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Chiaro no all’Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti

Insediamenti
L'estensione delle aree edificabili in Svizzera è proseguita anche negli ultimi anni, benché ad un ritmo più lento rispetto al grande boom edilizio iniziato nel Dopoguerra. © KEYSTONE / EQ IMAGES / Moritz Hager

La proposta di congelare i terreni edificabili in Svizzera non ha superato la prova delle urne. Quasi due terzi dei votanti hanno bocciato l'iniziativa dei Giovani Verdi, che ha attirato le più forti opposizioni nelle campagne e nelle regioni alpine.

Gli ecologisti intendevano limitare le zone edificabili complessive al livello attuale e in tempo indeterminato, allo scopo di frenare la crescente distruzione degli spazi verdi in Svizzera.  In base all’iniziativa popolare “Fermare la dispersione degli insediamenti – per uno sviluppo insediativo sostenibile (Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti)Collegamento esterno”, nuove aree destinate a costruzioni potevano essere autorizzate solo togliendo dalle zone edificabili una superficie di dimensioni equivalenti e con un potenziale di resa agricola comparabile.

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Respinta dal 63,7% dei votanti, l’iniziativa non ha raccolto una maggioranza di “sì” in nessun Cantone. Le più forti opposizioni sono giunte da Vallese, Grigioni, Obvaldo, Nidvaldo, Svitto e Appenzello interno, dove il testo è stato bocciato da oltre il 70% dei partecipanti al voto. Consensi più ampi sono stati espressi invece nei Cantoni Ginevra, Neuchâtel, Ticino e Sciaffusa, nei quali la percentuale dei “no” è stata inferiore al 60%. All’interno di diversi Cantoni è emerso inoltre un divario tra città e campagna: l’iniziativa è stata addirittura approvata nei centri urbani di Losanna, Neuchâtel e La-Chaux-de-Fonds.

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Colmare le lacune attuali

La proposta dei Giovani Verdi era sostenuta dai partiti politici di sinistra (Partito ecologista svizzero/Verdi, Partito socialista, Partito del lavoro), secondo i quali la Legge sulla pianificazione del territorio (LPT)Collegamento esterno non impedisce l’espansione urbana e il sacrificio di spazi verdi. A loro avviso, l’iniziativa avrebbe consentito di colmare le attuali lacune legislative, in modo da frenare gli sprechi di terreno, l’impoverimento della natura e la perdita di biodiversità. 

Nonostante il chiaro responso dello scrutinio, il co-presidente dei Giovani Verdi Kevin Morisod ritiene che l’iniziativa abbia permesso di aprire un ampio dibattito sull’assetto del territorio. Ciò dovrebbe avere un effetto positivo in vista delle prossime discussioni sulla nuova revisione della Legge sulla pianificazione del territorio.

Morisod ha inoltre rilevato che vi era una troppo “ampia alleanza” di oppositori all’iniziativa, mentre i promotori disponevano soltanto di un piccolo budget per la loro campagna politica. L’opposizione è stata inoltre particolarmente attiva, dato che per questo appuntamento con le urne vi era un solo tema sottoposto a votazione federale.

Con questo voto, si continua a promuovere la distruzione del territorio”, dichiara Thomas Hardegger, consigliere nazionale del Partito socialista e membro del comitato promotore dell’iniziativa. È quindi necessaria una correzione nell’ambito della prossima revisione della LPT, in particolare per concretizzare un impiego più efficiente del suolo. “Oggi vi sono 80’000 alloggi al posto sbagliato che si ritrovano vuoti, mentre nelle città non vi sono quasi più spazi abitabili”.

Evitare nuovi sbagli

Il testo è stato invece combattuto dal governo, dalla maggioranza del parlamento e dai partiti di destra e di centro (compresi i Verdi liberali), che lo considerano superfluo e troppo restrittivo. Secondo gli oppositori, l’attuale legge consente già oggi di lottare contro la dispersione degli insediamenti. 

