Roger Weilenmann è emigrato in Svezia per la politica familiare nel Paese scandinavo. screenshot

In Svezia, il 33enne svizzero Roger Weilenmann è appena arrivato dall’ufficio del suo datore di lavoro. Fa il camionista a Umeå, nel nord della Svezia. Nel 2019 è emigrato con la sua famiglia di cinque persone. Nel frattempo, la famiglia conta sei persone, poiché in aprile è nata un’altra figlia.

Si sono azzardati a emigrare per un motivo ben preciso: la politica familiare. “Avevamo la sensazione che in Svizzera l’accettazione delle famiglie con più di due figli fosse piuttosto bassa”. I coniugi Weilenmann conoscevano già la Svezia a causa dei numerosi viaggi di vacanza, in cui hanno creato una cerchia amici.

Qui possono investire più tempo per la famiglia. “La famiglia viene prima di tutto in Svezia”, dice Weilenmann, che prima viveva a Zurigo. Se la famiglia non è la priorità, sei fuori posto nella società svedese, afferma.

In Svezia, ci sono 10 giorni di congedo quando il bambino viene alla luce. Dopo di che, i genitori hanno a disposizione 480 giorni, di cui 90 riservati a ciascun genitore, gli altri 300 giorni possono essere suddivisi liberamente tra la coppia. Nel primo anno dopo la nascita del bambino, si possono trascorrere assieme 30 giorni al massimo.

Weilenmann fa un paragone: quando sono venuti al mondo i primi due figli, ha avuto tre giorni liberi per ognuno. Con il terzo figlio ha ottenuto dieci giorni. In confronto erano due mondi completamente differenti, afferma il 33enne. “Potevo darmi da fare a casa. Dopo tutto, una donna è completamente esausta dopo il parto”. Questi dieci giorni sarebbero stati di grande aiuto alla famiglia.

Weilenmann non crede che il congedo paternità abbia una possibilità in Svizzera. Nel suo Paese di origine, l’attenzione alla famiglia non è una priorità e il denaro è troppo importante, sostiene. “Certo, in Svezia paghiamo tasse relativamente alte”. Ma molte spese sono coperte, come ad esempio l’assicurazione sanitaria.

“Una donna è completamente esausta dopo il parto”.

Roger Weilenmann

Che cosa si perde? Un tempo prezioso che non tornerà e l’opportunità di sostenere la compagna. “Inoltre, gli uomini devono investire di più nel periodo iniziale per costruire un rapporto con il bambino”, dice Roger Weilenmann.

È anche un vantaggio per il datore di lavoro. Weilenmann ne è convinto: “Un padre che si presenta al lavoro il giorno dopo la nascita non lavora al 100%”. Con la testa sarebbe con la famiglia, dove in effetti dovrebbe stare.

Un anno in Corea del Sud

Screenshot vom Gerspräch mit Bernhard Egger
Bernhard Egger, professore di informatica, non ha voluto usufruire del congedo paternità. screenshot

Il 45enne Bernhard Egger siede alla sua scrivania a Seul il venerdì sera (ora locale) e si prende del tempo prima del fine settimana per parlarci del congedo paternità. La Corea del Sud è il paese più virtuoso in materia di congedo di paternità secondo la classifica dell’OCSE.

Egger è emigrato in Corea del Sud nel 2003, dove dal 2011 lavora come professore di informatica alla Seoul National University. Nato a Langnau, è sposato con una donna sudcoreana e ha due figli di cinque e sette anni.

Nel suo Paese d’adozione, agli uomini vengono concessi 10 giorni di congedo dopo la nascita del bambino, alle donne 90 giorni. Questi sono i congedi paternità e maternità propriamente detti. Dopodiché c’è la possibilità di prendere il cosiddetto congedo per la cura della prole. Si tratta di un massimo di due anni per genitore, con un anno pagato per intero. Questo può essere richiesto fino all’età di 8 anni.

Un congedo di cui Bernhard Egger non ha usufruito. “In un ambiente di ricerca universitaria non ci si può permettere di stare via per un anno e non produrre articoli”. È anche responsabile dei dottorandi che hanno bisogno di supervisione. Tuttavia, poiché gode di una grande libertà nel suo lavoro, può sostituire la moglie, se necessario.

“Se un giovane può fare quattro settimane di servizio militare all’anno in Svizzera, allora dovrebbe essere possibile anche un congedo paternità di due settimane”.

Bernhard Egger

Ciononostante, è convinto che il legislatore svizzero dovrebbe concedere il congedo paternità. “Se un giovane può fare quattro settimane di servizio militare all’anno in Svizzera, allora dovrebbe essere possibile anche un congedo paternità di due settimane”, dice.

Al di fuori dell’ambiente universitario, Bernhard Egger ha avuto a che fare con persone che hanno preso il congedo parentale. “Spesso si conducono però trattative con il datore di lavoro per determinare il periodo di assenza del dipendente”.

In generale, la Corea del Sud è generosa con i suoi lavoratori dipendenti. Ad esempio, lo Stato paga per l’assistenza all’infanzia o concede alle donne un venerdì al mese, dice il professore e capo del gruppo di ricerca ‘Computer Systems and Platforms’. Questo dovrebbe servire anche per contrastare il basso tasso di natalità del Paese asiatico.

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