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Vivono a ridosso di una polveriera alpina, ma non tutti se ne dovranno andare

Il villaggio bernese di Mitholz.
Il villaggio bernese di Mitholz. Keystone / Peter Schneider

In vista dello sgombero dell'ex deposito di munizioni di Mitholz, il Dipartimento federale della difesa ha definito i perimetri di evacuazione e di sicurezza.

La novità per i cittadini di Mitholz, nel canton Berna, dove giace un deposito inesploso di munizioni, consiste nel fatto che non tutti gli abitanti dovranno lasciare il villaggio e che parte dei campi potranno continuare a essere coltivati. La popolazione è stata informata oggi dal Dipartimento federale della difesa (DDPS).

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Costruito durante la Seconda Guerra Mondiale nella montagna, una parte del deposito di munizioni Mitholz è esplosa nel 1947. Nove persone sono morte e il villaggio è stato devastato. Circa 3500 tonnellate di munizioni inesplose si trovano tuttavia ancora nel ventre della montagna vicino al villaggio di Mitholz situato tra Frutigen e Kandersteg.

L’allarme nel rapporto del 2018

Stando a un rapporto pubblicato nel giugno del 2018, il rischio di nuove esplosioni è più elevato del previsto rendendo necessari i lavori di sgombero, che dovrebbero durare una decina di anni, con inizio previsto non prima del 2031. Il progetto avrà quindi un grande impatto sulla popolazione del luogo, con gli abitanti che dovranno decidere se partire definitivamente o prevedere un futuro ritorno.

In una nota, il DDPS precisa che attualmente è in fase di elaborazione l’analisi dei rischi, che definirà nel dettaglio i criteri per le zone di pericolo e, di conseguenza, per il trasferimento della popolazione e la progettazione delle costruzioni di protezione per la ferrovia e la strada nazionale, che verrà spostata in una nuova galleria.

La suddivisione in tre zone

Su tale base è già stato possibile definire tre perimetri: il primo – zona rossa – concerne l’area dell’ex deposito da mettere in sicurezza, l’accesso sarà consentito solo alle persone autorizzate. Il secondo – zona arancione – riguarda la zona di sicurezza. Qui le persone non possono soggiornarvi in permanenza. Gli abitanti dovranno pertanto lasciare le loro case e trasferirsi in un luogo più sicuro. La coltivazione agricola rimane però possibile a determinate condizioni.

La terza area – zona verde – corrisponde al perimetro di evacuazione in cui è ancora consentito vivere e abitare. Tuttavia, anche in questo caso gli abitanti devono prevedere evacuazioni temporanee e ad altre restrizioni dovute ai lavori di sgombero. Saranno inoltre esposti a rumore, polvere e vibrazioni.

Terreni “rossi” ricomprati dalla Confederazione

Nella nota, il DDPS precisa che acquisterà entro il 2030 tutti i terreni nella zona rossa e gli immobili abitati in quella arancione. Per la costruzione delle strutture a protezione della strada e della ferrovia, i primi abitanti dovranno lasciare le loro abitazioni già a partire dal 2025. Il dipartimento assicura che anche le persone che abitano nella zona verde e che desiderano spostarsi saranno sostenute.

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