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Voci sempre più insistenti chiedono il divieto dei simboli nazisti

Nel 2005, dei neonazisti svizzeri hanno fatto il saluto hitleriano in pubblico dopo una festa del primo agosto a Brunnen, nel Canton Svitto. Keystone / Sigi Tischler

In Svizzera, l'uso di simboli nazisti come il saluto hitleriano in pubblico non è sempre punito. Diversi interventi in Parlamento e il Consiglio degli Svizzeri all'estero chiedono ora la tolleranza zero. Dopo qualche esitazione, il Governo sta prendendo in considerazione questa richiesta.

Durante una manifestazione contro le misure anti-coronavirus nel settembre 2021, un manifestante ha alzato il braccio per fare il saluto nazista nel cuore del centro storico di Berna. Di conseguenza, il Ministero pubblico ha emesso un decreto d’accusa per condotta scorretta. L’uomo ha presentato ricorso e ha vinto. Il tribunale regionale ha ritenuto che non vi fosse alcuna base giuridica per condannarlo.

Anche un estremista di destra che aveva compiuto lo stesso gesto nel 2010 sul prato del Grütli, nel Canton Uri, è stato assolto. Nel 2013 il Tribunale federale ha stabilito che l’uomo aveva mostrato la sua posizione tra persone che la pensano allo stesso modo, il che non è attualmente punibile. Se la sua azione fosse stata finalizzata a influenzare terzi a favore dell’ideologia nazionalsocialista, sarebbe invece stato punibile ai sensi della norma antirazzismo.

Come dimostrano questi esempi, la Svizzera ha una certa tolleranza nei confronti dell’esposizione pubblica di simboli nazisti. Il saluto hitleriano, la svastica e segni simili sono vietati solo se usati a scopo di propaganda. Gli sforzi politici per eliminare questa distinzione sono in corso dal 2003. Tuttavia, finora, il Consiglio federale e il Parlamento hanno sempre considerato che deve prevalere la libertà di espressione. Il vento potrebbe però cambiare. In Parlamento sono infatti stati presentati tre interventi, due emananti dalla sinistra e uno dal centro.

Più incidenti durante la pandemia

Alla fine del 2021 la consigliera nazionale dell’Alleanza del Centro Marianne Binder ha presentato una mozione Collegamento esternoche chiede di vietare senza eccezioni la simbolica nazista in pubblico, sia nel mondo reale che in quello digitale. “Durante la pandemia gli incidenti antisemiti sono aumentati e hanno assunto una nuova dimensione”, ha dichiarato.

La consigliera nazionale Marianne Binder (a destra). Keystone / Peter Klaunzer

La sua constatazione è confermata dal rapporto sull’antisemitismo della Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) e della Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo: il numero di incidenti gravi è cresciuto nel 2021. I redattori del rapporto hanno contato 806 casi di slogan e teorie cospirative antisemite su internet, ciò che rappresenta un aumento di oltre il 60% rispetto al 2020.

Stella di Davide e svastica

Nello spazio pubblico ‘fisico’ sono stati registrati 53 incidenti: insulti, lettere e graffiti antisemiti sulle sinagoghe. In alcune manifestazioni, chi si oppone al vaccino si è appuntato la Stella di Davide con la scritta “non vaccinato” e in un comune di Zurigo sui muri è stato scritto lo slogan “Impfen macht frei” (Il vaccino rende liberi), insieme alla svastica.

La consigliera nazionale Marianne Binder ha spiegato che le è stato detto che tali incidenti non sono necessariamente di natura antisemita. Tuttavia, ha osservato che anche se queste cose accadono “per pura stupidità”, si tratta di una “cecità senza pari nei confronti della storia” e di una minimizzazione inaccettabile delle atrocità dell’Olocausto.

L’esponente dell’Alleanza del Centro ha deliberatamente limitato la sua mozione ai simboli legati al nazismo e all’Olocausto, mentre i tentativi precedenti avevano preso di mira i simboli razzisti e che inducono alla violenza in generale. Il loro punto debole, dice Marianne Binder, è che è difficile elencare tutti questi simboli. A differenza degli evidenti simboli nazisti, “che certamente non rientrano nell’ambito della libertà di espressione”.

