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Sondaggio: leggera maggioranza per Previdenza 2020

Referendum contro Previdenza per la vecchiaia
Previdenza per la vecchiaia 2020 viene combattuta da destra, ma anche da alcuni sindacati e movimenti di sinistra, che hanno raccolto le oltre 100'000 firme necessarie per il referendum. Keystone

Il grande progetto di riforma del sistema previdenziale per la vecchiaia raccoglie, almeno finora, una maggioranza di consensi: è quanto risulta dal primo sondaggio della SSR per le votazioni di fine settembre. Massiccio sostegno al decreto federale sulla sicurezza alimentare. 

Se il popolo dovesse decidere già ora, Previdenza per la vecchiaia 2020 passerebbe probabilmente la prova delle urne, seppure con una maggioranza risicata. In base al sondaggio, realizzato dall’istituto gfs.bern tra il 31 luglio e il 10 agosto, il 53 % degli interrogati afferma di voler accettare il progetto di riforma, sostenuto dal governo e dalla maggioranza del parlamento. I contrari si situano sul 42% e gli indecisi sul 5%. 

Risultati quasi analoghi per la proposta di aumentare l’Imposta sul valore aggiunto (IVA), allo scopo di attribuire maggiori mezzi finanziari all’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS). Il finanziamento supplementare viene pure approvato dal 53% degli intervistati, mentre i contrari raggiungono il 41% e gli indecisi il 6%. Da notare che questi due oggetti sono inscindibili: se uno dei due venisse respinto, sarebbe bocciata l’intera riforma.

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Come era prevedibile, la votazione suscita un grande interesse: ben il 55% delle persone contattate dichiara infatti di voler esprimere il proprio voto il prossimo 24 settembre, una quota nettamente più alta di quella abituale. La bassa percentuale di indecisi dimostra inoltre che molti cittadini si sono già occupati almeno in parte del tema. 

Compromesso equilibrato o misura ingiusta? 

Il sondaggio

Per la prima indagine demoscopica in vista della votazione federale del 24 settembre 2017, l’istituto gfs.bern ha intervistato 1’205 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, tra il 31 luglio e il 10 agosto scorsi.

Il margine di errore è di ±2,9 punti percentuali. Il sondaggio è realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, della quale fa parte anche swissinfo.ch. 

Gli svizzeri residenti all’estero non possono essere intervistati perché, per motivi legati alla protezione dei dati, i ricercatori del gfs.bern non hanno accesso ai loro indirizzi.

Il margine di differenza è però ancora troppo ridotto per permettere ai sostenitori della riforma di cantare vittoria. Molto dipenderà quindi dalla capacità dei due schieramenti di mobilitare il proprio elettorato e di individuare i temi che fanno maggiore presa. Gli autori del sondaggio rilevano tuttavia che, di solito, l’opinione dei votanti tende ad avvicinarsi nel corso della campagna a quella delle autorità. Salvo per voti di protesta, che però non sembra sia il caso per questo oggetto.

Le intenzioni di voto non sembrano particolarmente determinate da interessi personali, benché la riforma presenti vantaggi e svantaggi a seconda della classe di età e del sesso – pensiamo ad esempio all’aumento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni. Le persone interrogate si allineano in buona parte sulla posizione dei partiti ai quali si sentono più vicini. 

Così, militanti e simpatizzanti del Partito popolare democratico (PPD), del Partito socialista (PS) e del Partito ecologista svizzero (PES) indicano di voler esprimersi a favore di Previdenza 2020. La riforma viene invece approvata solo dal 45% dei sostenitori del Partito liberale radicale (PLR) e dal 40% di quelli dell’Unione democratica di centro. 

Divario tra città e campagna

Il sondaggio evidenzia inoltre una divisione tra popolazione urbana e rurale. Il progetto di revisione del sistema previdenziale ottiene infatti un 58% di consensi nei grandi agglomerati e del 54% nelle città più piccole. Nelle regioni di campagna il sostegno degli intervistati non va oltre il 46%.

Posizioni dei partiti

Previdenza 2020 è sostenuta dalle principali forze di centro e di sinistra – Partito popolare democratico, Partito borghese democratico, Verdi liberali, Partito socialista e Partito ecologista svizzero – per i quali si tratta di una riforma equilibrata che permette di assicurare le rendite e rafforzare l’AVS. 

Si oppongono invece i maggiori partiti più a destra – Partito liberale radicale e Unione democratica di centro – che considerano il progetto iniquo e inadeguato per risolvere i problemi della previdenza per la vecchiaia. La riforma è combattuta anche da alcuni sindacati minori e gruppi di sinistra che respingono l’aumento dell’età di pensionamento per le donne e riduzioni delle rendite.

