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I detective delle assicurazioni svizzere spieranno anche all’estero?

volto di un automobilista riflesso nello specchietto retrovisore
© KEYSTONE / ENNIO LEANZA

Le nuove basi legali per la sorveglianza occulta degli assicurati, in votazione il 25 novembre, avranno conseguenze dirette anche per gli svizzeri all'estero? No, a meno che gli assicurati siano di passaggio in Svizzera. La sorveglianza all'estero potrà avvenire solo nel quadro di accordi internazionali. Per il momento tuttavia un solo accordo in vigore contiene una clausola che lo permette. 

I nuovi articoli di legge approvati dal parlamento nel marzo 2018 danno la possibilità alle assicurazioni di disporre l’osservazione segreta dei propri assicurati, in presenza di sospetti fondati sull’abuso delle prestazioni.

+ Spiegazioni sulla nuova legge

Le norme sono state elaborate dopo che una sentenzaCollegamento esterno della Corte europea dei diritti umani aveva stabilito che in Svizzera non c’erano le basi legali per sorvegliare gli assicurati. Contro la proposta è stato lanciato un referendum; sulla revisione legislativa si voterà perciò il 25 novembre.

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Uno degli articoli della nuova legge (art. 43b, paragrafo 4) stabilisce la competenza del Tribunale amministrativo federale nell’autorizzare l’utilizzo di strumenti tecnici per la localizzazione della persona sorvegliata “se l’assicurato è domiciliato all’estero”.

Il testo della legge in votazioneCollegamento esterno

Significa che la legge prevede la possibilità di sorvegliare gli assicurati anche all’estero? Dopotutto le nuove norme valgono per l’assicurazione infortuni, l’Assicurazione invalidità (AI), l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), l’assicurazione disoccupazione e le assicurazioni malattia obbligatorie e quindi potenzialmente potrebbero riguardare anche degli svizzeri all’estero e degli stranieri residenti all’estero affiliati a un’assicurazione sociale svizzera.

“Le norme non riguardano gli assicurati all’estero”

L’Ufficio federale delle assicurazioni socialiCollegamento esterno (Ufas), interpellato da swissinfo.ch, afferma però che le nuove norme non riguarderanno gli assicurati residenti all’estero: “Le nuove basi legali non dovrebbero cambiare niente per le svizzere e gli svizzeri all’estero. E neppure per le straniere e gli stranieri residenti all’estero”, scrive Harald Sohns, portavoce dell’Ufas. “Le norme svizzere sull’osservazione valgono solo per osservazioni svolte in Svizzera.”

Ma allora perché la legge menziona la competenza del Tribunale amministrativo federale per gli assicurati residenti all’estero? A una richiesta di chiarimento da parte di swissinfo.ch, la portavoce dell’Ufas Elisabeth Hostettler risponde per iscritto: “Uno svizzero residente all’estero può essere osservato se si trova in Svizzera. La norma da voi citata è prevista per questi casi”.

Sorveglianza solo nel quadro di accordi internazionali

La sorveglianza degli assicurati all’estero, chiarisce ancora l’Ufas, è possibile solo se le basi legali necessarie sono contenute in un accordo internazionale sulle assicurazioni sociali e se la legislazione del paese estero lo permette. Nel quadro di negoziati per la stipula o il rinnovo di simili accordi, la Svizzera si impegna a inserire clausole che regolano il mutuo aiuto nelle indagini su casi sospetti. In base a queste norme, lo stato partner potrebbe svolgere su richiesta della Svizzera le indagini necessarie nel proprio territorio.

“Attualmente il solo accordo che contiene una simile clausola e che è già in vigore è quello con l’UruguayCollegamento esterno“, spiega Harald Sohns. Altri accordi che prevedono una clausola analoga sono stati negoziati con Kosovo, Bosnia Erzegovina, Brasile, Montenegro, Serbia, Argentina, Tunisia, Albania e Peru, ma sono ancora in attesa di essere firmati, ratificati o messi in vigore.

Investigatori in Kosovo e in Thailandia

In passato vi sono state osservazioni di assicurati anche all’estero. Nel quadro di un progetto pilota legato alla revisione dell’AI, la Confederazione aveva avviato nel 2009 una verifica sistematica delle prestazioni di invalidità versate ad assicurati residenti in Kosovo e in Thailandia. In oltre una dozzina di casi era stata disposta anche la sorveglianza degli assicurati.

La misura aveva permesso di scoprire qualche caso di abuso, ma si era scontrata anche con varie difficoltà. In Kosovo alcuni ispettori avevano ricevuto minacce di morte; per questo motivo la Svizzera aveva deciso di non applicare più nei confronti del Kosovo l’accordo sulle assicurazioni sociali stipulato a suo tempo con l’ex Jugoslavia (nel frattempo Kosovo e Svizzera hanno negoziato un nuovo accordo).

Oggi però l’invio di investigatori delle assicurazioni all’estero non è più un’opzione. “Non c’è più l’intenzione di farlo e in ogni caso le basi legali non lo permetterebbero”, assicura Elisabeth Hostettler dell’Ufas.

Prestazioni dell’AVS e dell’AI all’estero

Nel 2017 l’AVS versava 1’666’412 rendite a persone residenti in Svizzera. Nello stesso anno, l’assicurazione pagava 898’883 rendite a persone residenti all’estero, di cui 123’819 a persone di nazionalità svizzera e 775’064 a persone di nazionalità straniera.

Il totale delle rendite AVS versate all’estero nel 2017 è stato di oltre 510 milioni di franchi, di cui 139 milioni destinati a cittadini svizzeri e 371 milioni a cittadini stranieri.

Sempre nel 2017 l’Assicurazione invalidità (AI) versava rendite a 319’294 persone in totale, di cui 277’975 residenti in Svizzera e 41’319 all’estero. Di queste ultime, 8751 erano di nazionalità svizzera, 32’568 di nazionalità straniera. Il totale delle rendite versate ammontava a oltre 391 milioni di franchi, di cui un po’ più di 10 milioni destinati a svizzeri residenti all’estero e oltre 26 milioni a stranieri residenti all’estero.

L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali afferma di non disporre di dati su abusi di persone residenti all’estero nei confronti di assicurazioni sociali svizzere.

Fonte: UfasCollegamento esterno

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