I consiglieri nazionali socialisti Gabriela SuterCollegamento esterno e Angelo BarrileCollegamento esterno hanno da parte loro presentato iniziative parlamentari sulla stessa lunghezza d’onda. Nel gennaio 2022, l’FSCI ha dato il suo sostegno. L’organizzazione ombrello delle comunità ebraiche ha notato che gli estremisti di destra sfruttano deliberatamente le scappatoie legali svizzere in occasione di eventi e concerti: “Questo è doloroso e incomprensibile, soprattutto per le minoranze interessate”.

Svastiche e lo slogano “This is just the beginning” (questo è solo l’inizio) in un cantiere di costruzione di un centro musulmano a Payerne nel 2014. Alain Wicht/laliberte

A marzo, anche il Consiglio degli Svizzeri all’estero (CSE), che rappresenta gli interessi della “Quinta Svizzera” nei confronti delle autorità e dell’opinione pubblica, si è espresso a favore della criminalizzazione di qualsiasi uso di simboli nazisti nello spazio pubblico. A nome della delegazione d’Israele, Ralph Steigrad ha ricordato che la Svizzera ne discute da quasi 20 anni: “Ora dovrebbe agire e seguire l’esempio di altri Paesi”. Ralph Steigrad ha chiarito che il divieto non include la rappresentazione di simboli nel materiale didattico, che rimarrà possibile per scopi educativi.

Ciò malgrado, in un primo tempo il Consiglio federale non ha voluto cambiare nulla e ha respinto la mozione presentata da Marianne Binder. Anche se l’esposizione di simboli nazisti può essere “scioccante”, ha scritto il Governo nella sua risposta, deve essere considerata come l’espressione di un’opinione. Per l’Esecutivo, la prevenzione attraverso l’educazione è più appropriata della repressione.

Gli esperti di diritto e dell’estremismo che si sono espressi pubblicamente non sono unanimi sull’argomento. Alcuni sostengono che gli estremisti di destra potrebbero addirittura sentirsi rafforzati nelle loro opinioni da una denuncia. Un divieto generalizzato farebbe sorgere la minaccia di un reato d’opinione.

Altri ritengono che i simboli nazisti siano un pericolo per la convivenza democratica pacifica e che quindi non possano essere tollerati in uno Stato di diritto. Tuttavia, dopo che il Consiglio federale è stato criticato per la sua reticenza in patria e all’estero, la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter ha dato prova di apertura nei media. La consigliera federale liberale ha dichiarato che il suo dipartimento sta esaminando quali azioni legali sono possibili.

“Il Governo non chiude gli occhi”

Ed è stata anche questa la risposta che Karin Keller-Sutter ha inviato all’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), che ha trasmesso la domanda del CSE al Consiglio federale. Il Governo non sta chiudendo gli occhi di fronte all’aumento degli incidenti antisemiti, ha dichiarato la ministra. Per Marianne Binder, prevenzione dell’antisemitismo e messa al bando dei simboli non si escludono a vicende: entrambi gli approcci sono necessari.

L’autrice della mozione fa anche notare che erigere un memoriale dell’Olocausto (vedi box) continuando a tollerare i simboli nazisti è contradditorio. La sua mozione e le due iniziative parlamentari degli esponenti socialisti non sono ancora state esaminate dal Parlamento.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulla RCollegamento esternoevue SuisseCollegamento esterno.

La Svizzera avrà un memoriale ufficiale per le vittime del nazionalsocialismo. Le due Camere del Parlamento hanno adottato all’unanimità mozioni in tal senso durante la sessione primaverile. In Consiglio nazionale l’atto è stato presentato dal socialista Daniel Jositsch, mentre in Consiglio degli Stati dall’esponente dell’Unione democratica di centro Alfred Heer.

L’idea del memoriale è stata lanciata da cinque organizzazioni, tra cui l’Organizzazione degli svizzeri all’estero. L’obiettivo è di ricordare gli svizzeri e le svizzere perseguitati, privati dei loro diritti e uccisi dal regime nazista in quanto ebrei o oppositori politici.

Almeno 450 cittadini e cittadine elvetici sono finiti nei campi di concentramento del Terzo Reich. Se si aggiungono coloro che sono nati o vivevano in Svizzera, le vittime del nazismo che avevano un legame con la Confederazione sono più di mille.

L’ubicazione del monumento commemorativo non è ancora stata stabilita. Le organizzazioni che hanno presentato un progetto al Consiglio federale l’anno scorso, propongono la città di Berna. Oltre a un’opera d’arte, il memoriale comprenderà uno spazio dove organizzare esposizioni ed eventi.

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