Mentre le differenze tra le regioni linguistiche sono questa volta molto ridotte, si denota un certo divario a seconda della situazione professionale e sociale. Previdenza 2020 verrebbe infatti accettata dal 54% delle persone con una formazione professionale e respinta da una quota equivalente di cittadini privi di un diploma di lavoro.

Per quanto riguarda le motivazioni scelte da una parte e dall’altra, l’argomento più citato dai sostenitori della riforma è che, dopo 20 anni di immobilismo, è giunto il momento di adottare una soluzione di compromesso per riformare il sistema previdenziale. Il progetto viene inoltre considerato equilibrato e favorevole alle classi sociali meno abbienti. 

Per quanto riguarda gli oppositori, la ragione principale del no appare essere l’aumento di 70 franchi dell’AVS, considerato ingiusto, dato che ne approfitterebbero tutti, indipendentemente dai loro bisogni. Molti ritengono inoltre che Previdenza 2020 non riuscirà a risolvere i problemi futuri dell’AVS e delle casse pensioni. 

Pronostico favorevole per la sicurezza alimentare 

Si delinea invece un chiaro sì per il decreto federale sulla sicurezza alimentare. Il 65% degli interpellati dal sondaggio vuole approvare la proposta elaborata dal parlamento. Solo il 18% si dice contrario. Gli indecisi si situano ancora ad un alto livello, il 17%: ciò è legato al fatto che questo tema non ha suscitato grandi dibattiti e controversie né in parlamento né nei media. Il decreto è stato accettato da entrambe le Camere a schiacciante maggioranza. 

Il testo rappresenta un controprogetto all’Iniziativa popolare “Per la sicurezza alimentare”, depositata dall’Unione svizzera dei contadini (USC), che chiedeva di rafforzare l’approvvigionamento della popolazione “con derrate alimentari di produzione indigena variata e sostenibile”. Il suo obbiettivo era di frenare la perdita di terre coltive e garantire la redditività delle aziende agricole. 

Giudicando l’iniziativa troppo vaga, benché sostenibile, il parlamento vi ha opposto un controprogetto più preciso, che mira a preservare le basi della produzione agricola, come pure a promuovere una filiera alimentare rispettosa delle risorse e orientata verso il mercato. L’iniziativa è stata quindi ritirata dai suoi promotori.

I punti principali di Previdenza 2020

L’età di pensionamento (chiamata in futuro “età di riferimento”) delle donne viene adeguata a quella degli uomini e sale quindi da 64 a 65 anni – sia per l’AVS che per la previdenza professionale. È previsto un aumento graduale di tre mesi all’anno a partire dal 2018. Grazie a questa misura l’AVS dovrebbe disporre di oltre 1,3 miliardi di franchi in più all’anno.  

Ogni assicurato potrà scegliere liberamente il momento del pensionamento tra 62 e 70 anni (oggi 63 e 70). Sia per donne che per uomini vale però un’età di riferimento di 65 anni, ossia se vanno in pensione a questa età percepiscono l’intera rendita assicurata. Se vanno prima, la rendita è ridotta, se vanno dopo è maggiorata.  

L’aliquota minima di conversione degli averi accumulati nella previdenza professionale obbligatoria scende dal 6,8 al 6%, con scatti di 0,2 punti sull’arco di quattro anni. In altre parole, chi ha accumulato 100’000 franchi nella cassa pensioni, riceve una rendita annuale di 6’000 franchi invece degli attuali 6’800. Questa riduzione tocca solo gli assicurati che il 1° gennaio 2019 non avranno ancora compiuto 45 anni. Sono tuttavia previste misure di compensazione per mantenere il livello delle loro rendite.  

Sempre per la previdenza professionale, i premi degli assicurati tra 35 e 54 anni aumentano dell’1%. I premi per l’AVS salgono invece per tutti gli assicurati – e per i datori di lavoro – dello 0,15%.  

Per compensare misure sfavorevoli, a cominciare dall’aumento dell’età di pensionamento delle donne, dal 2019 i nuovi beneficiari di rendite dell’AVS ricevono un supplemento di 70 franchi al mese. Attualmente la rendita mensile minima è di 1’175 franchi, la massima 2’350.  

Vengono leggermente aumentati anche i contributi della Confederazione per l’AVS. Le sue casse saranno alimentate dal 2018 con lo 0,3% degli introiti dell’Imposta sul valore aggiunto (IVA), destinato attualmente all’Assicurazione per l’invalidità. In più, dal 2021 beneficeranno di un aumento dello 0,3% dell’IVA. 

Contattate l’autore su twitter: @ArmandoMombelliCollegamento esterno


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