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Il mondo alla rovescia della campagna sull’autodeterminazione

cavallo di troia in legno
Gli oppositori all'iniziativa sull'autodeterminazione hanno investito molto per combattere la campagna dell'UDC, molto sobria. Peter Schneider / Keystone

La destra conservatrice elvetica, che è solita condurre campagne polemiche e aggressive, ha sorpreso tutti con la sobrietà comunicativa della campagna sull'iniziativa "per l'autodeterminazione". Stavolta sono gli oppositori che hanno fatto ricorso a un immaginario populista. Da entrambi le parti si tratta di una strategia consapevole.

La campagna in vista della votazione del 25 novembre sull’iniziativa “per l’autodeterminazione” ha imboccato strade inabituali. L’Unione democratica di centro (UDC) difende la sua proposta con cartelloni sobri, che contrastano con le immagini provocatorie che hanno contrassegnato per anni la comunicazione politica del partito.  

Sui manifesti una persona regge un cartello su cui si legge semplicemente la parola “sì”, su sfondo giallo. Niente pecore nere, niente slogan ammiccanti, niente immagini simboliche forti. Non c’è neppure il logo dell’UDC.

Anthony Anex / Keystone

Anche Georg Lutz, politologo all’università di Losanna, è sorpreso dai toni placidi della campagna UDC. “Da quando ha perso la votazione sull’ iniziativa ‘per l’attuazione’ nel 2016, l’UDC si è accorta che le immagini provocatorie non bastano ad estendere la mobilitazione oltre la propria base e quindi a garantire un successo alle urne. Evocando la democrazia diretta, un tema su cui tutti sono d’accordo, questa campagna ha il potenziale necessario per raggiungere gli elettori centristi e moderati”, analizza.

Gli oppositori all’iniziativa in compenso hanno tirato fuori l’artiglieria pesante per combattere le proposte dell’UDC. Le loro campagne poggiano su simboli forti e si appellano alla sfera emotiva.

L’Alleanza della società civile per esempio utilizza un cavallo di Troia, affermando che un’accettazione del testo equivarrebbe ad “aprire la porta all’arbitrio e alle discriminazioni”. Composta da 120 organizzazioni non governative (ONG), l’alleanza ha anche realizzato un video satirico per mobilitare gli oppositori. Nel video gli spettatori sono condotti all’interno del cavallo di Troia, dove si nascondono alcuni esponenti dell’UDC trasformati in soldati che pianificano un colpo di mano.

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Amnesty International SvizzeraCollegamento esterno ha lanciato una propria campagna per invitare i cittadini a depositare un no nell’urna, campagna in cui definisce la proposta dell’UDC “iniziativa contro i diritti umani”.

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Fattore di protezione DCollegamento esterno ritiene che la proposta dell’UDC miri a spingere la Svizzera a uscire dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Per dimostrare che quest’ultima è di importanza fondamentale, l’ONG presenta i ritratti di persone i cui diritti fondamentali sono stati violati dalla Svizzera e che hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

immagini di un esposizione con ritratti e testi
ZFG Allianz der Zivilgesellschaft

Il Partito socialista dal canto suo ha scelto di proporre un parallelo tra la proposta dell’UDC e la politica isolazionista di Donald Trump negli Stati Uniti e l’autoritarismo di Vladimir Putin in Russia e Recep Tayyip Erdogan in Turchia.

Peter Schneider / Keystone

Molto criticati per la scarsa presenza durante la campagna sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, gli ambienti economici sembrano aver imparato la lezione. Con un’azione spettacolare, economiesuisseCollegamento esterno ha voluto rendere dimostrare che l’accettazione di un testo “contrario al diritto internazionale” rimetterebbe in questione l’insieme dell’importante rete internazionale di accordi economici della Svizzera.

A metà ottobre l’associazione federativa delle imprese svizzere ha perciò fatto trasportare sulla Piazza federale diciotto container, vale a dire l’equivalente di quanto la Svizzera esporta in soli 10 minuti in tutto il mondo.

Lukas Lehmann / Keystone

Controproducente?

Per il politologo Georg Lutz, gli oppositori all’iniziativa “per l’autodeterminazione” si erano preparati a rispondere al solito stile offensivo dell’UDC. “Il rifiuto dell’iniziativa ‘per l’attuazione’ ha dimostrato che una campagna chiara e diretta poteva mettere in scacco l’UDC”, osserva.

Lo squilibrio tra la sobrietà adottata dalla destra conservatrice e i rutilanti messaggi degli oppositori si rivelerà controproducente per questi ultimi? “È troppo presto per dirlo”, risponde Georg Lutz.

Traduzione dal francese: Andrea Tognina

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