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Sospeso l’e-voting della Posta, svizzeri all’estero costernati

due uomini a mezzo busto durante una conferenza stampa.
Denis Morel, responsabile dell'e-voting della Posta Svizzera (a sin.) e René Lenzin, vicecapo della comunicazione della Cancelleria federale, durante la conferenza stampa di presentazione del test d'intrusione, il 25 febbraio a Berna. © Keystone / Peter Klaunzer

La Posta Svizzera sospende il proprio sistema di e-voting con effetto immediato, in seguito alla recente scoperta di una falla critica, ha annunciato oggi la Cancelleria federale. L'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE) è "profondamente costernata" e s'interroga con trepidazione sul futuro, ha dichiarato a swissinfo.ch la sua direttrice Ariane Rustichelli.

Il sistema di voto elettronico della Posta era utilizzato da quattro dei dieci cantoni che lo mettevano attualmente a disposizione degli svizzeri all’estero: Basilea-Città, Friburgo, Neuchâtel e Turgovia. Eccettuato quest’ultimo, negli altri tre cantoni anche parte dell’elettorato locale poteva utilizzare il “Post E-Voting”.

Per il prossimo scrutinio federale, il 19 maggio, potranno dunque ancora votare online soltanto gli espatriati dei sei cantoni che fanno capo all’altro sistema, ossia quello di Ginevra (oltre a quest’ultimo, Argovia, Berna, Lucerna, San Gallo e Vaud), non interessato dal problema in questione, che ha ottenuto l’autorizzazione federale.

Già di per sé molto preoccupante, il problema riscontrato nel sistema di e-voting della Posta è aggravato dal fatto che quello ginevrino sta per giungere al capolinea: sarà abbandonato alla fine di quest’anno.

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L’OSE attende risposte dalla Cancelleria

“Le prime vittime sono gli svizzeri all’estero perché per gran parte di essi questo è l’unico canale che consente loro di esercitare il proprio diritto politico democratico”, si rammarica Ariane Rustichelli. Proprio per questo, l’OSECollegamento esterno ha rivendicato con forza per anni l’introduzione del voto elettronico in tutti i cantoni della Svizzera.

Ma ovviamente a condizione che la sicurezza del sistema fosse garantita. Su questo l’OSE ha sempre “riposto fiducia nella Cancelleria federale, responsabile della gestione di questo progetto”, puntualizza l’organizzazione in una nota diramata oggi.

Ed è alla Cancelleria federale che l’OSE si rivolgerà nuovamente ora per avere chiarimenti, poiché “la grande domanda che si pone adesso è: cosa succederà?”, ha detto Ariane Rustichelli, ribadendo che è fondamentale che gli svizzeri all’estero non siano discriminati e possano realmente votare. Un diritto questo che è sancito dalla Costituzione federale.

La Cancelleria “farà il punto della situazione”

Dal canto suo, la Cancelleria federale ha precisato nel comunicatoCollegamento esterno pubblicato oggi di “non avere alcun indizio che questa falla abbia portato alla falsificazione di voti in precedenti votazioni”.

Segnalata alla Cancelleria federale dalla Posta e da un gruppo di ricercatori, la falla riguarda “la verificabilità universale, la quale permette all’elettore di verificare che il suo voto sia stato registrato correttamente dal sistema”.

Il problema è emerso nell’ambito dei test e controlli che la Posta sta effettuando sul sistema di e-voting di nuova generazione che dovrebbe permettere di estendere questo canale a tutto l’elettorato. Tuttavia, spiega la Cancelleria, “la verificabilità universale è una componente fondamentale anche dell’attuale sistema di voto elettronico della Posta impiegato nei quattro cantoni” sopraccitati. Perciò la Cancelleria giudica “coerente la decisione della Posta di non utilizzare il proprio sistema in occasione del voto del 19 maggio 2019”.

Il nuovo sistema è stato sottoposto a un test pubblico d’intrusione dal 25 febbraio al 24 marzo 2019, durante il quale “16 riscontri sono stati classificati come violazioni delle buone pratiche che non danno luogo a rischi significativi”. Il test è stato preceduto dalla pubblicazione del codice sorgente. La Cancelleria federale ritiene che queste misure abbiano “permesso di acquisire importanti conoscenze e di individuare vulnerabilità”. Adesso “farà il punto della situazione tenendo conto sia dei risultati del test, sia delle falle scoperte dai ricercatori sulla base della documentazione e del codice sorgente”.

Promotori dell’iniziativa per moratoria insistono

Quanto al comitato dell’iniziativa popolare “Per una democrazia sicura e affidabile (Moratoria sul voto elettronico)Collegamento esterno” avverte in una notaCollegamento esterno che non si accontenterà di una sospensione temporanea. Questa a suo avviso “non è sufficiente. Solo una moratoria sul voto elettronico ancorata nella Costituzione federale creerebbe le basi per la ricerca di una soluzione di voto elettronico assolutamente sicura”.

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