“Il ‘no’ all’iniziativa non significa un ‘no’ alla protezione del paesaggio”, ha dichiarato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, responsabile della pianificazione territoriale a livello federale. “Buona parte della popolazione vuole che Confederazione, Cantoni e Comuni prestino maggiore attenzione alla natura e al paesaggio. Respinge però gli strumenti proposti dall’iniziativa. In cambio, la popolazione esige che le autorità applichino in modo rigoroso l’attuale Legge sulla pianificazione del territorio”. 

“Naturalmente non possiamo cancellare tutti gli sbagli che sono stati compiuti in passato, ma possiamo fare in modo di non ripetere questi errori”, ha aggiunto Simonetta Sommaruga. “Per questo motivo, Cantoni e Comuni sono ora tenuti a ridimensionare zone edificabili troppo grandi e la Confederazione li terrà sotto controllo”. Se un Cantone non avrà preso le misure necessarie, non sarà autorizzato ad aprire altre zone edificabili, ha indicato la ministra dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni.

L’intervista a Simonetta Sommaruga:

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Proposta eccessiva

L’iniziativa era “troppo estrema, troppo radicale” e la gente ne era ben consapevole, ha dichiarato il consigliere nazionale Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini. Ai suoi occhi, questa proposta avrebbe congelato lo sviluppo economico del paese, senza tener conto del fatto che la popolazione continua a crescere in Svizzera.

Secondo il deputato del Partito liberale radicale, è comunque chiaro che gli svizzeri vogliono lottare contro l’espansione urbana del territorio per mantenere la qualità della vita nel paese. Ma, a suo avviso, le basi giuridiche esistono già e devono ora essere attuate. In particolare, gli strumenti per rafforzare la densificazione sono già in atto e la loro attuazione deve proseguire.

Per l’Unione delle città svizzere, l’iniziativa contro l’espansione urbana era lo strumento sbagliato al momento sbagliato. La preoccupazione fondamentale – ossia di fermare la proliferazione urbana e promuovere lo sviluppo di alloggi sostenibili – ha suscitato simpatie. Ma con l’obbligo di congelare completamente le aree edificabili allo stato attuale, l’iniziativa avrebbe reso molto difficile, se non impossibile in alcuni casi, sviluppare abitazioni nelle aree urbane.

L’elettorato ha respinto una richiesta troppo radicale, ritiene la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC), secondo la quale la gente non vuole l’immobilismo: votando “no” si è espressa a favore di una Svizzera moderna, che guarda al futuro e che si deve poter sviluppare. La proposta dei Giovani Verdi era invece troppo irragionevole.

Tendenza frenata

Con la crescita della popolazione, il numero di edifici è notevolmente aumentato negli ultimi decenni in Svizzera. Mentre nel 1960 le aree abitate coprivano circa 260’000 ettari, nel 2017 raggiungevano 390’000 ettari. 

Questa tendenza, andata essenzialmente a scapito delle zone agricole, è già stata in parte frenata negli ultimi anni con la revisione della LPT, approvata dal popolo nel 2013. In base alla normativa in vigore, le aree edificabili non devono superare la superficie necessaria a coprire il fabbisogno prevedibile dei prossimi 15 anni. Le aree che sono sovradimensionate devono essere ridotte.

Nel 2012 gli elettori avevano già accettato l’iniziativa di Franz Weber “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!”Collegamento esterno che ha posto parzialmente freno in molti comuni agli eccessi della cementificazione e della speculazione edilizia. 

Cos’è dispersione degli insediamenti?

L’opuscolo d’informazione del governo svizzeroCollegamento esterno per la votazione del 10 febbraio dà la seguente definizione: “Si parla di dispersione degli insediamenti quando villaggi e città crescono in modo disordinato. Le aree residenziali, le zone commerciali e le strade occupano così una quantità spropositata di terreno. La dispersione degli insediamenti genera anche costi elevati poiché le aree in questione devono essere urbanizzate, ovvero collegate con strade e allacciate alle reti idrica, elettrica e fognaria”.

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(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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